“Tra le vittime del virus anche la verità e i diritti fondamentali”

Anteprima del Festival della cultura della libertà al PalabancaEventi con la presentazione del volume “Virus e Leviatano” di Aldo Maria Valli, con gli interventi di Carlo Lottieri e Michele Silenzi

La pandemia non sarà ricordata solo per l’alto numero di vittime, la sofferenza vissuta da tante persone e famiglie, per la lunga quarantena che ci ha costretti a stare chiusi in casa, per il lockdown che ha travolto le attività economiche, per la crisi che ne è scaturita con le relative tensioni sociali, ma anche per il fatto che nel breve volgere di alcuni giorni abbiamo smesso di essere una Repubblica parlamentare. L’osservazione è del giornalista Aldo Maria Valli – già vaticanista del Tg1 – e la troviamo nelle pagine iniziali del suo libro “Virus e Leviatano (Liberilibri), presentato questa sera al PalabancaEventi di via Mazzini (in Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata) dal direttore scientifico del Festival della cultura della libertà Carlo Lottieri e dall’editore e saggista Michele Silenzi (introdotti da Riccardo Mazza, che ha portato i saluti della Banca di Piacenza), nell’anteprima della sesta edizione del Festival citato, in programma (in presenza e in diretta streaming) per domani, sabato 29 (aprirà, in Sala Panini alle ore 10, la Rassegna stampa con Nicola Porro e, a seguire, spazio agli interventi di saluto dell’ideatore del Festival Corrado Sforza Fogliani e del caporedattore ed editorialista de il Giornale Vittorio Macioce) e domenica 30 gennaio.

Il prof. Lottieri – dopo aver ringraziato i promotori del Festival (Associazione Liberali Piacentini, Confedilizia, il Giornale, European students for liberty) e la Banca di Piacenza per l’ospitalità – ha sottolineato i meriti dell’autore del volume «che ha saputo dire con un linguaggio chiaro, semplice ma diretto, come siamo entrati in un incubo dove la paura è stata abilmente sfruttata dal potere politico per introdurre norme arbitrarie. Paura che ha fatto diverse vittime: la prima, la verità e a seguire il diritto, con la violazione dei principi costituzionali».

Concetti ripresi dal dott. Silenzi, che ha posto l’accento sul fatto che «non c’è stata congiura, ma in Italia, dove il governo era più debole e dove i politici avevano bisogno di un qualcosa a cui aggrapparsi per non affondare, il virus è stato visto come l’occasione di riaffermarsi, privandoci delle libertà fondamentali».

«Durante la pandemia – spiega Valli nelle pagine della pubblicazione – abbiamo vissuto una forma di dispotismo condiviso e terapeutico. Le funzioni di governo sono state esercitate attraverso decretazioni del presidente del Consiglio che il Paese tutto, insieme alla Chiesa, ha accettato passivamente. Gli editti statali hanno assunto valore quasi religioso. La Salute è stata assolutizzata. L’informazione ha spesso alimentato la paura invece di razionalizzarla e la libertà ne ha sofferto».

«E’ come se tutti noi, mondo politico e cittadini, di fronte a quello che è stato percepito come un grave pericolo – prosegue il vaticanista -, avessimo riconosciuto che il sistema parlamentare è un lusso che ci possiamo permettere quando le cose vanno bene, o non troppo male, ma non è uno strumento adeguato quando si tratta di affrontare crisi pesanti e inaspettate». Chi può assicurarci – si sono domandati i relatori – che lo stato d’emergenza, sostituito allo Stato di diritto, non possa essere istituzionalizzato?

Nel libro non mancano le critiche alla Chiesa per «essere stata più realista del re». Nemmeno per un istante la gerarchia, dal Papa in giù, «ha pensato di appellarsi ai consolidati principi della libertas Ecclesiae».

Dal punto di vista politico-istituzionale, secondo l’autore la vicenda della pandemia ha rimesso al centro della scena lo Stato. «E’ come se sotto i nostri occhi – esemplifica il dott. Valli – avesse ripreso forma il Leviatano di Hobbes, proclamando del tutto lecito, e sensato, che gli esseri umani, sottoposti alle dure leggi di una vita pericolosa, si mettano nelle mani dello Stato autoritario per acquisire quel livello di sicurezza che da soli non sono in grado di assicurarsi. Il dispotismo condiviso è stato dunque un dispotismo statalista».

L’incontro – che si è tenuto nel pieno rispetto delle misure previste dalla normativa vigente finalizzate al contenimento del contagio da Covid 19 – è stato trasmesso anche in diretta streaming.

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