Caso Romagnosi e Casali: per Gilda Insegnanti bisogna perseguire i responsabili

Il sindacato degli insegnanti interviene sul caso degli studenti che "truccavano" il registro elettronico

Dopo le dichiarazioni di qualche studentessa rea confessa di aver alterato i dati archiviati nei registri elettronici dell’Istituto Romagnosi Casali di Piacenza, la Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza ritiene irricevibili le affermazioni della stessa che sfrontatamente si permette d’invocare sanzioni nei confronti della docente alla quale è stata carpita illegalmente la password, invitiamo questa persona ad avere un atteggiamento più compunto e rispettoso dell’insegnante ricordandole, se non le fosse chiaro, che sta parlando di un Pubblico Ufficiale.

La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, per il tramite del suo coordinatore Salvatore Pizzo, ricorda a certi signori studenti ed ai loro genitori che usando abusivamente la password di una professoressa per alterare i registri, si profilano una o più fattispecie penalmente perseguibili che sicuramente la magistratura starà vagliando:

l’art. 615 ter del codice penale sanziona l’accesso abusivo a un sistema informatico con una pena massima di 3 anni di reclusione; l’art. 482 del codice penale prevede per la falsità materiale in atto pubblico commessa da un privato una condanna che può arrivare a 2 anni; la frode informatica è sanzionata dall’art. 640 ter del Codice Penale con la reclusione che oscilla dai 6 mesi ai tre anni di carcere.

Gli unici a non essere imputabili sono i minori infraquattrodicenni, ma ciò non toglie che i genitori possano essere chiamati in sede civile a rifondere eventuali danni non patrimoniali (d’immagine) causati dai loro figli patiti dall’Istituzione Scolastica, anzi auspichiamo l’Avvocatura dello Stato sia stata già incaricata di agire di conseguenza al fine di tutelare l’Istituzione danneggiata dagli atti delinquenziali che sono stati commessi.

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