Vaccinazione conviventi di persone fragili: alcuni aspetti da chiarire

L’Ausl di Piacenza ha indicato le patologie per le quali possono essere vaccinati, con AstraZeneca, i famigliari dei malati. Nel caso degli immunodepressi Aifa e Ministero però indicano l’utilizzo dei vaccini  a mRNA

Da l’altro ieri in Emilia Romagna anche i conviventi con persone estremamente fragili possono essere vaccinati con Astra Zeneca.  Una nuova campagna di immunizzazione che allarga la platea dei destinatari ma che ha già suscitato perplessità a causa delle modalità della prenotazione previste.

Come abbiamo avuto modo di scrivere infatti, mentre per tutte le altre categorie vaccinate nelle fasi precedenti era possibile prenotarsi telefonicamente, via web, in farmacia ed al Cup (modalità che veniva sconsigliata dallo stesso direttore generale dell’Aus di Piacenza), per i conviventi delle persone fragili è stato deciso che l’unica modalità possibile è quella in presenza presso gli sportelli.

Una scelta probabilmente adottata per l maggiore difficoltà di individuazione dei conviventi. Ed infatti questi devono presentare documenti aggiuntivi per dimostrare di avere diritto all’inoculazione e cioè un’autocertificazione attestante la propria condizione. Dichiarazione che però avrebbe benissimo potuto essere trasmessa in via telematica anche da parte di chi avesse prenotato via web o in farmacia.

Molte famigliari conviventi, in queste ore ci hanno evidenziato come tale procedura li metta in grande difficoltà. Il doversi recare fisicamente al Cup, per alcuni famigliari o caregiver, significa infatti dover lasciare senza cure, per alcune ore, il proprio caro. Per altri dover prendere mezza giornata di ferie.

Per tutti, infine, il doversi recare fisicamente allo sportello, il dovere fare una possibile fila … espone al rischio (seppure basso) di contrarre il virus, prima ancora di aver ricevuto il vaccino. Un non senso.

C’è però un altro aspetto che lascia perplessi.

L’Ausl di Piacenza, nel suo comunicato stampa, ha chiarito che i famigliari di persone estremamente fragili verranno vaccinati con vaccino a vettore virale. Al momento, in attesa del Johnson& Johnson ed eventualmente dello Sputnik, l’unico vaccino di questo tipo disponibile è AstraZeneca.

L’azienda sanitaria piacentina ha specificato con puntualità quali siano le persone da ritenersi particolarmente fragili.

Secondo le nuove direttive regionali, sono ammessi alla vaccinazione i conviventi delle seguenti categorie di pazienti:
– in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive
– con grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza
– con immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico
– oncologici e onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
– in lista d’attesa o trapiantati di organo solido
– pazienti in attesa o sottoposti a trapianto (sia autologo sia allogenico) di cellule staminali emopoietiche (CSE) dopo i 3 mesi e fino a un anno, quando viene generalmente sospesa la terapia immunosoppressiva
– pazienti trapiantati di CSE anche dopo il primo anno, nel caso che abbiano sviluppato una malattia del trapianto contro l’ospite cronica, in terapia immunosoppressiva.

A questo punto è interessante consultare l’allegato 3 della nota protocollo 0005079-09/02/2021-DGPRE del Ministero della salute (vedi documento a pagina 33). Il documento (ricalcando il testo diffuso da Aifa) indica in quali casi vanno utilizzati i vaccini a mRNA (Pfizer o Moderna) e non l’ AstraZeneca.

Ebbene fra i vari casi per cui AstraZeneca non è consigliato troviamo “pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive e conviventi” ed ancora pazienti con “malattie autoimmuni con associata immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico e conviventi”.

Un’impostazione che non è stata cambiata nemmeno dopo l’estensione dell’AstraZeneca ai soggetti di età superiore ai 65 anni.

Altrettanto esplicita è una tabella della Regione Emilia Romagna, parte di un documento a firma della direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna, Kyriakoula Petropulacos. Nella tabella vengono, ancora una volta, evidenziati i casi in cui non è indicata la somministrazione dell’AstraZeneca e ritroviamo appunto i conviventi di pazienti in terapie immunodepressive e immunosoppressive.

Insomma, salvo che ci sfugga qualcosa, da un lato si dice che i conviventi di pazienti immunodepressi (per decisione del Ministero della salute) non devono essere vaccinati con Astra Zeneca ma con Pfizer o Moderna, dall’altro le Ausl dell’Emilia-Romagna (immaginiamo su indicazione della Regione) includono queste tipologie di conviventi fra coloro da vaccinare con AstraZeneca.

Così dopo aver fatto la fila allo sportello un famigliare di un immunodepresso rischia di recarsi in un centro vaccinale e di vedersi rifiutare l’inoculazione (con AstraZeneca) da parte del medico addetto alla compilazione della scheda anamnestica perché in parziale contrasto con le linee guida ministeriali.

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