Tagliaferri (Fdi): stop a ritardi e burocrazia su importazione mascherine

Il consigliere, in un'interrogazione, analizza la situazione legata alla scarsità di dispositivi di protezione individuale

Giancarlo Tagliaferri

Focus di Giancarlo Tagliaferri (Fdi) sui problemi di importazione di mascherine. Il consigliere, infatti, ha presentato un’interrogazione per far luce sulle difficoltà di reperimento dei dispositivi di protezione individuale. “Ci sono milioni di mascherine che possono arrivare da oltreconfine, anche in poche ore- scrive il consigliere- ma fra beghe burocratiche, inefficienze, scelte ponderate di chi deve venderle e norme che rendono svantaggioso farlo, finiscono ad altri o restano in attesa per settimane, in piena emergenza e di fronte a un’autosufficienza produttiva che non arriverà prima di due mesi”.

Diverse le situazioni che Tagliaferri riporta nelle premesse dell’atto ispettivo: dalle offerte “sul tavolo di Invitalia Emergenza Cv19 e del commissario straordinario, arrivate il 18 marzo con prezzi considerati congrui dalla stessa Protezione Civile, inspiegabilmente non prese in considerazione”, alla decisione degli “altri Paesi di non vendere”, a quelle di imprenditori che “scelgono di non importare per via del decreto Cura Italia, che prevede che il commissario possa requisire i carichi di presidi sanitari e medico-chirurgici che arrivano in aeroporto e pagarli al prezzo che la merce aveva al 31 dicembre 2019”.

Per questo Tagliaferri chiede alla Giunta di “sollecitare il governo a procedere velocemente a mettere fine a ritardi, errori, speculazioni e a questa assurda burocrazia” e di “conoscere gli ordinativi della Regione, i tempi, le quantità e i modi di consegna da parte della Protezione civile dei dispositivi di protezione individuale dalla data di inizio dell’emergenza”.

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