Restituita a Piacenza la sua memoria romana: ecco la nuova sezione archeologica dei musei civici

Apriranno ufficialmente i battenti lunedì le 15 sale ospitate nei sotterranei di palazzo Farnese: nelle bacheche 1.400 reperti

Piacenza alza il velo sulla propria storia per troppi anni polverosamente sepolta nei magazzeni di mezza Emilia Romagna. Dopo l’anteprima per la stampa odierna domenica ci sarà il vernissage ufficiale con le autorità e gli sponsor e poi lunedì (con apertura straordinaria) palazzo Farnese mostrerà al mondo il nuovo gioiello che nasce nei suoi sotterranei: la sezione archeologica romana dei musei civici di Piacenza.

«Un’occasione di festa – ha sottolineato la direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese Antonella Gigli-. Oggi finalmente si chiude un percorso lungo 270 anni e finalmente si portano a casa 1.400 reperti piacentini che nel tempo erano stati distribuiti in varie province della nostra regione. Reperti che non erano “musealizzati” e che invece sono stati restaurati e collocati all’interno di un contesto narrativo».

Placentia, la colonia fondata nel 218 a.C. e soprattutto “rifondata” nel 190 a.C. continua a restituire importanti testimonianze del proprio passato. Ogni scavo compiuto in centro ci regala un frammento di storia utile a capire da dove veniamo, come si viveva all’epoca. Pezzi di un puzzle che, sapientemente combinati fra loro, narrano l’antica colonia romana dalla sua fondazione in poi. Le quindici sale del percorso museale ci raccontano quotidianità di chi ci ha preceduto: i bellissimi pavimenti ci permettono di intuire come erano le domus patrizie, le case dei ricchi. A partire dal 1600 sono circa 87 quelli riaffiorati, di cui solo una trentina ancora visibili.

Nel percorso narrativo, costruito attraverso sezioni tematiche, si scopre anche come venivano ingegnosamente riscaldate le case si possono ammirare le affascinanti terrecotte (ritrovate in via Benedettine) che quasi certamente ornavano il tetto di un tempio.

La tecnologia aiuta invece a dare forma alle diverse ipotesi su cosa rappresentante la parte superiore (mancante) della statua opera dell’ateniese Kleomenes. Si propende per pensare che ritraesse Apollo ma viene anche proiettata l’ipotesi (meno probabile) di Venere.

Nelle teche ci sono anche gioielli, vasellame, monete, una tavola da gioco, ampolline che contenevano prodotti di bellezza, lanterne in cui veniva briciato l’olio per fare luce. Piccoli frammenti di avorio permettono di immaginare la maestosità di un letto funebre. I ricchi potevano permettersi imponenti mausolei che, come le sepolture più povere, dovevano essere costruiti al di fuori dell’area abitata, ai lati delle strade di uscita dalla città come imponeva decima legge delle XII tavole. Maggiore l’importanza della stirpe più imponenti anche i sepolcreti e più ricco il corredo funebre mentre  le sepolture più umili erano evidenziate da semplici cippi, parti d’anfora o semplici pietre.

I reperti funebri di maggiore importanza sono quelli della antica necropoli occidentale allineata sulla via Postumia. In via Taverna, nei lavori di costruzione della scuola, emersero un fregio con decorazioni cornici ed una sfinge alata collocata a circa una dozzina di metri d’altezza sulla sommità dell’edicola funebre.

Il paziente lavoro di rinvenimento dei reperti è stato supervisionato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza rappresentata da  Marco Podini che ha seguito da vicino tutte le fasi del progetto.

La sezione romana, come è stato ricordato, nasce da lontano. Fu l’allora assessore Tiziana Albasi a credere nel progetto e a chiedere un finanziamento europeo. L’attuale giunta Barbieri ha saputo raccogliere l’eredità ampliando il progetto originario ed arrivando all’allestimento presentato oggi.

Antonella Gigli, nel raccontare questo lungo e non facile percorso non è riuscita a trattenere un momento di sincera emozione. Artefici di questo nuovo spazio museale sono stati soprattutto gli archeologi, i restauratori, gli esperti dell’associazione Arti & pensieri rappresentati dalla dottoressa Micaela Bertuzzi. Sono loro i “detective” che hanno scoperto, a volte semi abbandonati in scantinati di Parma o di altri città emiliane, coperti da polvere ed incrostazioni, alcuni dei pregevoli pezzi ora esposti a Palazzo Farnese. Sono loro che hanno attribuito significato a pezzi di mattone o di pietra riuscendo ad intuirne e raccontarne la originaria collocazione.

«Una rinascita – ha detto l’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi-. Un’operazione riuscita che continua il cammino intrapreso, grazie alla Fondazione, con la mostra di Annibale.

Alla conferenza odierna hanno preso parte anche il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani, il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri e il direttore regionale di Credit Agricole Italia per Piacenza e Lombardia Sud, Davide Goldoni che hanno contribuito all’allestimento della sezione romana. Anche il mago delle luci piacentino davide Groppi ha fornito consigli per illuminare al meglio i vari reperti a partire dal pezzo più importante, il fegato etrusco che emerge dalla penombra carico di tutto il suo mistero e misticismo, oggetto usato dagli aruspici per le loro divinazioni, collegamento fra vita ed oltretomba, buio e luce.

