Secondo la Lega i dati evidenziano un collegamento fra immigrazione e criminalità

Matteo Rancan Consigliere regionale Lega

«Se il 49,4% dei reati più comuni a Piacenza sono commessi da stranieri, significa che nel nostro territorio l’immigrazione non si è rivelata essere quella risorsa tanto enfatizzata dai sostenitori dell’apertura a tutti i costi delle frontiere. Al contrario, i dati danno ragione alla Lega Nord sul collegamento tra l’accoglienza non selezionata e la delinquenza, un binomio troppo a lungo ignorato e ora convalidato dai dati».

Così il segretario provinciale del Carroccio, Pietro Pisani, ed il consigliere regionale Matteo Rancan in riferimento alle statistiche presenti nella banca dati delle forze di polizia italiane (SDI), che evidenziano l’incidenza della criminalità straniera a Piacenza nei primi mesi del 2017, periodo nel quale la metà degli arrestati è risultata provenire da altri paesi.

«Ai paladini dell’immigrazione indiscriminata – attaccano – non resta che prendere atto di come la loro politica delle porte aperte si sia convertita in un sistema per l’importazione di malviventi. Fenomeno, questo, di cui il nostro paese non ha assolutamente bisogno. Quello di cui i cittadini avvertono la necessità è invece un fermo cambiamento, a partire dalle regole sull’immigrazione che stanno trasformando l’Italia in una terra di conquista per delinquenti d’ogni tipo. Non possiamo più permettere – insistono Pisani e Rancan – che nei nostri territori, già oppressi da un’invasione senza precedenti, certe etnie si mettano negativamente in luce per l’elevata frequenza nei crimini commessi. Senza costoro avremmo il 50% in meno dei crimini e la possibilità di investire per i nostri cittadini bisognosi le risorse che oggi vengono destinate a fronteggiare la delinquenza».

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