Salvini visita Peveri in carcere: “nessun risarcimento danni ai delinquenti”

"Non è giusto - ha detto il ministro - che sia in galera l’imprenditore che si è difeso dopo cento furti e rapine e sia a spasso il rapinatore, in attesa di un risarcimento di danni"

Arriva alle sedici e trenta Matteo Salvini, ministro dell’Interno, al carcere delle Novate per una visita lampo ad Angelo Peveri, l’imprenditore che dentro quelle mura da poche ore sta scontando una condanna definitiva per aver sparato ad un ladro, esasperato dopo aver subito quasi cento furti nei suoi cantieri.

Intorno alla casa circondariale, a precederlo,  c’è un grande dispiegamento di forze dell’ordine, dalle prime ore del pomeriggio.

Un cane viene utilizzato per bonificare l’area dove transiterà di li a poco il titolare del Viminale. Nel cortile antistante il penitenziario ad attendere Salvini ci sono tutti i vertici locali della Lega, il senatore Pisa Pisani, l’onorevole Murelli, il consigliere regionale Matteo Rancan, l’assessore Luca Zandonella.

Ci sono anche il Prefetto, il Questore e la direttrice del carcere. Fuori dai cancelli il figlio e la figlia di Peveri, oltre alla sorella; gli hanno fatto visita poco prima.

Insieme a loro qualche simpatizzante della causa ed ovviamente uno stuolo di giornalisti, cameramen, fotografi. Perché qui in discussione non c’è solo il caso singolo dell’imprenditore piacentino e del suo operaio George Botezatu (finito anche lui in carcere) ma l’impianto stesso della legittima difesa. Un tema caldo in Italia, che Salvini ha deciso, da tempo di cavalcare.

Mentre si aspetta l’arrivo del ministro, dalla casa circondariale esce anche un detenuto di origini magrebine, stupito, ma nemmeno più di tanto, dalla folla. Saluta i poliziotti (che evidentemente ben conosce), reclama a gran voce un taxi e si allontana con il suo carico di borse e borsine dicendo ironicamente “salutatemi Matteo Salvini”.

Il ministro decide di non varcare in auto i cancelli delle Novate. Scende e scambia alcune battute con i giornalisti e con i simpatizzanti, dando appuntamento a dopo, una volta visto Peveri.

Alla visita partecipano anche i parlamentari piacentini. Dopo circa un’ora il ministro esce nuovamente nel cortile. Indossa fugacemente un giubbotto della Polizia Penitenziaria che qualche agente gli ha passato, alcune foto e poi, nuovamente a piedi, esce e si concede alle domande.

Come è andata?

Quando entri in un carcere non va mai bene. Però ho trovato una persona perbene. Da italiano, più che da ministro, la sensazione è che c’è qualcosa che non è giusto e che non funziona. Che sia in galera l’imprenditore che si è difeso dopo cento furti e rapine e sia a spasso il rapinatore, in attesa di un risarcimento di danni mi dice che bisogna cambiare presto e bene le leggi. Non è giusto.

Abbiamo parlato del suo lavoro visto che ha dieci cantieri in dieci città e due figli che devono portare avanti i cantieri e ci sono due operai di meno, lui ed il ragazzo che è con lui.

L’ho trovato tranquillo. Cerchiamo di fare di tutto perché stia in galera il meno possibile. Dal mio punto di vista non avrebbe dovuto nemmeno entrarci. Però non commento le sentenze.

Ha incontrato anche George?

Si li ho incontrati assieme. Ingiustizia nell’ingiustizia non capisco la condanna di uno che l’arma non l’ha nemmeno presa in mano. La legge che approveremo sulla legittima difesa non va indietro ma guarda avanti. Non è evidentemente l’invito a nessuno a farsi giustizia da solo ma se io vengo aggredito o minacciato a casa mia, nella mia azienda, nel mio negozio, nel mio bar ho diritto di difendermi e senza passare – come in questo caso – nove anni per i tribunali di mezza Italia. Mi sembra il minimo del buonsenso.

Magistratura Democratica dell’Emilia Romagna sostiene però che il caso di Peveri in realtà non ha nulla a che fare con la legittima difesa e che così si rischia di alimentare il far west in Italia.

Ci sono alcuni magistrati di sinistra che la pensano così. Io faccio il ministro dell’interno. Il mio dovere è prevenire i reati, diminuirli. Non riuscirò mai ad azzerarli evidentemente. Non posso mandare un poliziotto un carabiniere fuori da ogni bar, abitazione, da ogni scuola, da ogni cantiere edile. Posso impegnarmi da parlamentare perché chi viene aggredito in casa sua abbia diritto se messo alle strette, se in pericolo, di difendersi senza passare anni in tribunale e pagare migliaia di euro in avvocati. Io rispetto il lavoro dei giudici, loro rispettino il lavoro di un ministro.

