Secondo il Comitato Fondo Ambiente la demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo causa danni irreparabili

Il Comitato Fondo Ambiente e Territorio Piacenza non si rassegna alla demolizion dell’ex mercato ortofrutticolo in corso di svolgimento nonostante una serie di diffide inviate dallo stesso comitato al Comune. Con un comunicato (a firma di Domenico Ferrari Cesena, Giovanni Monti, Gabriella Barbieri, Stefano Benedetti, Fabrizio Bernini, Leo Bolliger, Giuseppe Castelnuovo, Artemio Cavagna, Pietro Chiappelloni, Adriano Corsi, Giorgio Gaiuffi, Adriana Gatti, Anna Lalatta, Guido Lavelli, Paolo Lega, Roberto Maffi, Giuseppe Marchetti, Francesca Molinari, Marco Natali e Adriana Sottili) oggi fa il punto dell situazione e sostiene che la demolizione causi danni al patrimonio e all’erario giudicati “ingiustificabili” e “irreparabili”.

«A Piacenza, nell’ex mercato ortofrutticolo comunale di via Colombo, si è conclusa sabato 20 novembre, la demolizione della tettoia centrale realizzata all’inizio degli anni ’90.

La ditta Furia, incaricata dalla società Terrepadane,  ha rimosso le lastre di copertura e le strutture portanti metalliche della tettoia, intaccando parti delle pensiline di cemento armato antistanti i corpi di fabbrica del mercato, realizzato nel 1934 e funzionante fino alla fine del 2013.

Il Comune ha previsto la demolizione dell’intero mercato, tranne l’edificio principale dell’ex direzione, per adibire l’area  a parcheggio e in parte alla costruzione di  un albergo.

Il tutto nell’ambito  dell’accordo Comune-Terrepadane del 30 aprile, avente per oggetto la trasformazione dell’ex consorzio agrario di via Colombo in centro commerciale-terziario. Il progetto è compreso nel  Bando periferie.

A norma di legge il progetto per la trasformazione in parcheggio dell’ex ortomercato, in variante al Piano urbanistico (RUE), è stato depositato in Comune  il 13 ottobre scorso per 60 giorni per la libera consultazione e potrà essere attuato solo dopo la ratifica, da parte del Consiglio Comunale, delle controdeduzioni alle osservazioni dei cittadini. In pratica fra alcune settimane.

Il procedimento in corso per l’abbattimento e la realizzazione del parcheggio presenta diverse irregolarità segnalate nella petizione-diffida inviata il 3 giugno agli Enti competenti dallo studio legale Fantigrossi tramite PEC, per conto dei cittadini e associazioni firmatari. Di seguito se ne citano alcune.

Non si comprende  come abbia potuto essere  autorizzata l’apertura del cantiere  prima dell’approvazione del progetto e della ratifica del Consiglio Comunale.

L’esecuzione delle opere prima che il progetto abbia concluso l’iter di approvazione  costituirebbe  un illecito edilizio. Lo denuncia l’esposto presentato alla Procura il 7 luglio scorso dallo studio legale Fantigrossi, per conto del Comitato di cittadini ora organizzati come Fondo Ambiente e Territorio.

L’approvazione del progetto in variante al RUE renderà possibile l’esecuzione del parcheggio, ma l’esecutore dovrà essere  il Comune tramite gara d’appalto pubblica, non potrà essere  Terrepadane, mediante affidamento a una ditta di fiducia, in esecuzione dell’accordo del 30 aprile.

L’esposto è stato presentato perché sono rimasti inascoltati gli appelli, rivolti al Comune e alla Soprintendenza, affinché l’ex mercato ortofrutticolo venga conservato in quanto bene di interesse storico documentario e non sia declassato a piazzale per la sosta delle auto, privando i cittadini di preziosi spazi di utilità sociale e culturale.

Non è noto se la Procura abbia preso in esame l’esposto né se lo farà prima che i lavori  si compiano.

L’esecuzione di quest’intervento comporterà  danni irreparabili, non solo ai valori culturali e urbanistici,  ma anche all’erario comunale, dato che non è stata fatta una stima del valore economico dell’ex mercato sulla base della consistenza e stato di conservazione, della posizione centrale e della destinazione urbanistica.

La sua trasformazione in parcheggio determinerà un’ingente perdita economica per il patrimonio comunale, che non potrà   essere compensata  da un superiore interesse pubblico; interesse consistente, secondo l’Amministrazione Comunale, nel fatto che il  parcheggio  servirebbe all’autostazione, alla stazione ferroviaria e alla zona circostante, senza  peraltro considerare  altri possibili usi d’interesse generale.

In realtà, tutti gli atti comunali relativi al progetto di rigenerazione urbana  dell’ex consorzio agrario affermano che la realizzazione del parcheggio costituisce un’anticipazione delle opere di urbanizzazione primaria a servizio  del  quartiere  commerciale-terziario in progetto. Pertanto l’uso prevalente del parcheggio sarà a vantaggio degli utenti di quel quartiere. Il fatto che Terrepadane abbia avuto in consegna l’area comunale e abbia affidato l’appalto ne è la riprova.

Sono trascorsi circa sei anni dalla prima proposta di Terrepadane e a tutt’oggi sussistono problemi  procedurali e di contenuti non risolti. Ipotesi progettuali diverse, conformi alla legge, che tengano conto degli interessi generali e non solo di quelli particolari  sono possibili.

Il fabbisogno di parcheggi a supporto della stazione ferroviaria e dell’autostazione e i problemi di traffico possono  trovare una più adeguata soluzione, nella stessa zona,  in aree più idonee per  dimensioni e ubicazione  rispetto al  nodo di interscambio treno-bus-auto, come illustrerà una proposta che il Comitato  sottoporrà prossimamente all’Amministrazione Comunale e alla cittadinanza per un aperto confronto di idee».

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