Sanità in Emilia Romagna: disavanzo di 885 milioni di euro

Deficit sanità, In Commissione scontro sul ripiano. La giunta assicura che il deficit in sanità verrà ripianato, ma Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia chiedono un'operazione verità

La giunta assicura che il deficit in sanità verrà ripianato, ma Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono un’operazione verità. Pd, Lista Bonaccini, Europa Verde e ER Coraggiosa insieme al Movimento 5 Stelle richiamano lo Stato alle proprie responsabilità nel rimborsare le spese Covid.

I conti della sanità infiammano le commissione Bilancio e Sanità presiedute rispettivamente da Massimiliano Pompignoli  e Ottavia Soncini. A fare il quadro del bilancio della sanità regionale sono stati gli assessori alla Sanità Raffaele Donini e al Bilancio Paolo Calvano.

In sintesi: il disavanzo è di 885 milioni, la Regione ne ha già trovati 493 e ne restano da reperire 392. Le manovre sono in corso e la Commissione Salute nazionale, coordinata da Donini, ha chiesto al governo di risolvere il dramma dei bilanci in rosso delle Regioni nel 2022, dovuti al mancato rimborso, da parte dello Sato, delle spese per il contrasto alla pandemia e all’aumento del costo dell’energia a causa della recente crisi. “Dal governo vogliamo il giusto, non un euro in più” hanno scandito gli assessori.

“Comprendiamo la preoccupazione dei consiglieri per gli 885 milioni di disavanzo, che emerge dalla somma di varie aziende territoriali. Stiamo lavorando da tempo per arrivare al pareggio. Il primo scenario prevede che siamo in grado di disporre di quasi 493 milioni di euro, che arrivano da entrate straordinarie che avremmo destinato ad altro. Dobbiamo essere orgogliosi perché in 3 anni la Regione ha surrogato risorse per quasi un miliardo in tre anni, attendendo i rimborsi e che lo Stato faccia la sua parte”, spiega Donini che chiede al governo risposte anche sul carobollette e ricorda come la regione non sarà commissariata in sanità perché alla fine tutti l’attuale deficit sarà ripianato con risorse proprie dell’amministrazione regionale. Dal canto suo l’assessore Calvano ha rimarcato che “la previsione di spesa da parte dello Stato è preoccupante e incoerente con lo sviluppo del Pnrr perché nella Nadef si dice che la spesa sanitaria era il 6,6% del Pil nel 2015, nel 2020 con la pandemia è salita al 7,4%, ma poi la spesa comincia a calare nel 2021-22 e nel 2024 andrà al 6,2%, cioè meno del periodo pre Covid. Ma noi da qui al 2026 dobbiamo fare più strutture e servizi di sanità territoriale perché questo è stato concordato con la Ue per il Pnrr. Spero che il dato della Nadef cambi”.

Le due relazioni hanno dato vita a un serrato confronto tra le forze politiche.

“Abbiamo chiesto un’operazione verità sui conti della sanità perché in questi anni abbiamo appreso le informazioni dalla stampa e mai dalla giunta: non vogliamo fare tranelli, ma sapere come stanno le cose: in Veneto il disavanzo supera di poco i 200 milioni, perché in Emilia-Romagna i numeri sono così più alti? Ci viene da pensare alle parole di chi parlava di malasanità”, spiega Daniele Marchetti (Lega) riferendosi, senza mai però citarla per nome, la vicenda dell’ex Direttrice Petrapolacus (“parlava di malasanità”). “Ora -incalza il leghista- dobbiamo cercare di capire dove verranno reperite i 392 milioni di euro che l’assessore Donini dice essere ancora scoperti nel bilancio sanitario. Verrà messo in discussione il sostegno al privato accreditato? Mi auguro oggi che ci sia una risposta da parte della giunta perché capisco il tentativo dell’assessore Donini di mandare la palla in tribuna, ma vogliamo chiarezza”. Molta dura Maura Catellani (Lega): “Maggioranza e giunta stanno mistificando la realtà. Facciamo tante domande, ma la giunta non ci dà risposte: ci dite dove tagliate? No, ci continuate a dare delle note non aggiornate dove si parla di nuovi ospedali che drenano risorse, ma non vengono mai realizzate”, mentre Simone Pelloni (Lega) è stato tagliente: “La sanità pubblica non c’è più, il privato costa sempre di più: esiste un problema per i cittadini”.

