Sulla tema sicurezza Katia Tarasconi risponde per le rime all’ex sindaco Barbieri e a Zandonella

"Lasciateci lavorare, siamo in carica da soli tre mesi. Il presidio in centro della polizia locale non serviva a rendere più sicura la città. Il cane Ector non è idoneo ad operare dove c'è gente"

«Ho sempre sostenuto che si dovesse lasciare il tempo di lavorare a chi iniziava un’attività di governo. L’ho fatto con Patrizia Barbieri all’inizio del suo mandato. Da tre mesi sono sindaca di Piacenza e non ho mai preso l’iniziativa di addossare alla precedente Amministrazione responsabilità o colpe. Ciò nonostante, vedo e leggo che quotidianamente la mia Giunta viene attaccata sul tema sicurezza, come se dipendessero dalla sottoscritta e dalla Giunta in carica dal 14 luglio l’attuale situazione del territorio comunale e i reati che vengono commessi». Inizia così la replica di Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, al fuoco incrociato della minoranza su un tema da sempre “caldo” per le realtà politiche che la compongono.

Una risposta che Tarasconi ritiene doveroso dare prima di tutto ai cittadini «in modo che siano informati in modo corretto sul mio personale approccio e su quello di tutta la Giunta rispetto a un tema tanto delicato che non può essere oggetto di polemiche fatte per gettare benzina sul fuoco».
«Un tema complesso da affrontare – aggiunge Tarasconi – e che richiederebbe davvero un po’ di onestà intellettuale. La premessa mi sembra fin troppo ovvia e la ripeto ancora una volta: come è possibile, anche proprio dal punto di vista logico, attribuire a un governo cittadino in carica da tre mesi responsabilità di azione amministrativa rispetto a situazioni complesse di contesto, di comunità che portano in certi casi a degrado e reati? I recenti dati del Sole24Ore vedono Piacenza crescere nella classifica delle città meno sicure e si riferiscono al 2021, quando in carica c’era la Giunta Barbieri. Ed è un tema, questo, che non mi sarei mai sognata di utilizzare per fare polemica, ma a questo punto mi tocca ricordare un fatto che è fin troppo evidente. Noi stiamo lavorando, senza smantellare niente (è una falsità), per fare la nostra parte nella gestione della sicurezza a Piacenza e nel suo Comune da ora per i prossimi cinque anni. Abbiamo appena iniziato a farlo, abbiamo ben presente la serietà del tema e sinceramente non riesco a comprendere l’ironia costante sull’iniziativa settimanale di mettermi a disposizione dei cittadini e delle loro segnalazioni per un’ora. Un’iniziativa informale che sta contribuendo, nel suo piccolo, ad avere un’idea chiara e diretta delle problematiche delle varie zone di Piacenza. Anche problematiche legate alla sicurezza. Prendo atto dell’ironia, a mio avviso incomprensibile. La Barbieri e Zandonella avranno preferito prendere i caffè mattutini in solitudine o magari godendo delle rispettive compagnie. Non è affar mio, come non è affar loro se decido per un’ora alla settimana di mettermi a disposizione dei cittadini, e continuerò a farlo senza venir meno ai miei doveri come sindaco, anzi!».
Questione sicurezza presa con assoluta serietà, dunque. Ed è questo il punto fermo da cui la sindaca intende partire nel rimandare al mittente certe accuse. Poi entra nel merito. Prima di tutto sulla delega alla Sicurezza: «Una delega di tale importanza ritengo, come ho sempre ritenuto, che debba essere di assoluta competenza del sindaco – afferma Tarasconi – E così ho fatto. Sono io, in prima persona, che ogni settimana partecipo in Prefettura al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. E lo faccio con impegno, serietà (che sfido chiunque a mettere in discussione) e spirito collaborativo con i rappresentanti delle Forze dell’ordine statali. Si tenga presente che il comandante della Polizia locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non ad altri. Così è e così era anche quando al mio posto c’era Patrizia Barbieri. Inventarsi una delega non significa avere più a cuore un tema come la sicurezza dei cittadini. E lo dico prima di tutto da cittadina, a meno che non mi si voglia accusare anche di vivere in modo diverso da chiunque altro viva in questa città, magari in una fortezza o sotto scorta».
E ancora, scendendo nel dettaglio dell’elenco di presunte “mancanze” fatto dai consiglieri comunali Barbieri e Zandonella: «Mi si attribuisce la responsabilità di smantellare un impianto di azioni amministrative a quanto pare tanto efficaci da farmi chiedere, oggi, come mai i cittadini di Piacenza abbiano eletto la sottoscritta. Ebbene, non sto smantellando niente. La chiusura del presidio di Polizia locale in centro storico è stata decisa perché gli agenti chiusi in quell’ufficio non contribuivano in modo attivo alla sicurezza nelle strade del centro. Dove ora, invece, sono più visibili di prima. Assurdo sostenere il contrario. Di fronte a quell’ufficio, che non poteva essere fisicamente lasciato dagli agenti che lo occupavano, avvenivano reati. Abbiamo ricevuto svariate segnalazioni ed è per questo che ho preferito che gli agenti andassero in strada piuttosto che essere costretti a rimanere fermi davanti a un computer solo per poter dire “c’è un presidio in centro”. Preferisco che gli agenti facciano il loro lavoro nelle strade, come sanno fare».
E ancora: «Non esiste solo il centro, esistono le periferie e le frazioni. Ed è per questo che stiamo lavorando per organizzare il corpo di Polizia locale in modo da attivare i vigili di quartiere che collaborino in modo ancora più efficace con i gruppi di vicinato, con cui ci stiamo relazionando in modo molto produttivo da settimane».
«Mi si accusa di aver smantellato l’unità cinofila della Polizia locale voluta dall’assessore Zandonella – prosegue la sindaca – E’ un’accusa che ha dell’assurdo. Forse chi la fa non è al corrente delle perizie che purtroppo indicano problemi comportamentali del cane in questione; problemi che lo rendono inidoneo a operare dove servirebbe di più, ovvero nelle scuole e dove ci sono raggruppamenti di persone. Se non ci fossero questi problemi, che non mi sono certo inventata io, non mi sarei mai sognata di limitare i servizi del cane. E’ un’accusa ridicola».

