Sentenza processo Levante: presa di posizione  di Alternativa per Piacenza

Alternativa per Piacenza prende posizione sulla sentenza del processo Levante e sulla scelta del Comune di non costituirsi parte civile.

«Le azioni dei carabinieri non coinvolgono direttamente il Comune di Piacenza”, 14 dicembre 2020. Con queste parole la sindaca Patrizia Barbieri motivava la scelta di non far entrare l’amministrazione comunale nel processo Levante, ossia di non costituire il Comune di Piacenza tra le parti civili offese dalle violenze, le aberrazioni, i falsi arresti di Montella e i suoi.

A distanza di 11 mesi, leggendo la sentenza di Fiammetta Modica, giudice del Tribunale di Piacenza, ci chiediamo se la sindaca in carica e la Giunta siano ancora convinti che estraniare la comunità piacentina da quell’aula sia stata la scelta giusta.

Indagini e dibattimento hanno fotografato, parole della giudice, “rapporti di potere vischiosi”, “corruzione” nonché aberrazioni umane, normative ed etiche in quello che possiamo definire “la Piacenza di sotto”. Mentre “il perbenismo imperante” dell’altra Piacenza rimaneva l’unica rappresentazione della comunità in un processo storico per Piacenza.

Imparare dagli errori che la vicenda Levante ci consegna in questa prima sentenza di rito abbreviato è fondamentale per chiedere la fiducia dei piacentini nel 2022, perché se il Comune è davvero l’ente locale che rappresenta la comunità e non solo un asettico insieme di uffici e burocrazia, è chiaro a tutti – tranne che alla sindaca attualmente in carica e alla Giunta – perché avrebbe dovuto schierarsi in prima fila, al pari di quanto fatto dalla stessa Arma dei Carabinieri.

Incomprensibile, oggi come ieri, la scelta di voltarsi dall’altra parte, ritenendo la città estranea.

Speriamo, in futuro, in maggiore prudenza nel commentare ogni fatto di cronaca nera in base alla convenienza elettorale del caso. Soprattutto quella parte politica che era solita applaudire con toni trionfali gli arresti nel quartiere Roma, potrebbe chiedersi se avvelenare i pozzi, fomentare l’odio e scommettere sulla “dis-integrazione” del tessuto sociale cittadino sia ancora la carta da giocare per governare Piacenza nel futuro».

 

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome