Un’interrogazione di Foti (FdI) sul conflitto di ordinanze Covid: “Speranza faccia pace con sé stesso”

Il parlamentare piacentino si chiede come sia stato possibile varare ordinanze contraddittorie fra loro

L’onorevole Tommaso Foti torna ad occuparsi della doppia ordinanza che ha interessato la nostra regione. Prima quella dl presidente Bonaccini che avrebbe dovuto evitare l’ingresso nella zona arancione, seguita 24 ore dopo da quella del ministro Speranza che ha inserito l’Emilia Romagna in zona arancio. Lo fa questa volta attraverso un’interrogazione parlamentare.

“Quanto avvenuto nei giorni scorsi con riferimento all’Emilia-Romagna, anche e soprattutto per il duplice e contraddittorio comportamento del Ministro della salute, continua ad essere fonte di caos per i cittadini e di gravissimo danno per intere categorie economiche” è l’affondo di Tommaso Foti, contenuto in un’interrogazione parlamentare rivolta al Presidente del Consiglio e ai Ministri della Salute e degli Affari regionali. Dopo avere effettuato una dettagliata ricostruzione giuridica e cronologica dei provvedimenti assunti, il parlamentare piacentino di Fratelli d’Italia evidenzia nell’atto come “la coesistenza dell’ordinanza del Presidente della Regione con quella del Ministro Speranza ingenera nei destinatari delle stesse una ridda di dubbi interpretativi che, in alcuni casi, li ha resi vittime di una ingiusta attività sanzionatoria, non essendo loro dovere quello di farsi fini esegeti del diritto per districarsi nel caos normativo frutto di una sommatoria di atti insensati, ove non palesemente contraddittori”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia “sarebbe stato sufficiente attenersi alle decisioni assunte dai presidenti della sezione terza del TAR della Puglia e della sezione terza del Consiglio di Stato per evitare di incorrere in una duplicazione contraddittoria degli atti assunti a livello regionale e statale”. “Occorre che chi governa abbia chiaro – rimarca Foti – che non è altrimenti tollerabile sottoporre intere categorie economiche, oltre ai danni diretti dovuti alle restrizioni, anche al rischio di sanzioni amministrative causate, come in questo caso, dall’inutile produzione e riproduzione di misure che si escludono l’un l’altra a seconda di chi ne ordina l’applicazione. Alla persistente pandemia sanitaria non si faccia seguire una pandemia economica causata dal dilettantismo di chi è chiamato ad affrontare la situazione: una volta per tutte il Ministro Speranza non dica tutto e il suo contrario, ma si metta in pace con sé stesso.”

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