“Ieri ho rotto gli argini del buco di bilancio, mostrando che nelle Ausl c’è un buco nei bilanci di 838 milioni di euro. Oggi durante l’audizione dell’assessore in commissione sanità ho voluto approfondire e andare nello specifico di alcuni punti, perché abbiamo da una parte la necessità di capire qual è stato il problema, e come hanno fatto le aziende sanitarie a trovarsi con un buco di 838 milioni di euro. Tre sono i punti in cui focalizzo l’attenzione di un bilancio che non torna e che per far quadrare i conti da volontà della Giunta avvilisce i fondi PNRR, spende comunque tanto per farmaci rispetto ai prezzi dati – da indagine ANAC – e le liste d’attesa, che continuano ad essere lì, usate come capro espiatorio e senza soluzione alcuna”, incalza Valentina Castaldini (Fi) che ricorda come “mi aspettavo che i maggiori costi fossero in buona parte da imputare al recupero delle liste d’attesa, ancora lunghissime, anche perché la narrazione da parte dell’assessorato, ogni volta che portavo in aula il problema, è che da lì a pochissimo tempo tutto l’arretrato sarebbe stato smaltito, e si sarebbe rientrati nei tempi standard. Guardando i dati della produzione però non ci sono quei picchi che ci aspetteremmo, e anzi il livello non è ancora arrivato a quello del 2019. In più, e sono dati del 2 novembre quindi di una settimana fa, lo stato delle liste d’attesa chirurgiche dell’area metropolitana di Bologna è di 56.360 al 13 luglio 2022, e di 54.566 al 2 novembre. E il recupero degli interventi fuori soglia di tutto il 2021 che doveva avere il target dell’80% è ancora, a livello regionale, sotto al 70%. Quel cambio di passo e quel recupero di oltre il 50% ancora non c’è stato, e anzi, ancora rimane un’utopia”. Netta anche la posizione sul Pnrr: “Doveva essere una grande occasione, così non è…”.

Alle critiche del centrodestra ha replicato in prima battuta Lia Montalti (Pd): “Mi pare che la destra sia delusa perché pensava che non avremmo raggiunto il pareggio di Bilancio e invece gli assessori ci hanno spiegato che anche questa volta chiuderemo in pareggio il Bilancio: noto che la consigliera Castaldini ha aggiunto molti temi, ma la verità è che riusciremo a fare il Bilancio. Temiamo conto che non ci sarebbe nessun disavanzo se non ci fosse stato il caro bollette. Dobbiamo capire perché in questi anni la Regione ha speso tanti soldi per essere corrispondente ai bisogni dei cittadini, in particolare sul tema del Coronavirus, una grande emergenza sanitaria. La Regione si sta facendo carico di questi costi senza avere aiuti. A livello nazionale bisogna cambiare musica: bisogna sposare il modello di sanità pubblica e investire”. Sulla stessa linea Luca Sabattini (Pd) che invita a una riflessione completa sui costi della sanità e sulla necessità che lo Stato si assuma le proprie responsabilità, mentre Palma Costi (Pd) ha sottolineato l’importanza di investire sulla formazione e sul personale.

In sintesi la posizione dei Democratici è così riassunta: “senza la crisi energetica e il conseguente caro bollette che sta mettendo in difficoltà famiglie, imprese e ovviamente anche le strutture sanitarie, il bilancio sanitario della Regione Emilia-Romagna sarebbe già in pareggio nonostante l’enorme sforzo fatto per arginare la pandemia da Covid. E’ questo un problema condiviso a livello nazionale da ciascuna regione. Quello che si sta facendo qui in Emilia-Romagna non è quindi una battaglia di parte ma un forte impegno per riaffermare la centralità del sistema sanitario nazionale, a cui garantire adeguate risorse per mantenere un servizio sanitario regionale pubblico e universalistico, all’altezza dei bisogni di salute dei cittadini”.

Sulla stessa linea Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ha rilanciato i concetti espressi da Donini e Calvano: “Dobbiamo essere orgogliosi degli obiettivi che siamo posti, ora serve che anche lo Stato centrale faccia la propria parte”.

Netta Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle): “Il governo Conte aveva ripianato i conti Covid delle Regioni, poi il governo Draghi ha deciso di non fare altrettanto. Ora si deve intervenire sui temi delle spese sanitarie per il Covid, le Regioni hanno fatto bene a porre questi temi, ma sono arrivate tardi: da mesi dico che si doveva porre al governo la richiesta dei fondi Covid, ma anche l’Emilia-Romagna è stata debole, ora serve chiarezza”. La grillina ha anche messo dei paletti al prossimo Bilancio: “Non si tocchi la spesa per le politiche sociali per ripianare il deficit della sanità e allo stesso tempo si spingano le Ausl a una riqualificazione energetica per spendere meno”.

Netta Marta Evangelisti (Fdi) per la quale “è chiaro che la nostra non è quella sanità migliore del mondo di cui parla la giunta, che ci fossero problemi nella sanità regionale a noi era chiaro. Accettiamo le sollecitazioni che arrivano dal centrosinistra di attivarci a livello nazionale per trovare una soluzione a questi problemi perché per noi sanità vuol dire vita dei cittadini. Però il centrosinistra deve capire che la campagna elettorale è finita”.

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