Twitter censura l’avvocato Corrado Sforza Fogliani

L'account sospeso dal social per alcune opinioni espresse con riguardo al decreto Zan

Alla fine la scure della censura è caduta anche sul noto avvocato piacentino Corrado Sforza Fogliani, presidente della Banca di Piacenza, presidente del centro studi di Confedilizia e soprattutto liberale da sempre.

Nonostante non sia anagraficamente un appartenente alla generazione Z e neppure un millennials Sforza ama esprimere liberamente pensieri ed opinioni attraverso quotidiani tweet, che spesso ricevono migliaia di visualizzazioni.

Da uomo con qualche lustro sulle spalle, con una carriera coronata di soddisfazioni lavorative, con una secolare e blasonata tradizione famigliare alle spalle … non le manda mai a dire e spesso lancia nel mare magno della rete pensieri controcorrente, fregandosene dell’ormai insopportabile “politically correct”.

Attraverso un articolo sul cattolicissimo giornale Avvenire Sforza aveva espresso la propria opinione sulla legge Zan. Questo suo andare contro il pensiero unico evidentemente gli è costato la sospensione dal social dei cinguettii che peraltro non ha fornito alcuna giustificazione davanti alla propria scelta censoria.

“Chissà cosa avrai scritto” ha commentato scherzosamente Vittorio Sgarbi, questo pomeriggio, al racconto dell’accaduto. “Piacerebbe saperlo anche a me” ha prontamente risposto l’avvocato piacentino “ma temo che l’algoritmo non ce lo dirà mai”.

Il comunicato dell’avvocato Corrado Sforza Fogliani sulla censura di Twitter

Attraverso un comunicato diffuso dall’associazione dei Liberali piacentini lo stesso Sforza si è espresso riguardo a quanto accaduto.

«Chi ha contato sull’ignoranza dell’algoritmo (nessun essere umano, infatti, presiede a queste operazioni) per mettermi a tacere, ha sbagliato strada, e anche soggetto». Così dichiara Corrado Sforza Fogliani, presidente esecutivo della Banca di Piacenza, dopo aver appreso da un giornalista che il suo profilo Twitter è stato sospeso, non si sa per che ragione e per quanti giorni. La policy di Twitter non prevede infatti – a differenza di altri social – che venga fornita giustificazione o motivazione del provvedimento.
«Non credo proprio mi abbiano confuso con Trump. Penso, piuttosto, di essere stato temporaneamente messo a tacere forzatamente perché il mio pensiero è netto e chiaro e non piace ai portatori del pensiero unico, per i quali è una posizione estremista anche quella di uno scrittore come Carlo Lottieri, firma d’eccellenza del Giornale di Milano, e primo pensatore liberale/libertario d’Italia, che cura dal punto di vista scientifico il Festival della cultura della libertà che si tiene ogni anno a Piacenza. Anche lui ha avuto problemi con Twitter. E per gli uomini liberi, tutto di lui si può dire meno che sia un estremista, come pure lo hanno qualificato. La libertà di pensiero va difesa da tutti perché la coazione al silenzio minaccia tutti».
«Evidentemente è in corso una campagna di oscuramento del pensiero libertario o comunque da chi la pensa diversamente da come la si deve pensare per alcuni. Personalmente, per quanto mi riguarda, fra i miei tweet ha certo richiamato l’attenzione degli intolleranti del pensiero unico quello sulla legge Zan, che riprendeva un mio articolo sull’Avvenire: un giornale cattolico che non può certo ospitare scritti pregiudizialmente di parte ma che ha ospitato, infatti, solo un particolareggiato ragionamento di carattere giuridico sulla minaccia alla libertà di opinione e di espressione che l’approvazione di una legge, come quella oggi all’esame del Parlamento, può recare. Ma, dagli accertamenti che ho fatto, potrebbe anche esserci di mezzo solo un gruppo preordinato di una decina di persone (sufficienti per essere presi in considerazione dall’algoritmo) con la sola caratteristica dell’invidia per le migliaia di follower e per le decine e decine di migliaia di visualizzazioni che i miei tweet fanno registrare. Sono i cosiddetti odiatori (i famosi haters). Stiamo a vedere. Ma i social – che dovevano rappresentare la libertà di pensiero contro il conformismo e il pensiero unico dei giornali di carta – fanno purtroppo acqua anche loro pur restando sempre meglio dei giornali di carta stessi (ormai privi di lettori, tanto più dei giovani). Comunque l’appello alla libertà di pensiero e di espressione interessa tutti e riguarda tutti. Mai come in questo momento il libero pensiero è in pericolo».

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