«Un’occasione per lavorare insieme nel produrre cultura in omaggio a Corrado Sforza Fogliani»

Al PalabancaEventi la cerimonia di consegna - da parte della Banca di Piacenza alla Ricci Oddi - degli studi preparatori delle formelle di Antonio Maraini che ornano l’ingresso monumentale della Galleria, dove verranno esposte in maniera permanente

«Un’occasione per lavorare insieme nel produrre cultura in omaggio a Corrado Sforza Fogliani». Questa l’unanime significato che è stato attribuito alla cerimonia di consegna alla Galleria Ricci Oddi, da parte della Banca di Piacenza, avvenuta ieri sera al PalabancaEventi (in Sala Panini, presente la moglie del compianto presidente Maria Antonietta De Micheli), dei rilievi preparatori delle due formelle di Antonio Maraini (1886-1963), realizzate nel 1931 e simboleggianti l’allegoria della Scultura e della Pittura per l’ornamento dell’ingresso monumentale della Galleria di via San Siro. «Studi preparatori – ha ricordato Roberto Tagliaferri nel portare i saluti della Banca (presenti il presidente Giuseppe Nenna, il direttore generale Angelo Antoniazzi e il vicedirettore generale Pietro Boselli) – riportati a Piacenza grazie al presidente Sforza, già con l’idea di lasciarli alla Ricci Oddi, di cui è stato consigliere d’amministrazione dal 2001, perché li valorizzasse con una corretta esposizione».

Il vicepresidente della Galleria Eugenio Gazzola è intervenuto ringraziando l’Istituto di credito e sottolineando il «ruolo centrale che deve avere la Ricci Oddi per la crescita culturale della città» e la fase di trasformazione che sta vivendo l’Ente che diventerà una fondazione, «uno dei temi che portò in Consiglio proprio il presidente Sforza».

La direttrice della Galleria Lucia Pini si è augurata che il passaggio a fondazione «rappresenti per la Ricci Oddi l’occasione per portare nuove energie e per attrarre sponsor» e ha espresso compiacimento per l’arrivo al museo dei rilievi del Maraini: «Non ho avuto abbastanza tempo per conoscere in profondità l’avv. Sforza – ha continuato la direttrice – ma so che aveva una grande attenzione per il territorio e queste due opere vengono restituite proprio al territorio. Avercele concesse in comodato da parte della Banca, è per noi un segno di fiducia e di buon auspicio per il futuro della Galleria, un dono alla città e al Paese intero».

Valeria Poli dal canto suo ha rimarcato come l’occasione della consegna fosse in linea con il mecenatismo “senza paragoni” e di lunga data della Banca di Piacenza. «La Banca – ha affermato – oltre a contribuire al restauro del nostro patrimonio storico e artistico, ha in più occasioni permesso il ritorno nella nostra città di opere di grande importanza per la nostra cultura. Ricordo, in particolare, il ritorno delle vedute di Giovan Paolo Panini che i piacentini possono ammirare nella sede centrale in via Mazzini».

Come già accennato, in tempi recenti la Banca ha avuto la fortuna di reperire sul mercato antiquario due bozzetti preparati per la realizzazione dei fregi che attualmente ornano la facciata della Galleria d’arte moderna. Valeria Poli, che attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione della Ricci Oddi, ha ricordato il contesto nel quale si inserisce l’opera. «Dal gennaio 1924 – ha proseguito la prof. Poli -, come documentato dal carteggio di Giuseppe Ricci Oddi, prese avvio un importante legame culturale e artistico tra Ricci Oddi e l’architetto Giulio Ulisse Arata, progettista della Galleria (1925-1931). Meno conosciuto è il ruolo svolto come consulente non solo nel caso di acquisti, come la famosa Signora di Klimt nel 1925 a Milano, ma anche come intermediario per la committenza di opere. Nel gennaio 1931, come documentato dalle fotografie del prof. Giulio Milani, la Galleria era conclusa, ma Arata ritenne di completare l’ingresso chiedendo allo scultore Antonio Maraini di eseguire i due rilievi raffiguranti la Scultura e la Pittura (1,80 x 1,40 m). Le opere, commissionate nel gennaio 1931, saranno consegnate nel giugno 1931 in attesa della inaugurazione avvenuta l’11 ottobre 1931. I bozzetti in terracotta (26 x 34 cm), che entreranno a far parte della esposizione stabile della Galleria, saranno occasione per studi futuri dedicati ad approfondire la figura di un artista che ha conosciuto nel secondo dopoguerra un lungo periodo di oblio a causa della sua attività durante il Ventennio come interprete del clima di Ritorno all’Ordine».

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