E anche sulle telecamere la sindaca risponde: «Bene che siano stata installate, chi dice il contrario? Purtroppo molte di queste sono rimaste spente o hanno dei problemi. Stiamo lavorando anche su questo e, anzi, ci stiamo attivando per utilizzarle appieno per la prima volta da quando sono state installate. Anche se, va detto, le telecamere per la lettura delle targhe hanno poco a che fare con il tema sicurezza inteso come microcriminalità o peggio».
Tarasconi, sotto attacco, non le manda a dire riguardo alla situazione che ha trovato in città nonostante le azioni elencate dall’ex assessore alla Sicurezza Luca Zandonella. Una di queste situazioni riguarda proprio l’unico progetto presentato dalla passata amministrazione per ottenere i finanziamenti regionali che in teoria spettano ad ogni città capoluogo annualmente; il progetto in questione («l’unico – ribadisce – e presentato dopo 4 anni di amministrazione, come avevo fatto notare nel 2021 quando ero consigliera regionale») è quello che coinvolge l’ex Cavallerizza: «Siamo andati a verificare e i problemi sono ancora tanti e decisamente visibili ai residenti. Perlopiù spaccio, con buona pace delle “comunità sicure”. Lavoreremo con le forze di polizia per segnalare e contribuire, ma i fatti sono questi». E prosegue: «Nessuno ha la bacchetta magica e riteniamo che si debbano mettere in campo azioni positive per “risanare” certe zone della città con eventi, sport, iniziative culturali, educatori di strada. Non esiste solo la repressione, che è ovviamente necessaria dopo che è stato commesso un reato. Noi pensiamo che la prevenzione giochi il più importante dei ruoli. Ci sono più agenti di Polizia locale in giro, è evidente. Basterebbe girare per la città, anche nella zona di via Roma, per rendersene conto invece di parlare per sentito dire. E i progetti che abbiamo in cantiere ci sono e sono tanti. Uno riguarda la Farnesiana e ne parleremo quando sarà il momento. Lasciateci lavorare».  

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