Si candidano i sanitari al Nobel ma intanto, in Emilia Romagna, sono a rischio di tagli salariali

Al via la mobilitazione nelle aziende sanitarie della regione contro il calo del salario per i dipendenti e per chiedere l’apertura di un confronto

Da un lato si candidano i sanitari italiani al premio Nobel, dall’altro gli stessi sanitari corrono il rischio concreto di vedersi tagliare lo stipendio. Una situazione paradossale che viene denunciata da Marco Blanzieri – FP CGIL, Carmela Lavinia – CISL FP e Paolo Palmarini – UIL FPL.

Proprio per questo partirà da oggi una raccolta firme che interesserà  circa 60.000 dipendenti del SSR, per informare e sensibilizzare le Istituzioni Locali e la Regione sulla priorità di contrastare riduzioni di stipendio già avanzato da alcune aziende sanitarie, entre il 9 aprile ci saranno presidi davanti a tutti i principali Ospedali.

Una protesta decisa ieri al termine dell’attivo di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL che si è svolto nel pomeriggio alla presenza di oltre 200 delegati RSU eletti nelle Aziende del Sistema Sanitario Regionale. Al centro della discussione, la questione della contrattazione integrativa e delle risorse necessarie per poterla rendere realmente esigibile.

Infatti, la gestione dell’emergenza, le necessità legate alla crescita di voci di spesa quali ad esempio straordinario o indennità di turno, unitamente all’imprescindibile aumento delle assunzioni stanno paradossalmente provocando una diminuzione dello stipendio delle dipendenti e dei dipendenti del S.S.R. Una diminuzione causata dai vincoli e dai limiti imposti dalle leggi e fortemente voluti negli anni scorsi dal Ministero dell’Economia e della Finanza.

In sostanza, essendo bloccate le risorse e aumentate le esigenze (sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo), nel momento di maggior pressione dell’emergenza Coronavirus, certe aziende hanno proposto di calare alcuni istituti della contrattazione aziendale (ad esempio la quota di produttività), ed in termini più generali risulta in ogni caso impossibile dare il via a percorsi di valorizzazione economica e professionale che oggi vanno riconosciuti senza se e senza ma a tutti coloro che hanno dimostrato essere il vero valore aggiunto del nostro sistema sanitario.

Riteniamo improponibile qualsiasi ipotesi di calo dello stipendio e vogliamo, con questo percorso di coinvolgimento di tutti i delegati Aziendali, costruire una rivendicazione che interessi la politica e le direzioni generali del nostro sistema sanitario fino ad arrivare alla Regione, in funzione del suo ruolo di governo della sanità emiliano romagnola. Attraverso una raccolta firme nelle aziende, consegneremo un documento ai presidenti delle Conferenze Territoriali Socio Sanitarie e ai Direttori Generali. Le firme saranno infine consegnate all’Assessore alla Sanità per rivendicare l’apertura di un confronto che renda la contrattazione integrativa lo strumento per gestire l’organizzazione del lavoro oltre che elemento centrale per la valorizzazione dell’impegno degli operatori della nostra sanità e della qualità del Servizio Sanitario Regionale.

 

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