Trebbia. Secondo Legambiente compiuti lavori “devastanti” per deviare l’acqua a scopo irriguo

Rio Villano: imponenti movimentazioni di ghiaia a valle di Rivergaro. L'associazione sostiene che il Consorzio di Bonifica avrebbe "ignorato le prescrizioni degli enti autorizzativi"

Legambiente e Comitato No Tube attaccano il Consorzio di Bonifica per i lavori di movimento ghiaia effettuati in Trebbia, a valle di Rivergaro, per convogliare le acque del fiume nel Rio Villano per scopi irrigui.

“Da alcuni giorni – scrivono Legambiente e No Tube – sono finiti i lavori per la realizzazione delle barriere di ghiaia che indirizzano l’acqua del Trebbia nel canale di irrigazione denominato Rio Villano, appena a valle dell’abitato di Rivergaro. Per alimentare tale derivazione, che ha una portata di poche centinaia di litri al secondo, vengono realizzati imponenti movimenti di ghiaia che devastano il corso del Trebbia. Lavori che, da quando è stata istituita l’area area SIC/ZPS del basso Trebbia (Sito di Importanza Comunitaria e  Zona Protezione Speciale della fauna), oltre al Parco del Trebbia, devono essere sottoposti a specifica Valutazione d’Incidenza, come prevede la normativa comunitaria, recepita da quella del nostro paese. Cioè uno studio che valuti gli impatti delle opere di movimentazione della ghiaia con ruspe e camion, in un ambiente molto delicato e popolato da specie protette.

Tale studio viene valutato  dai tecnici del Parco del Trebbia che possono autorizzare, negare, oppure definire le necessarie prescrizioni. Da due anni tale valutazione del Parco ha stabilito che le opere in questione, richieste dal Consorzio di Bonifica,  hanno incidenze negative significative per la fauna e per l’ambiente fluviale. Per questo motivo, nel provvedimento autorizzativo, sono state  vietate le barriere di ghiaia che sbarrano il corso del Trebbia, mentre vengono ammesse solo le opere strettamente necessarie in prossimità dell’opera di presa.

E’ molto chiaro quindi che i lavori realizzati anche quest’anno sono in totale contrasto con quanto prevede la procedura autorizzativa. Ci chiediamo come questa situazione, che è sotto gli occhi di tutti, possa essere accettata dagli enti competenti del controllo territoriale.  Come sia possibile che il Consorzio di Bonifica, che è un Ente di diritto pubblico, possa tranquillamente agire ignorando le prescrizioni degli enti autorizzativi. Ma contemporaneamente  ci chiediamo che cosa impedisca agli enti deputati alla vigilanza del territorio, Parco del Trebbia e Comune di Rivergaro, di assumere i necessari provvedimenti per il rispetto delle prescrizioni stabilite, delegando a cittadini e associazioni l’onere di segnalare e di pretendere eventuali sanzioni previste per il mancato rispetto della legge.

Quanto alle inevitabili polemiche circa la necessità di soddisfare i bisogni degli agricoltori, gli Enti preposti sono testimoni dei molteplici tentativi da noi fatti, negli anni scorsi, per cercare soluzioni alternative praticabili che consentissero di derivare l’acqua nel rispetto delle condizioni ambientali tutelate. Evidentemente, ancora nel 2020, si privilegia la legge del più forte, ma non è un bel segnale”.

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