Scuola: partito oggi il concorso Stem. Strage di candidati e tanti probabili motivi di ricorso

Domande difficili, con percentuali di bocciati elevatissime. Molte commissioni negano carta e penne, indispensabili per effettuare i calcoli, aprendo la strada a future battaglie giudiziarie

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Ha debuttato oggi il concorso ordinario STEM che dovrebbe permettere di reclutare docenti di materie scientifiche per le scuole italiane. Secondo le prime testimonianze raccolte le domande sarebbero però troppo difficili, con conseguente strage di candidati, e soprattutto l’organizzazione frettolosa sta rivelando tutti i suo limiti: già si profilano all’orizzonte decine di possibili ricorsi.

Oltre al fatto di essere stato indetto all’ultimo momento, quando ancora molti insegnanti precari erano alle prese con gli esami delle medie e di maturità e dunque senza tempo sufficiente per prepararsi, il concorso si svolge con modalità del tutto inedite: un test a risposte multiple con 50 domande e 100 minuti  disposizione (due minuti a domanda). Due punti per ogni risposta corretta, zero punti per risposte non date ed errate.

Non essendovi mai stato nulla di simile i candidati non hanno potuto basarsi su nessuna traccia precisa ed il perimetro ufficiale di materie pubblicato dal ministero era troppo vasto, soprattutto viste le tempistiche.

Larga parte dei candidati si è allenata con un noto simulatore gratuito disponibile online che, alla prova dei fatti, risulta però molto distante dalle domande effettive come hanno sperimentato oggi i primi iscritti che hanno affrontato il quizzone.

Si trattava, in mattinta, degli aspiranti docenti di matematica delle superiori, classe A26 e questo pomeriggio di quelli di informatica classe 041. Lunedì sarà la volta della classe A20 (fisica) ed a seguire A27 (matematica e fisica). Da martedì sarà il turno del gruppo più consistente quello degli insegnanti di matematica e scienze delle scuole medie, la classe A28.

Il test si svolge tramite computer ed il risultato viene immediatamente comunicato ai candidati, al termine della prova. Per passare agli orali ed alla prova pratica bisogna raggiungere ameno 70 punti.

Ebbene questa mattina sembra che sia andata in scena una vera “Caporetto” come si scopre leggendo i vari gruppi nati in tutta Italia su WhatsApp e Telegram.

«Domande decisamente difficili degne di professori universitari …  una buffonata» ha commentato un insegnante mentre un altro gli ha fatto eco scrivendo «Fossero state fattibili non ci sarebbe stata questa strage tra stamattina e pomeriggio».

La percentuale dei bocciati sarebbe altissima ed all’orizzonte si profilano già decine, se non centinaia, di ricorsi. In alcune commissioni, ad esempio, ai candidati è stato consentito l’utilizzo della calcolatrice tradizionale (non scientifica) mentre nella stragrande maggioranza dei casi non è stato consentito.

Lo stesso Ministero anziché chiarire il punto aveva creato confusione su confusione, lasciando in campo parecchi dubbi. La nota n.18689 del 16 giugno 2021, aveva smentito una precedente nota del giorno precedente, il 15 giugno: «Facendo seguito alla precedente nota di questa Direzione Generale, prot. n. 18557 del 15/06/2021, si precisa inoltre che, contrariamente a quanto riportato al paragrafo “Operazioni di riconoscimento dei candidati da svolgersi nel rispetto dell’allegato protocollo di sicurezza”, non è consentito l’uso della calcolatrice scientifica».  Non è però chiaro se questo escluda o meno l’uso di una calcolatrice tradizionale che sembrerebbe essere comunque vietata in base all’articolo 4, comma 9 del DD n. 826/2021: «Durante lo svolgimento della prova i candidati possono utilizzare carta da scrivere e penne messe a disposizione dall’amministrazione. È vietato invece introdurre nella sede di esame appunti, libri, dizionari, testi di legge, pubblicazioni, strumenti di calcolo, telefoni portatili e strumenti idonei alla memorizzazione o alla trasmissione di dati …».

Proprio la questione della “carta da scrivere e penne messe a disposizione dall’amministrazione” sarà ulteriore motivo di ricorso visto che tante commissioni non hanno consegnato ai candidati né fogli né penne impedendo così agli stessi di effettuare calcoli e prendere note indispensabili per la risoluzione di alcuni dei quesiti. L’ennesimo pasticcio all’italiana insomma. Oltretutto ci si chiede che senso abbia reclutare docenti non in base alla loro capacità di insegnare ai ragazzi le materie scolastiche ma su domande che poco hanno a che fare con il reale insegnamento.

Così come ci si domanda se sia legittimo (anche sotto il profilo giuridico) inserire domande di inglese per candidati che dovranno insegnare non lingue straniere ma matematica e scienze e che nel loro percorso scolastico ed universitario possono aver studiato idiomi differenti come francese o tedesco. Una discriminazione che qualcuno potrebbe decidere di portare davanti ad un tribunale.

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