Rientro a scuola: i consigli pratici dei farmacisti piacentini

La dottoressa Simona Veneroni ed il dottor Paolo Cordani, farmacisti di Piacenza, suggeriscono alcuni comportamenti utili per affrontare la scuola all'epoca del Covid

Simona Veneroni Farmacista

Accanto alle indicazioni diffuse da Ministero della Salute, Regione e plessi scolastici, buon senso e una corretta abitudine alla quotidiana prevenzione possono fare la differenza. Federfarma, per un ritorno più sereno sui banchi, dà la parola a due associati che, nella veste di professionista e genitore, offrono una riflessione a tutto tondo. A cominciare dal dialogo.

“Parliamo con i nostri figli – suggerisce da subito Simona Veneroni, farmacista piacentina e mamma -, senza spaventarli o generare ansia, certo, ma guidandoli ad una ragionata comprensione delle norme introdotte sia in termini di distanziamento che di attenzione all’igiene. Educhiamoli al corretto modo di mettere, togliere e smaltire le mascherine. Ricordiamo ai più piccoli di non portare mai giocattoli o oggetti da casa, e non scambiare libri o altro con i compagni, compresi cibo o bevande. Attenzione a cosa si posa sul banco, a dove si appoggia la cartella e, con l’inverno, a dove si appendano sciarpe, cuffie o guanti: non devono toccare per terra ma – aggiunge – neanche esser messi a contatto con astucci, libri o quaderni. Buona cosa è poi inserire nella routine quotidiana l’abitudine a lavarsi bene le mani prima di uscire e appena rientrati da scuola. A casa dedichiamo uno specifico spazio al deposito di scarpe, giubbini, zaini o cartelle, e insegniamo loro a cambiarsi subito gli abiti indossati in classe, che andranno messi a lavare”. Mamma del diciassettenne Andrea e della dodicenne Francesca, Veneroni raccomanda quindi in cartella: “Fazzoletti di carta, una bottiglietta d’acqua con scritto nome e cognome, mascherina di ricambio, un contenitore o sacchetto dove riporre quella in uso quando non serve, durante la merenda o a mensa. Non deve mancare poi un prodotto igienizzate, da non prestare, e da usare anche in caso si salga in auto con i genitori d’un compagno o si prenda l’autobus. Essendo ad alta concentrazione alcolica – osserva la farmacista – gli va preferito il lavaggio delle mani ogni qualvolta sia possibile, così da evitare screpolature o irritazioni, ma è comunque un indispensabile strumento d’igiene quando si è fuori casa: facciamo che i ragazzi ne siano sempre riforniti. Sta infine a noi genitori misurare ogni mattina la temperatura ai nostri figli. In caso di semplice malessere consiglio vivamente di tenerli a casa piuttosto che creare disagio in classe. Dopotutto – conclude Veneroni – il rispetto delle procedure, come il buon senso e la presa in carico d’ogni responsabilità personale sono in questo contesto la migliore delle forme di sostegno alla collettività”.

Un concetto, questo, pienamente condiviso anche dal collega e segretario di Federfarma Piacenza Paolo Cordani, che non manca di sottolineare come “Di fronte a comuni malanni di stagione, riniti, dolori muscolari, mal di gola, nausea, vomito o dissenteria, meglio non insistere perché i nostri figli vadano a scuola a tutti i costi. Impediremo così che tossiscano o starnutiscano in classe, alleggeriremo agli insegnanti il già complesso compito di vigilanza e, non ultimo – osserva Cordani -, non obbligheremo i ragazzi a situazioni imbarazzanti. Solo una corretta filiera dell’attenzione e delle buone prassi scuola-docenti-genitori può farci superare quello che ci auguriamo sia l’anno di transizione verso il pieno ritorno alla normalità”. Papà di Benedetta e Matteo, quest’ultimo al terzo anno di scuola materna, raccomanda infine ai genitori di “Rispettare indicazioni e regole erogate dagli istituti scolastici, metterli nelle condizioni di rintracciarci facilmente in caso di necessità, mantenere alto il livello di disponibilità, ma anche di guardia e informazione (purché di qualità). Al contempo – consiglia – abituiamo i nostri ragazzi ad esprimere liberamente dubbi, disagi, problemi o preoccupazioni, a segnalare incongruenze o eventuali situazioni a rischio, ma senza mai scadere nell’allarmismo. Assolutamente da evitare, poi, ‘giustizialismi digitali’ o sterili polemiche sulle chat di classe, accuse che possano umiliare, ghettizzare o portare un alunno all’isolamento sociale. Il rientro a scuola – conclude – è una sfida per la normalità che va combattuta tutti insieme. E per lo stesso motivo, per ogni dubbio, necessità o semplice consiglio, non mancate di rivolgervi tranquillamente al vostro medico o farmacista di fiducia”.

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