Sviluppo frenato da problemi strutturali ma il sistema Piacenza mostra segnali di tenuta

Tornato, dopo sette anni di interruzione, il Rapporto sul sistema economico grazie a Banca di Piacenza, Università Cattolica e Camera di Commercio. L’intervento dell’ex ministro Rainer Masera

E’ «abbastanza rassicurante» la situazione che emerge dal Report 2022 sull’economia locale, presentato oggi al PalabancaEventi di via Mazzini in un Salone dei depositanti gremito di autorità e addetti ai lavori (con Sala Panini videocollegata). Dopo sette anni di interruzione, su iniziativa della Banca di Piacenza, dell’Università Cattolica e della Camera di Commercio è dunque ripresa la pubblicazione del rapporto annuale sul sistema economico piacentino, distribuito a tutti gli intervenuti al termine dell’incontro. «Oltre a riaffermare una lunga tradizione ormai consolidata avviata nei primi anni ’80 – ha spiegato Enrico Ciciotti della Cattolica, intervenuto dopo i saluti introduttivi portati dal condirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Coppelli e dal coordinatore dell’iniziativa Eduardo Paradiso -, le ragioni di tale iniziativa sono molteplici: gli ultimi anni, infatti, sono stati caratterizzati da alcuni accadimenti che hanno influito in modo rilevante sull’economia e sulla società della provincia di Piacenza. In particolare, gli effetti della pandemia e della recentissima guerra tra Russia e Ucraina. Questi eventi vanno inquadrati nel più generale cambiamento degli scenari dovuto alla maggiore consapevolezza per le tematiche ambientali e alle nuove configurazioni dei mercati globali: trasformazioni e discontinuità che hanno determinato la necessità di guardare in modo diverso le prospettive del sistema economico piacentino».

NOVITA’. Tra gli elementi di novità emersi dall’analisi – sottolineati sia dal prof. Ciciotti, sia da Paolo Rizzi della Cattolica che ha illustrato i dati del Report -, il fenomeno dei piacentini (soprattutto giovani) che hanno preso residenza fuori dall’Italia: calcolando la percentuale di iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, Piacenza dal 2009 al 2021 ha fatto registrare (prima in Regione) un più 2,1, passando dal 4,3 al 6,4 (in valore assoluto, da 12.085 a 18.094 persone). Altro elemento di novità è rappresentato dal tema della sostenibilità e della qualità della vita.

LA SITUAZIONE. In sintesi, emerge, come si accennava all’inizio, un quadro abbastanza rassicurante, nonostante permangano alcuni vincoli strutturali allo sviluppo, tra cui il declino demografico è forse il principale (283.742 residenti nel 2021, in lenta diminuzione, accentuata dalla mortalità per Covid e dal rallentamento dei flussi migratori), oltre alla presenza di poche grandi imprese, alla scarsa propensione imprenditoriale, alla fuoriuscita di importanti centri direzionali e alla perdita di proprietà di rilevanti realtà industriali locali. A infondere un certo ottimismo, a parere del gruppo di ricerca che ha elaborato il Report (coordinato dal prof. Rizzi, dal prof. Ciciotti e costituito da Davide Marchettini e Lorenzo Turci del Laboratorio di Economia locale, con la collaborazione scientifica di Guido Caselli e Mauro Guaitoli di Unioncamere Emilia Romagna), la capacità delle imprese di affrontare le crisi, giudicata «consistente» come «altrettanto buona» risulta essere la sostenibilità economica e sociale della provincia.

EVOLUZIONE MACROECONOMICA. La ripresa nel 2021 – ha osservato il dott Caselli, direttore dell’Ufficio studi Unioncamere – è stata parziale, ma ha avuto un ritmo più sostenuto delle attese (più 6,2%), risultato inferiore solo a quello del recupero registrato nel 2011, successivo alla crisi finanziaria del 2009. La prospettiva per il 2022 è di un’ulteriore ripresa (più 2,2%), ma sensibilmente più contenuta rispetto alle attese di inizio anno. Si acuisce, però, la questione relativa alla crescita di lungo periodo. Se il valore aggiunto provinciale in termini reali nel 2022 dovrebbe risultare ancora inferiore a quello del 2019, sarà superiore di solo il 3,6% rispetto ai livelli di 10 anni prima.

IL SISTEMA DEL CREDITO. Osservando la dinamica dei depositi negli ultimi 10 anni, risulta evidente come Piacenza segua perfettamente il trend espansivo regionale e nazionale. Dal 2011 i depositi sono cresciuti del 70,7% a Piacenza, raggiungendo quasi i 10,8 miliardi di euro nel 2021, del 74,5% in Emilia Romagna e del 67% in Italia. Passando ad analizzare i prestiti, nel decennio, nel nostro territorio, sono diminuiti del 17,7% (6,5 miliardi nel 2021). «La presenza di una banca locale, la Banca di Piacenza – si legge nel Rapporto – ha permesso di contenere il calo dei prestiti, avendo essa registrato un aumento del 2,7% dal 2019 al 2021». Tra le province limitrofe, Piacenza è poi quella dove il calo degli sportelli è stato minore, arrivando a 162 nel 2021, «risultato che deriva dalla politica di sostegno al territorio portata avanti dalla Banca di Piacenza, che non fa mancare la presenza dei propri sportelli anche nei paesi più piccoli».

SETTORI LEADER. Al fine di mettere in luce gli effetti della pandemia, dell’attuale esplosione delle tensioni inflazionistiche (a partire dai prezzi delle materie prime e dell’energia) e della guerra in corso in Ucraina sul sistema delle imprese, sono stati condotti – ha spiegato il prof. Rizzi, rilevando in molti settori la difficoltà nel reperire personale qualificato – degli approfondimenti su tre settori portanti dell’economia piacentina: meccanica (meccatronica, prodotti in metallo, raccorderia), agroalimentare (salumi, prodotti caseari, vitivinicolo e trasformazione del pomodoro), logistica, che ha integrato il tradizionale settore del trasporto merci. «Se gli effetti della pandemia sembrano oggi in parte superati, anche in termini di mercato e produzione – ha rilevato – le dinamiche inflattive sul costo dell’energia e delle materie prime e la carenza di disponibilità di forniture nei settori di punta dell’economia piacentina (meccanica e lavorazioni del ferro, lattiero-caseario e agroalimentare) pongono nuove sfide agli imprenditori, ancora prima delle incognite create dalla guerra tra Russia e Ucraina».

Ospite d’onore il prof. Rainer Masera (al quale il dott. Coppelli ha consegnato, in ricordo della giornata, la Targa del benvegnu), ordinario di Politica economica e preside della Facoltà di Economia dell’Università Guglielmo Marconi di Roma. L’ex Ministro del Bilancio e della Programmazione, elogiando il lavoro svolto dagli autori del Rapporto sull’economia piacentina e rimarcando come si debba, pur in uno stato di incertezza generale, continuare a lavorare dai territori con uno sguardo a quello che succede a livello globale, ha in particolare criticato come la normativa europea danneggi il sistema del credito alle piccole e medie imprese, creando difficoltà al loro accesso ai finanziamenti.

RINGRAZIAMENTI. Al termine della relazione l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, ha ringraziato il Presidente esecutivo della Banca di Piacenza, avv. Corrado Sforza Fogliani, per l’idea di riprendere a celebrare la Giornata dell’Economia Piacentina ed i componenti del Comitato di indirizzo e di coordinamento, dott. Eduardo Paradiso, dott. Pietro Coppelli, Condirettore generale della Banca di Piacenza, avv. Domenico Capra, componente del Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza, dott. Alessandro Saguatti, Segretario generale della Camera di Commercio di Piacenza, per il prezioso lavoro di accompagnamento nel percorso di analisi e di ricerca”. La Banca di Piacenza ha invece voluto ringraziare, oltre a tutti i già citati, il dott. Eduardo Paradiso ed il dott. Giacomo Marchesi per il determinante apporto dato alla realizzazione dell’evento.

 

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