Rinnovato il blocco sfratti

Grazie ad una nuovo decreto del Governo almeno fino al 30 giugno 2021 i proprietari non potranno sfrattare gli inquilini morosi, ma intanto dovranno continuare a pagare le tasse

Il blocco sfratti era cessato nel 2015 (ministro Lupi). Ma la libertà di contrattazione (con i canoni, ovvio, in diminuzione) è durata meno di 5 anni. E all’inizio di quest’anno – quando già si era trovato in Commissione, fra la maggioranza dei parlamentari componenti la stessa, un accordo per cominciare a limitare la portata del blocco – il Ministero della Giustizia (già col Governo Draghi) è intervenuto, sostanzialmente imponendo di rinnovare il blocco nella sua interezza (motivazione: per studiare con calma cosa fare!). E così è stato.

Il cd. Provvedimento Milleproroghe, al suo art. 13 oggi stabilisce, testualmente, che “La sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo” (art. 103, comma 6, D.L. 17.3.’20 n. 18, come convertito) “è prorogata sino al 30 giugno 2021”, limitatamente, peraltro, “ai provvedimenti di rilascio adottati per mancato pagamento del canone alle scadenze” e “ai provvedimenti di rilascio conseguenti all’adozione del decreto di trasferimento di immobili pignorati ed abitati dal debitore e dai suoi familiari”. In sostanza, anche chi non ha pagato (e non paga) il canone, continua per legge ad occupare la casa che ha in affitto anche da 12 mesi, e continuerà così (almeno) per altri 4 mesi, per un (possibile) totale di 16 mesi (un anno e 4 mesi).

Il proprietario, intanto, continua a pagare Imu e ammennicoli vari, come se riscuotesse il canone. Che risulti, una situazione del genere, in Italia non s’era mai vista, e il blocco degli sfratti anche per i morosi, non s’era mai visto neanch’esso. Chi, poi, ha acquistato un immobile ad un’asta giudiziaria ed ha già pagato il relativo prezzo ed i soliti collaterali ammennicoli, ha successivamente ottenuto (finalmente) dal giudice il decreto che ingiunge al debitore (che occupa ancora l’immobile) di rilasciare la casa, è quindi in procinto di iniziare l’esecuzione con l’Ufficiale giudiziario per ottenere (in quanto tempo? altri 7/8 mesi, che vada bene) la disponibilità del bene acquistato e pagato (questo sfortunato acquirente) deve dunque aspettare altri 4 mesi – senza percepire alcunché e dovendo comunque pagare le relative tasse – per poter rivolgersi all’Ufficiale giudiziario e poter iniziare il calvario dell’esecuzione immobiliare.

Insomma: il proprietario è trasformato in un ente di assistenza, al posto di stato ed enti pubblici vari. Poi però ci si lamenta che la fiducia non ritorna, l’economia non riprende, gli stranieri non comperano. Ma chi deve investire (e avere fiducia) in un Paese come questo?

Corrado Sforza Fogliani – Presidente Centro studi Confedilizia

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