Da lunedì 17 maggio 2021, i Musei di Palazzo Farnese a Piacenza si presenteranno ancora più belli.

Dopo l’apertura della collezione di ceramiche, avvenuta nel novembre 2019, nei sotterranei riqualificati di Palazzo Farnese, si alza il velo sulla nuova Sezione Romana del Museo Archeologico, che aggiunge un importante tassello alla conoscenza del passato di Piacenza.

Il progetto di restauro e rifunzionalizzazione dei sotterranei di Palazzo Farnese e l’apertura della nuova sezione archeologica romana sono stati possibili grazie ai fondi europei stanziati dalla Regione Emilia-Romagna nelle linee di finanziamento Por-Fesr 2014 -2020 Asse 5, a cui il Comune di Piacenza ha aggiunto ulteriori proprie risorse; coordinato da un Comitato Scientifico, il progetto è stato realizzato in stretta e costante sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.

Sono circa 1.400 i reperti che i visitatori potranno apprezzare per la prima volta e attraverso i quali ripercorrere gli eventi che hanno caratterizzato la storia di Placentia romana, dalla sua fondazione nel 218 a.C. fino all’insediamento dei Longobardi nel VI secolo d.C.

Il percorso, suddiviso in quindici sale, secondo un’impostazione tematica e didattica, si apre con un inquadramento territoriale e cronologico dell’epoca, nel quale si dà spazio alle scoperte e alla metodologia archeologica e si conclude con un video che ripercorre le tappe più significative della storia della città.

Diversi sono i temi affrontati: le preesistenze nel territorio piacentino prima della colonizzazione romana; la fondazione, la forma urbis e le istituzioni della nuova città romana; l’economia, i commerci, la produzione e il ruolo del fiume Po; l’edilizia residenziale e la vita quotidiana; i culti e gli edifici religiosi; i monumenti funerari e le necropoli; la fine del mondo romano e il passaggio all’alto-medioevo.

All’interno della Sezione Romana si ritrovano alcune eccellenze, come il celebre Fegato di Piacenza o l’imponente statua panneggiata firmata dallo scultore ateniese Kleoménes, entrambe valorizzate dal nuovo allestimento, oltre ad alcuni importanti reperti inediti in grado di restituire il volto della città e di ricostruire la vita nella Placentia romana.

Tra questi uno straordinario letto funerario, ricostruito in legno e con un rivestimento in osso bovino di gusto ellenistico, che faceva parte degli arredi della tomba rinvenuta nella zona di Cantone del Cristo durante gli scavi per la costruzione di un nuovo reparto dell’ospedale Guglielmo da Saliceto e le Antefisse, ovvero gli elementi decorativi finali delle tegole dei templi, di cultura ellenistico-orientale, rinvenute nel 1947 e nel 2000, che hanno permesso di ricostruire l’apparato ornamentale di un tempio, probabilmente posto nella parte settentrionale di Piacenza colonia romana.

Nella sala dedicata alla domus romana si possono ammirare eleganti mosaici pavimentali e oggetti di uso quotidiano, come frammenti di mobilio e lucerne, strumenti per la scrittura, balsamari per unguenti e profumi, contenitori per il trucco e ornamenti personali, attrezzi per la cura della casa, la filatura e la tessitura, resti dei giochi da tavolo, tra cui una scacchiera del II-III secolo d.C. in terracotta.

Anche i monumenti funebri testimoniano con la loro dimensione e la ricchezza degli apparati il rango dei defunti; ad esempio, è esposta una Sfinge alata, elemento decorativo di un monumento funerario a edicola, sicuramente appartenuto a una famiglia eminente.

Interessanti anche i reperti dell’ultima sala che testimoniano il passaggio della città alla dominazione longobarda, tra cui un tremisse in oro – moneta del tardo impero romano – coniato a Piacenza tra il 712 e il 744 durante il regno di Liutprando.

La nuova Sezione Romana del Museo archeologico di Palazzo Farnese è parte del progetto di Piacenza 2020/21, il calendario di eventi culturali, promosso dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi Piacenza-Bobbio, dalla Camera di Commercio di Piacenza.

Il progetto ha beneficiato del sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, di Confindustria Piacenza, di Crédit Agricole Italia, dell’Ente per la Valorizzazione di Palazzo Farnese e dei Monumenti Farnesiani, di Davide Groppi, della Ditta Gregori Gaetano SAS, di TAGMA di G.N.Tagliaferri, dei Musei Civici di Modena.

La nuova sezione apre al pubblico, in via eccezionale, lunedì 17 maggio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; sarà poi visitabile nei consueti orari dei Musei Civici di Palazzo Farnese dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (sabato e domenica solo su prenotazione).

Piacenza, Musei di Palazzo Farnese | Sotterranei (piazza Cittadella 29)

Dal 17 maggio 2021

Biglietti:

Tutte le sezioni dei Musei di Palazzo Farnese: intero, €8,00; ridotto, €5,00; una sola sezione: €3,00

Alla sezione romana si accede con il biglietto d’ingresso dei musei.

