Suor Leonella proclamata Beata

Beatificazione di Suor Leonella

«Accogliendo il desiderio dei nostri fratelli: Giorgio Bertin, Vescovo di Djibouti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio e molti altri fratelli nell’episcopato e di numerosi fedeli dopo aver consultato la Congregazione delle Cause dei Santi con la nostra Autorità Aposolica concediamo che la Venerabile Leonella Sgorbati (al secolo Rosa), vergine e martire, suora professa dell’istituto delle suore missionarie della Consolata, testimone del Vangelo fino a versare il sangue, perdonando i suoi uccisori, sia chiamata, da ora in avanti, Beata. La sua festa sia celebrata, ogni anno, il diciassette settembre, giorno del martirio, nei luoghi e nei modi stabiliti dal diritto. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen».

E’ con la lettura alla versione latina di questa lettera apostolica – scritta da Papa Francesco – che il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha proclamato la piacentina suor Leonella Beata.

Subito dopo è stato svelato il quadro raffigurante la religiosa nata a Rezzanello ed uccisa mentre era in missione a Mogadiscio in Somalia, il 17 settembre 2006 a 66 anni di età.

Appena prima la Postulatrice della Causa di Beatificazione, suor Renata Conti, missionaria della Consolata, aveva letto un breve profilo biografico della Serva di Dio Leonella Sgorbati.

Un Duomo gremito all’inverosimile è stato teatro di questa tanto solenne quanto suggestiva celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Amato in rappresentanza del Pontefice. Con lui sull’altare io Vescovo di Piacenza-Bobbio mons. Gianni Ambrosio, il Cardinale di Nairobi John Njue, Mons. Salesius Mugambi Vescovo di Meru, Mons. Antony Muheria Vescovo di Nyeri, Mons. Giorgio Bertin Vescovo di Djibouti, Mons. Mario Delpini Arcivescovo di Milano,  il piacentino Mons. Giorgio Corbellini, originario di Travo, vescovo e presidente dell’Ufficio del lavoro della Sede Apostolica,  , Mons. Luigi Bianco, Nunzio apostolico in Etiopia e Gibuti e Delegato apostolico in Somalia.

L’omelia del cardinal Amato

Nella sua omelia il cardinale Angelo Amato ha fatto esplicito riferimento alla difficile situazione che vive ormai da anni l’Arica Orientale: «Suor Leonella – ha detto il cardinale – ha bagnato col suo sangue benedetto la terra somala, prima pacifico territorio deIl’Africa orientale, oggi luogo di desolazione e di morte. Negli ultimi decenni, la presenza della Chiesa cattolica vi è stata brutalmente cancellata, con la cacciata dei missionari, con la repressione dei fedeli e con le uccisioni cruente e ingiustificate di testimoni della fede come Mons. Salvatore Colombo, primo vescovo di Mogadiscio (Mogadiscio, 1989), il missionario francescano Pietro Turati (Gelibe, 1991), il medico Graziella Fumagalli, direttrice del Centro Antitubercolare della Caritas italiana (Merca, 1995), la missionaria laica Annalena Tonelli, fondatrice di opere a favore di sordomuti e di bambini disabili (Borama, 2003). Suor Leonella fa parte di questo corteo di benefattori dell’umanità povera e bisognosa, uccisi in odio alla fede cristiana. Aveva sempre desiderato che si avverassero le parole del canto spesso udito in chiesa: «Signore, con cuore semplice e gioioso ho dato tutto».

Il cardinale ha poi brevemente ricordato le circostanze in cui venne uccisa, quel pomeriggio, suor Leonella per mano di un integralista e le ultime parole che la religiosa piacentina pronunciò: «Perdono, perdono, perdono».

«Erano le parole stesseha sottolineato l’alto prelato –  di Gesù quando perdonò i suoi crocifissori: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”».

Il rappresentante del Papa ha poi riportato la testimonianza di un fedele anglicano inglese, Nigel Baldwin, che, in una sua lettera indirizzata alle Suore della Consolata, raccontava come il perdono di Suor Leonella al suo uccisore avesse convertito il suo cuore.

«Da anni – ha racontato il cardinal Amato – infatti, provava un profondo rancore verso un signore che gli aveva fatto un torto e che non riusciva a perdonare. Ma le parole di Suor Leonella gli hanno fatto svanire l’amarezza. E Nigel così conclude: “Perdono” non è stata solamente la parola ultima e definitiva di Suor Leonella al mondo – ma è anche la sua parola rivolta a me”».

«Suor Leonella – ha detto il cardinale concludendo l’omelia – ha vissuto in pieno la passione per Cristo con cuore di discepola, in ricerca di Dio solo e della sua volontà distaccata da tutto interamente disponibile all’ obbedienza; capace di ascolto, riflessione e discernimento delicata e mite essa aveva fatto della riconciliazione e della non violenza il suo stile di vita attenta a fare bene il bene senza rumore e a condividere l’umana fatica del lavoro anche manuale. Ecco il ritratto dell’autentica Suora Missionaria della Consolata, che trova nella Beata Leonella Sgarbati i suoi lineamenti caratteristici, per vivere nella fedeltà e nella gioia la missio ad gentes col dono della vita fino al martirio. La Vergine Consolata protegga la vostra missione, arricchendola di sempre nuove e coraggiose vocazioni.»

Il colore liturgico della celebrazione è stato il rosso a significare il martirio della nuova beata. Nonostante la solennità del rito il tono della celebrazione è stato decisamente festivo grazie ai canti, alla nutrita partecipazione di sacerdoti e religiose e alla decorazione floreale del presbiterio.

In prima fila, ad assistere alla celebrazione, sedevano invece alcuni nipoti e pronipoti di suor Leonella mentre le panche successive ospitavano il Prefetto di Piacenza, il Questore, il Sindaco, il comandante dei Carabinieri, della Guardia di finanza e varie altre autorità militari e civili.

Accompagnata da musica di Federico Perotti e dal testo di Suor Renata Cori è stato cantato l’Inno alla Beata Leonella che ha accompagnato la Processione e Venerazione delle Reliquie.

La liturgia eucaristica è stata invece accompagnata da un canto in inglese “Sr. Leonella’s prayer” scritto e musicato da Suor Agnes Matimu, mentre l’Offertorio  ha portato tutti, per un attimo, nella lontana Africa grazie ak suono del tamburo e ad una danza tradizionale che ha aperto la processione dei doni verso l’altare.

Il rito si è concluso con i ringraziamenti rivolti ai rappresentanti del Santo Padre ed ai convenuti da parte del vescovo di Piacenza Monsignor Gianni Ambrosio e da Madre Simona Brambilla Superiora Generale delle suore missionarie dell Consolata. A chiudere la celebrazione, prima della benedizione solenne a parte del Cardinale Amato sono stati il vescovo di Djibouti Giorgio Bertin e la Postulatrice della causa di beatificazione renata Conti.

Il Cardinale Angelo Amato, che ha presieduto la celebrazione, ha utilizzato per l’occasione il pastorale che fu di un altro beato della chiesa piacentina, il Vescovo Giovanni Battista Scalabrini.

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