Scoprire Piacenza attraverso le foto di Giulio Milani

Al PalabancaEventi la prof. Valeria Poli ha ricordato la figura del bisnonno attraverso immagini simbolo

Nell’ambito delle iniziative collaterali alla mostra “La Piacenza che era” (promossa dalla Banca di Piacenza al PalabancaEventi, fino al 16 gennaio), Valeria Poli – nel corso di una conversazione che si è tenuta questa sera in Sala Panini – ha approfondito, dopo il saluto introduttivo del vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli, la figura del fotografo Giulio Milani (Pisa, 1898 – Piacenza, 1962), la cui produzione è ampiamente documentata nella sezione fotografica della mostra.

La prof. Poli, pronipote del prof. Milani, ne ha ricostruito la vicenda biografica e professionale che lo ha portato da Pisa a Piacenza e dall’insegnamento alla fotografia percorrendo, al contempo, altri filoni di interesse, tra i quali la pittura e soprattutto la musica. La conferenza ha anche permesso di ripercorrere i tempi e i modi della fortuna storiografica del fotografo, contestualizzando alcune immagini simbolo.

La relatrice ha spiegato come la produzione più conosciuta, anche se non sempre correttamente attribuita, sia costituita da quelle immagini che si uniformano al codice linguistico dei censimenti Alinari, che privilegiano le vedute frontali e selezionano le emergenze architettoniche più significative. «Sicuramente però quelle che maggiormente rivelano il suo gusto personale, lontano da occasioni e committenze – ha argomentato la prof. Poli – sono le immagini che i figli hanno donato ad Ernesto Prati, amico e grande ammiratore. Questa ricchissima produzione rivela, molto meglio di quella su commissione, la vera personalità del suo autore, che raggiunge un’alta intensità poetica nei numerosi fotogrammi in cui il mezzo tecnico è messo a dura prova dagli studi di paesaggi e di scene ovattate dalla nebbia o in controluce, o di tramonti che si specchiano nelle acque del Po. Il suo è un occhio da urbanista attento ai canali, alle strade, alla loro pavimentazione, alle mura e alle barriere daziarie che ancora danno alla città un aspetto unitario, ma anche alle prime industrie che ne forzano il tessuto rappresentando i nuovi monumenti del progresso».

Risale al 1984 la rinascita di interesse nei suoi confronti, che porta alla pubblicazione di un volume fotografico, curato da Giulio Cattivelli, dal titolo Giulio Milani fotografo in Piacenza. Riconoscendone la piacentinità d’adozione, gli è stata dedicata una scheda nel Dizionario biografico piacentino (Banca di Piacenza) ed è stata pubblicata per la prima volta, nel 2004, una vera e propria monografia, Piacenza nei ricordi fotografici di Giulio Milani, risultato dello sforzo di ricostruzione del catalogo degli scatti fotografici e da uno studio critico, grazie all’impegno della stessa Poli con la collaborazione di Maurizio Cavalloni, Mario di Stefano e Rosalinda Barbieri.

Prossimo appuntamento con le manifestazioni collaterali alla mostra domani, 4 gennaio, con la presentazione (Sala Panini, ore 18), a cura del gen. Eugenio Gentile, del volume “Piacenza Primogenita tra fine ‘800 e inizio ‘900”.

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