La biglietteria chiude 30 minuti prima della chiusura dei musei

Orari:

martedì-domenica: 10-13 e 15-18; (sabato e domenica solo su prenotazione); lunedì chiuso

Apertura straordinaria solo ‘Sezione Romana’: lunedì 17 maggio, 10-13; 15-18.

Info biglietteria: T. +39 0523 492658; [email protected]

L’allestimento curato da Space – Gruppo ETT

Nell’ambito del progetto di riallestimento della sezione romana del Museo civico archeologico di Piacenza, che si snoda lungo 15 sale a partire dall’impianto della Cittadella viscontea fino a ‘sfociare’ negli imponenti ambienti farnesiani, SPACE impresa di innovazione tecnologica e progettuale del Gruppo ETT dedicata alla valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, ha realizzato e fornito (in collaborazione con Bawer) più di 120 pannelli grafici e didascalici per un totale di oltre 500 mq di stampe di varia tipologia e dimensione; 15 postazioni multimediali e video; oltre 30 elementi espositivi tra vetrine di varia grandezza, pedane ed elementi speciali di allestimento per l’esposizione delle moltissime vestigia romane in mostra.
Un avvincente viaggio di scoperta alle radici della storia e dell’identità del territorio, articolato su più registri comunicativi in funzione delle tante possibili fasce di utenza.

Massimo Toscani. presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano

«Due anni fa, in concomitanza con la fase di progettazione della mostra “Annibale un mito mediterraneo” da tenersi presso alcuni spazi restaurati di Palazzo Farnese, decidemmo di approvare uno stanziamento ad hoc per il nuovo impianto di deumidificazione, indispensabile per la riapertura al pubblico di quella porzione restaurata del complesso museale. Un investimento lungimirante, poiché funzionale al futuro di quei locali.  Oggi siamo lieti di partecipare all’inaugurazione del nuovo museo archeologico, che metaforicamente raccoglie il testimone della mostra sul condottiero cartaginese.

È sempre una buona notizia quando il patrimonio culturale della nostra città si arricchisce e ancor di piû in questi giorni, che viviamo con la speranza di una ripartenza dopo un periodo travagliato e difficile anche per la cultura».

Confindustria Piacenza sponsor dell’allestimento della statua di Kleomenes

«In perfetta continuità con una tradizione consolidata negli anni, Confindustria Piacenza, con la presidenza di Alberto Rota e la direzione di Cesare Betti, ha prontamente risposto al bando che il Comune di Piacenza aveva emesso nel 2019 per trovare sponsor per l’allestimento della statua di Kléomenes nella sua nuova collocazione all’interno della Sezione Archeologica dei Musei Civici di Palazzo Farnese.

Gli industriali piacentini hanno colto l’importanza dell’iniziativa, che arricchisce la proposta culturale piacentina di un importante tassello che consente di leggere, attraverso l’ampia esposizione di circa millequattrocento reperti e l’azzeccatissimo percorso, la storia della città dall’età preromana all’invasione dei longobardi nel VI secolo d.C.

L’arte, la cultura, la scuola e l’università, la sanità sono campi nei quali interveniamo ogni anno nel solco di quel “ruolo sociale dell’impresa” che si esplica prima di tutto nel mantenere in salute le proprie aziende per garantire posti di lavoro e contribuire allo sviluppo della nostra provincia. Ma siamo anche fermamente convinti che si debba contribuire alla valorizzazione del nostro territorio che ha in sé una inestimabile ricchezza fatta proprio di storia, di arte, di cultura, di paesaggio che rendono molto bello vivere, lavorare ed investire qui.

Aver quindi contribuito anche a questo progetto ci rende particolarmente orgogliosi perché sentiamo di aver lavorato ancora una volta in squadra, che è la vera ricetta di ogni iniziativa di successo. Sempre più la partnership pubblico-privato consentirà di andare a segno e superare limiti dovuti a risorse limitate sia finanziarie che progettuali.

Palazzo Farnese è uno dei contenitori più importanti del nostro patrimonio storico, artistico e culturale ed è per questo che anche in passato siamo intervenuti con la  Teca del Botticelli  e per la realizzazione del modello ligneo di Palazzo Farnese realizzato dall’architetto Enrico Bergonzoni che si trova al piano rialzato del Museo.

La pandemia ha solo rallentato questo progetto che presto vedremo in tutto le sue grandi potenzialità.

Al Sindaco Patrizia Barbieri, all’Ass.Jonathan Papamarenghi, alla Direttrice Antonella Gigli e a tutti quelli che vi hanno lavorato con grande impegno in tutti questi mesi vanno i doverosi ringraziamenti di tutta la comunità piacentina.

Per il 2021 ci faremo carico del restauro della statua di Giandomenico Romagnosi, altro importante simbolo della nostra identità, quella che definisce chi siamo e da dove veniamo e attraverso la quale possiamo trovare gli strumenti concreti per promuovere il nostro territorio attraverso il bello ed il ben fatto, con le ricadute economiche che tutti sappiamo individuare».

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