Scarcerato Perazzi. “Non sapevo che Sebastiani si nascondesse in casa mia”

L'arresto è stato convalidato ma il giudice ha ritenuto che non vi fosse più il pericolo di inquinamento delle prove. L'uomo sostiene di non aver saputo che l'assassino si nascondeva in quella casa non sempre abitata. La sua ricostruzione dei fatti presenterebbe alcuni contraddizioni

Si è concluso intorno alle 14 di questo pomeriggio, presso il carcere di Piacenza dove si trova rinchiuso, l’interrogatorio di garanzia di Silvio Perazzi, padre dell’ex fidanzata di Massimo Sebastiani, l’assassino reo confesso i Elisa Pomarelli.

Perazzi è accusato di favoreggiamento e sospettato di aver aiutato l’assassino a nascondersi in alcune fasi della latitanza dell’operaio. Gli inquirenti ritengono che possa averlo “volontariamente” ospitato nella sua abitazione a Sariano di Gropparello.

L’arresto di Silvio Perazzi è stato convalidato ma l’uomo è stato scarcerato e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora a Castell’Arquato (Piacenza).

Durante l’interrogatorio Perazzi è stato assistito dal legale di fiducia avv. Paolo Fiori ed ha respinto tutte le accuse a suo carico. Ha sostenuto di non sapere in alcun modo che Sebastiani si nascondesse nella sua casa di Costa di Sariano, abitazione in cui l’ex vigile del fuoco non risiede e che è spesso disabitata.

Una versione, la sua, che però non sembra convincere i carabinieri e che sarebbe indebolita da alcune contraddizioni ed infatti il giudice ha convalidato l’arresto ma ritenendo che non vi sia il pericolo di inquinamento delle prove ha concesso al 68enne una misura cautelare più tenue, come l’obbligo di dimora.

Secondo i carabinieri Perazzi sapeva della presenza di Sebastiani nella sua ma non lo avrebbe denunciato.

Anche la lettera che Sebastiani ha scritto ed infilato nella casetta delle lettere di Sariano (all’inizio della scorsa settimana) potrebbe essere un depistaggio. Nella missiva l’assassino scriveva «Io ed Elisa siamo andati a pranzo insieme poi abbiamo raggiunto casa mia. Abbiamo litigato nel pollaio, Elisa si è allontanata e da quel momento non l’ho più vista».

La lettera venne consegnata da Perazzi ai carabinieri ma, secondo ‘accusa, nell’occasione non avrebbe rivelato tutto ciò che sapeva fornendo una versione dei fatti poco credibile e con molte contraddizioni sugli orari.

Il giorno della cattura di Sebastiani e del successivo ritrovamento della povera Elisa, Perazzi chiamò per una seconda volta i carabinieri dicendo loro che l’operaio forse si trovava in zona. Secondo la versione fornita nell’interrogatorio odierno Perazzi ha sostenuto che la mattina del 7 settembre avrebbe avvertito dei rumori provenienti dal solaio ed avrebbe dunque avvertito il 112.

In realtà – secondo i militari  – la chiamata sarebbe partita solo dopo che Sebastiani aveva già lasciato la casa.

Anche questa una discrepanza nella linea di difesa dell’uomo.

(Foto da profilo Facebook)

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