Sforza sulla casa di via Pace: “Non si dica che il comune aveva solo potere di legittimità”

Dopo che è stato tolto il ponteggio e la nuova costruzione di via Pace è diventata visibile a Piacenza infuria la discussione fra i tanti contrari e i pochi favorevoli. Anche il candidato sindaco Corrado Sforza Fogliani è intervenuto rilasciando una dichiarazione.
«Il “mostro” di Piazza Duomo è figlio della mal sopportazione che in questi anni l’Amministrazione comunale ha sempre avuto (e/o condiviso) nei confronti della Commissione (comunale ed eletta anche nella sua totalità dal Comune) per la Qualità Architettonica, di fatto depotenziandola, al limite dell’inesistenza (come io stesso avevo potuto constatare occupandomi del problema a richiesta del Presidente della stessa dott. Massarini). Ed ora i nodi vengono al pettine.
Chi sa della materia, sa anche che gli organi comunali non hanno oggi poteri discrezionali, di valutazione estetica ed ambientale, ma solo di legittimità pura (a differenza di quando il nostro ordinamento prevedeva le Commissioni d’ornato). Proprio per questo, ad evitare questo vuoto, la legge nazionale ha previsto le Commissioni Qualità Architettonica che esprimono pareri non vincolanti ma sui quali gli organi comunali devono esprimersi, così riacquistando i vecchi poteri delle Commissioni d’ornato previste dallo Stato liberale.
La Commissione Qualità Architettonica di Piacenza – per la regolamentazione che le si è data – esprime per altro il suo parere solo se richiesta, senza poter avocare a sé il giudizio in ogni caso ritenuto necessario. E, in questi anni, ha potuto esprimersi per poche volte, sempre comunque su iniziativa degli uffici comunali.
Tutto qui. Se c’era un caso che doveva essere valutato dalla Commissione Qualità Architettonica, era questo. In un modo o nell’altro lo si è invece evitato. Ora, Italia Nostra (che si è prontamente occupata del caso, scoprendolo) dovrà valutare se vi siano nella pratica gli estremi per poter sostenere in giudizio che questo aver saltato la Commissione di cui trattasi si risolva in una illegittimità (come personalmente ritengo)».

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