Salviamo Villa Verdi. Lanciata una campagna di raccolta fondi online

La villa necessita di urgenti lavori di restauro e di liquidità per poter tenere aperto il museo dedicato al maestro

Salviamo Villa Verdi. E’ questo l’esplicito solgan di una campagna di raccolta fondi lanciata online per tentare di salvare il museo piacentino che fu casa del compositore nato a Busseto ma storicamente legato alla nostra  provincia di  cui fu consigliere e dove decise di risiedere. Proprio a Villa Verdi, a Sant’Agata di Villanova sull’Arda (PC), il maestro Giuseppe Verdi visse per più di cinquant’anni. Il compositore la acquistò nel 1848 abitandovi a partire dal 1851.

Fu Verdi che eseguì di proprio pugno gli schizzi del progetto di ampliamento e dette indicazioni dettagliate per la scelta dei materiali da utilizzare fino a farla diventare come egli volle e come oggi noi la vediamo. In questo luogo il più celebre compositore italiano visse e scrisse la sua musica, godendo di un isolamento necessario al suo genio creativo ed al suo carattere, schivo e riservato. L’originaria casa padronale di campagna, acquistata da Verdi, divenne così in pochi anni la residenza dove i canoni estetici del tempo trovavano una perfetta realizzazione che, ancora adesso, il visitatore più attento può comprendere ed ammirare. Un luogo dove si respira la sua musica, la sua vita, la sua anima.

Nel suo testamento olografo Giuseppe Verdi scriveva: “Faccio obbligo di conservare il giardino e la mia casa di Sant’Agata nello stato in cui ora si trova” e questo ancora avviene grazie agli eredi, la famiglia Carrara Verdi.

Una parte della casa è adibita a museo. E’ possibile visitare le stanze private di Giuseppe Verdi e di Giuseppina Strepponi: mobili intarsiati, fortepiano viennese di marca Fritz con il quale sono state composte tante opere tra le quali Il Trovatore e la Traviata, pianoforte Erard usato dal 1871 in poi, il busto in terracotta di Vincenzo Gemito, i guanti usati esclusivamente per dirigere la Messa da Requiem a Milano in onore a Manzoni, il cilindro e la sciarpa ritratti nel famoso quadro di Boldini, la camicia e la maschera mortuaria e tanto altro ancora.

«Purtroppo – ricordano i promotori dell’iniziativa – è sempre stata la sola famiglia a prendersene cura senza il minimo aiuto da parte dello Stato Italiano che ha tanto promesso e mai mantenuto. La Villa ha bisogno di numerosi interventi di restauro e l’assenza imprevista di visitatori, causata dalla epidemia Covid-19, non ha giovato alle casse del museo che rischia la chiusura definitiva al pubblico. Un luogo unico, che ci fa capire tutto sul compositore italiano più rappresentato al mondo. Prima di arrivare ad una decisione drastica la direzione del museo ha pensato di chiedere aiuto».

Da qui nasce l’iniziativa di crowfunding lanciata sula piattaforma “Innamorati della cultura”.

Il progetto di restauro della villa prevede un percorso di diversi interventi sia all’interno che all’esterno.
Il costo totale del restauro è piuttosto elevato e per questo  è stato deciso di affrontarlo un poco per volta con la speranza di riuscire a raccogliere quanto serve per completarlo dando la precedenza alle urgenze che sono venute a crearsi e che oggi impediscono di aprire la dimora al pubblico.

Per poter tenere aperto il museo dopo questo lockdown c’è bisogno di liquidità per affrontare le spese fisse e pagare lo stipendio ai cinque dipendenti.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome