Vertenza Fedex TNT: il Prefetto richiede il Tavolo Interministeriale

Questa mattina presidio del Si Cobas davanti alla sede della CGIL

La vertenza Fedex TNT e l’improvvisa chiusura della sede piacentina approdano a Roma. Il prefetto di Piacenza Daniela Lupo, venerdì scorso “attesa l’importanza della vertenza, per i suoi effetti sia su questo territorio, snodo strategico della lgistica nazionale e internazionale, che su altri siti Fedex TNT nazionali, in accordo con l’Assessore Regionale allo sviluppo Economico e il Presidente della Provincia” , ha richiesto che la tematica sia affrontata presso i Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dello Sviluppo Economico.

«Dai contatti con Fedex TNT e Alba S.r.l., con la partecipazione  dell’Assessore allo sviluppo economico della Regione Emilia Romagna, del Presidente della Provincia di Piacenza, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e dell’INPS – si legge in un comunicato della prefettura – al fine di meglio comprendere le ragioni della chiusura dell’hub TNT-Fedex di Piacenza, è emersa la  conferma dell’irrevocabilità della decisione di chiusura del sito di Piacenza che, secondo i rappresentanti aziendali, sarebbe stata decisa dai vertici globali della multinazionale Fedex TNT.

In merito, sia Fedex che Alba comunicavano, altresì, di non avere possibilità di ricollocazione dei 280 lavoratori presso i propri stabilimenti, asserendo di aver registrato su Piacenza una diminuzione dei volumi delle commesse e annunciando un nuovo piano di assunzioni, con l’internalizzazione di 800 lavoratori, di cui 200 nella regione.

Visti il carattere unilaterale delle decisioni aziendali, in assenza di concertazione con le Istituzioni che avrebbero garantito il loro sostegno, e soprattutto l’impatto sociale derivante dalla perdita di 280 posti di lavoro, coi conseguenti riflessi sulle famiglie, è stato rivolto un invito a Fedex TNT e ad Alba a rivalutare la scelta effettuata.

I rappresentanti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e dell’Inps hanno intanto garantito il massimo impegno per la definizione degli adempimenti necessari alla liquidazione, più rapida possibile, dei benefici di legge di rispettiva competenza».

Intanto si acquisce lo scontro fra sindacati. Questa mattina alcuni esponenti del Si Cobas hanno manifestato davanti alla Camera del Lavoro in via 24 Maggio, gridando slogan contro la Cgil accusata di essere “filo-padronale”.

«I Cobas – ha detto un lavoratore ex iscritto alla Cgil – sono una costola della Cgil. Una costola ora mancante. Una costola che conserva i valori antichi della Cgil che ormai sono spariti, non ci sono più. La Cgil è stato un grande sindacato. Ma ora state facendo per questi lavoratori che stanno perdendo la vita? Quando perdi il posto di lavoro perdi la dignità. Quando un uomo perde la dignità … è prossimo alla morte. Cosa avete a che spartire con la gloria delle vostre origini? Siete sposati in un matrimonio di interesse. Un matrimonio fallimentare perché state perdendo pezzi per strada. Anziché mettere le canzonette per sovrastare la nostra voce … nascete da un sindacato liberale, da un sindacato che dà voce a tutti. Il vostro atteggiamento non rispecchia le vostre origini. Vergognatevi».  

La Cgil ha diffuso al proposito un comunicato.

CGIL PIACENZA E FILT: “Slogan insopportabili. Nostra risposta civile e pacifica”

“Vogliamo rivolgere il nostro profondo senso di gratitudine a chi questa mattina ha voluto testimoniare la solidarietà alla Cgil con la sola forza delle proprie idee. Non aver reagito a insulti, provocazioni e slogan indegni di chi vorrebbe rappresentare i lavoratori ha dimostrato ancora una volta il senso di responsabilità della nostra gente.
I lavoratori che hanno voluto sostenere ancora una volta la Cgil, la sua storia e i suoi valori sono ben altra cosa rispetto a scellerate aziende che decidono dalla sera alla mattina di chiudere le attività lasciando nella disperazione centinaia di persone e le loro famiglie.

Un ringraziamento particolare va agli operai della logistica iscritti alla Filt Cgil. La nostra è stata una risposta ferma, democratica e responsabile di fronte a una manifestazione annunciata contro la chiusura dello stabilimento FedEx che si è trasformata in una contestazione alla Cgil dai toni inaccettabili: abbiamo ascoltato per 60 volte in 2 ore l’accostamento “Cgil-mafia”. E’ insopportabile sentire certi slogan per chi, come la Cgil, si è costituita parte civile nei processi contro le mafie e che ha avuto, a cominciare da Placido Rizzotto (1948), compagni ammazzati o minacciati nella difesa dei diritti contro i fenomeni mafiosi”. Non siamo e non saremo minimamente interessati ad alimentare una contrapposizione tra sindacati e lavoratori che altri hanno voluto e cercato, e proseguiremo l’impegno nel far tornare sui propri passi FedEx che con una scelta inaccettabile ha deciso, dall’oggi al domani, di chiudere l’impianto di Piacenza. Un sentito ringraziamento lo rivolgiamo ai colleghi di Cisl e Uil e a quel largo orizzonte di associazioni, partiti e singole personalità pubbliche e semplici cittadini che non hanno fatto mancare il loro sostegno alla Cgil”.

 

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