Tagliaferri (Fdi): “La sanità in Emilia-Romagna ha bisogno di un cambio di passo”

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri, commentando la relazione fatta oggi dall’Assessore Raffaele Donini in commissione Sanità, chiede un cambio di passo nella gestione della sanità regionale e sottolinea come l’Assessore abbia paura di confrontarsi con l’Assemblea sui tanti problemi che affliggono i nostri territori

«A dispetto dei trionfi declamati dall’Assessore Donini (ma quali trionfi sono se non il tentativo di ripristinare una situazione gravemente compromessa dai buchi della sanità regionale???) che ha raffigurato numeri che sulla carta ci dovrebbero muovere a soddisfazione, segnaliamo che, purtroppo, un numero sempre più alto di cittadini, specie in provincia di Piacenza, segnalano ritardi, disfunzioni e disservizi. In breve la tanto decantata sanità regionale sta andando letteralmente in pezzi. Se qualcuno tacciasse di disfattismo questa affermazione, basta pensare all’ennesima vicenda di smantellamento della rete sanitaria territoriale che sta vedendo protagonista l’ospedale di Borgo Val di Taro (PR).

Si prosegue a parlare di sanità territoriale a vanvera, senza che ci sia a monte una vera e propria pianificazione regionale, si creano e progettano case della salute e contestualmente si depotenziano poli sanitari. Con il mirabile obbiettivo di sperperare risorse, aumentare i costi energetici, senza potenziare però la sanità.

La nostra sanità non è ancora guarita dal Coronavirus: ci sono ritardi negli esami e nelle visite e spesso il cittadino è costretto a fare vere e proprie “trasferte” indesiderate e immeritate perché le strutture sanitarie vicino a casa non hanno posti.

Vengono lanciati continuamente piani in pompa magna che non esistono sulla carta, ma utili solo a rassicurare la popolazione, così è stato per il piano di recupero delle prestazioni sanitarie, annunciato prima dell’estate, ma mai messo nero su bianco e mai presentato all’Aula ed ai cittadini nei dettagli. Oggi si dice “abbiamo recuperato l’arretrato”, detto che i numeri non sempre è dato conoscerli con esattezza visto che esistono liste bloccate e quindi c’è chi attende senza essere tracciato, bisognerebbe dire che quell’arretrato non ci doveva essere: passi la prima ondata da Coronavirus che colse tutti di sorpresa, ma dalla primavera 2020 in poi si può ravvisare solo una cosa nella direzione data alla nostra sanità: colpa grave. Sì, la sanità italiana e regionale è stata guidata in una maniera non confacente ai bisogni della nostra società e ciò si è tradotto in morti e problemi.

Bisognava agire, ma in Emilia-Romagna si passava il tempo a scrivere libri e fare interviste mutuando il modello nazionale di Speranza, elevato e acclamato come un santo.

Risultato: siamo qui a parlare di “recupero”, ovvero a certificare che c’è stato un fallimento, una risposta oltremodo tardiva figlia di un’enorme sottovalutazione del problema.

E il fallimento si chiama Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, con tutti i suoi assessori e il suo presidente.

La conferma? L’assessore Donini scappa da ogni confronto ed evita l’Assemblea legislativa come Superman con la Kriptonite.

Nel corso dell’ultimo Consiglio abbiamo assistito a una scena mai vista in Regione Emilia-Romagna: il sottosegretario alla Presidenza della Giunta che deve giustificarsi perché un suo assessore ha evitato di rispondere in Aula a un’interpellanza sull’ospedale di Fiorenzuola. Il Sottosegretario costretto a sostituire l’assessore Donini, si è adoperato per farlo cercare dalle segreterie, e mandargli una cartolina di precetto per fare il proprio dovere, ma non c’è stato verso. Donini, anche in questo caso, ha preferito nascondersi piuttosto che abbozzare qualche risposta.

Solidarietà umana a Donini, ma se non si vuole ulteriormente mettere la faccia per tentare di giustificare un chiaro disegno di smobilitazione della sanità territoriale (vedi Ospedale di Borgo Val di Taro e tante altre situazioni similari), se non si riesce a sostenere il peso delle, scusate il termine, “balle”, raccontate sulla riorganizzazione della sanità regionale e sul piano di recupero delle migliaia di prestazioni sanitarie non evase che si sono accumulate assieme al malessere crescente del personale medico infermieristico e tecnico che da mesi protesta e lamenta difficoltà mentre i direttori sanitari incassano i premi.

Vedendo i comportamenti tenuti dai componenti della Giunta Bonaccini e i problemi che continuano ad accumularsi, non resta che augurarsi un cambio di passo e, se serve, anche di persone».

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