Peveri entrerà a far parte della Lega?

Non abbiamo parlato assolutamente di politica. Un uomo di oltre cinquant’anni che passa la sua terza notte in carcere vuole parlare di lavoro, di futuro, di famiglia. Quello che io non capisco veramente è il risarcimento danni ai rapinatori e ai delinquenti. Questa è una cosa che non esiste ne in cielo ne in terra e farò di tutto perché i rapinatori abbiano paura a fare i rapinatori in Italia. Qualunque rapinatore. Non esiste risarcimento danni ad uno che nella vita sceglie di fare il delinquente.  Fai il delinquente? Ti assumi gli oneri del fare il delinquente. Se ti va male, mi spiace per te, nella prossima vita fai un lavoro normale.

A chi la accusa di strumentalizzare questo fatto a fini politici?

La politica deve risolvere. Io andai a Milano a trovare il tabaccaio, il ristoratore di Lodi, l’altro commerciante di Milano, l’imprenditore di Bergamo (anche lui fini in carcere). Non risolverò tutti i problemi però una legge seria e di buon senso sulla legittima difesa sicuramente eviterà dei problemi e spero metterà qualche timore in più ai rapinatori che oggi purtroppo arrivano in Italia e delinquono. Questo è il caso più evidente: l’imprenditore è dentro ed il rapinatore è fuori … con il portafogli pieno. Continueranno ad esserci furti e rapine però uno sa che se entra  in una proprietà privata in Italia rischia di più rispetto a quello che rischia oggi.

Alcuni giornalisti di testate nazionali cercano di portare Salvini su altro argomenti. Gli chiedono di Formigoni, dell’automia ma il ministro resta fermo sull’intenzione di parlare solo di Peveri.

Oggi mi fermo a parlare di questo signore che a differenza mia e vostra non dorme a casa ma dorme in galera, secondo me ingiustamente.

Lo ha trovato tranquillo?

Si per quanto possa essere tranquilla una persona che ha lavorato una vita, ha sempre dormito a casa con i suoi figli o in cantiere e dorme in un carcere dove peraltro – nota a margine – il 70% degli ospiti è straniero. Non è perché Salvini c’è l’ha con Tizio o ce l’ha con Caio, però se al carcere di Piacenza se 7 detenuti su dieci sono stranieri vuol dire che limitare l’immigrazione fuori controllo fa solo bene.

Vi rivolgerete a Mattarella per il caso Peveri?

Andai da Mattarella  per l’imprenditore bergamasco Monella (che subì una vicenda simile). Prima parlerò con l’avvocato perché voglio capire come intendono muoversi e se servirà androò anche dal Presidente della Repubblica.

Non gli ha fatto promesse?

Ma no, che promesse! Non ho ancora sentito l’avvocato. Prima voglio parlare con lui. Ringrazio tutti i cittadini piacentini, amministrazioni, associazioni, persone comuni di destra e di sinistra che hanno espresso ed esprimeranno solidarietà al signor Angelo. Non è una contestazione alla sentenza dei giudici ma la solidarietà e la vicinanza umana per un onesto lavoratore, incensurato, fino a qualche settimana fa, penso lo aiuti. Tutto l’affetto che verrà da fuori il carcere gli arriverà dentro le mura.    

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Carlandrea Triscornia
Giornalista professionista si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Ha inoltre ottenuto il Diploma in Legal Studies presso la Cardiff Law School - Università del Galles (UK). Ha iniziato la sua carriera come collaboratore del quotidiano di Piacenza Libertà. Dopo un corso di giornalismo radiotelevisivo ha svolto uno stage presso l’emittente Telereggio divenendone prima collaboratore e poi redattore. Successivamente ha accettato l’incarico di direttore generale e direttore editoriale di Telecittà emittente regionale ligure, dove ha lavorato per tre anni. E’stato quindi chiamato dalla genovese Videopiù ad assumere il ruolo di responsabile delle sedi regionali di SkyTG24 affidate in outsourcing alla stessa società. Trascorsi cinque anni è rientrato nella nativa Piacenza avviando una attività imprenditoriale che lo vede tuttora impegnato. Ha fondato PiacenzaOnline, quotidiano di Piacenza di cui è direttore responsabile. Ha collaborato con l’Espresso e con Avvenire oltre che con Telemontecarlo - TMC News come corrispondente dall’Emilia ed ha lavorato come redattore presso Dodici-Teleducato Parma. Appassionato di Internet e di nuove tecnologie parla correntemente inglese. Sposato, ha due figli.

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