Salvini contestato in Polonia dal sindaco di Przemysl ma anche dai fotografi piacentini  Ferri e Salami

Il sindaco della città al confine con l’Ucraina, a sorpresa ha estratto la maglietta raffigurante Putin che il leader leghista indossò davanti al Cremlino. Il leader leghista, su Facebook, ribadisce il senso della sua missione

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C’erano anche i due fotografi piacentini Sergio Ferri e Marco Salami quest’oggi alla stazione di Przemysl, la città polacca che dista pochi chilometri dall’Ucraina e che è dunque un avamposto di accoglienza per migliaia di profughi in arrivo dal paese attaccato dalle forze armate russe.

I due hanno portato dall’Italia medicinali e cibo e si trovavano sul posto quando è arrivato il leader leghista a seguito della missione umanitaria organizzata da “Ripartiamo onlus”.

Salvini durante quella che pensava essere una cerimonia di benvenuto e ringraziamento è stato fortemente spiazzato dal gesto del sindaco Wojciech Bakun che dopo aver ringraziato l’Italia per gli aiuti, ha estratto la famosa maglietta bianca con il ritratto di Vladimir Putin indossata dal segretario del Carroccio in più occasioni, alcuni anni fa, davanti al Cremlino così come a Bruxelles.

Il sindaco polacco non si è limitato al gesto ma ha anche pronunciato parole pesanti nei confronti del leghista. «Ho saputo questa mattina che avrebbe visitato  Przemys – ha detto il sindaco. Lo ritengo insolente da parte sua così ho deciso di regalarle una maglietta con l’immagine del suo amico Putin. La invito a visitare un centro con i rifugiati in cui ci sono migliaia di vittime di questa guerra. Solo l’ultimo giorno la Polonia ha accolto 150 mila rifugiati, di cui solo Przemysl circa 34 mila. Io non la ricevo. Venga con me sul confine, ha una chance per condannare Putin» (Qui il video su Facebook)

Salvini, ha di tentato a fatica di dire qualcosa in inglese ma è riuscito a pronunciare solo «siamo qui per aiutare».   

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Sul posto era presente un gruppo di italiani, fra cui i due fotografi piacentini che hanno pesantemente contestato il segretario della Lega, urlando al suo indirizzo “Buffone, pagliaccio”.

Pochi istanti dopo Salvini, in italiano, davanti alle telecamere ha tentato di spiegare la sua presenza «Stiamo lavorando per portare aiuti dall’Italia – ha detto – medicine, vestiti, cibo, giocattoli, pace. Ci spiace che ci sia qualcuno che preferisce la polemica».

(Qui il video su Facebook)

A questo punto è intervenuto il piacentino Ferri che ha detto «Non è polemica, è verità».

(Qui il video su Facebook )

L’intervento di Matteo Rancan

Su quanto accaduto si registra anche l’intervento di Matteo Rancan, capogruppo in regione della Lega attraverso un post su Facebook.

«Recapitare beni e farmaci ai profughi o urlare a Salvini? Mi riferiscono che i due italiani che appaiono nel video in cui Salvini viene insultato sono due fotografi piacentini, i quali dovrebbero essere dove sono per documentare quello che sta accadendo.

Sono partiti qualche giorno fa con buone intenzioni: recapitare beni di prima necessità e farmaci ai profughi. Ma poi hanno preferito dedicarsi alle offese.

Al netto di come la si possa pensare, ritengo che questo comportamento faccia rilevare la malafede di chi collabora anche con testate giornaliste locali.

Io, da rappresentante politico, mi aspetto un atteggiamento corretto e obiettivo da parte di chi deve riportare le informazioni.

Chi produce “reportage” ma parte politicamente prevenuto, fino ad arrivare ad urlare “buffone” a questo o quel rappresentante delle istituzioni, almeno lo faccia dopo essersi tolto la casacca da arbitro. Viva l’informazione libera!».

Il post di Salvini

Lo stesso Salvini, in un post, è tornato indirettamente a parlare dell’accaduto «Qui Polonia. Domani 50 bimbi e donne in fuga dalla guerra prenderanno un pullman e arriveranno in Italia, trovando casa e Pace. Questo mi riempie il cuore di gioia, le polemiche le lascio ad altri».

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