Vuole vendere la sua Mercedes cabrio ma incappa in una coppia di truffatori

La disavventura è capitata ad un giovane di Castel San Giovanni. Gli "acquirenti" lo hanno minacciato pesantemente per avere l'auto senza pagare, millantando anche la presunta vicinanza alla famiglia Casamonica

Un giovane di Castel San Giovanni, ad inizio 2020, aveva messo in vendita, tramite un sito specializzato, la sua Mercedes Benz Cabrio. Con il ricavato della vendita della supercar sperava di avviare una piccola attività commerciale. Poche ore dopo la pubblicazione dell’annuncio  era stato contattato telefonicamente da un signore dai modi gentili, residente nel padovano, interessato all’acquisto.

All’incontro, fissato per concludere la compravendita, si sono presentati invece un uomo e una donna, rispettivamente di 26 e 27 anni. Quest’ultima affermava di essere titolare di una concessionaria di auto in Verona. Tutto sembrava andare per il meglio ma quando il ragazzo, prima della firma del passaggio di proprietà, ha preteso dai due il denaro pattuito la coppia ha incominciato ad avere atteggiamenti intimidatori ed è passata alle minacce millantando anche la loro presunta vicinanza alla nota famiglia Casamonica di Roma. A questo punto, temendo per la propria incolumità, il venditore piacentino ha firmato il passaggio di proprietà senza ricevere alcuna somma di denaro.

Sempre sotto minaccia, è stato addirittura costretto ad inviare tramite WhatsApp, sul telefono del disonesto acquirente, un messaggio nel quale ha dovuto falsamente dichiarare che l’autovettura era stata venduta al prezzo di soli € 3.600 in quanto presentava problemi al cambio ed al motore. In realtà, l’autoveicolo era perfettamente funzionante, così come del resto appurato successivamente da una perizia eseguita da un tecnico della casa madre.

Nei giorni a seguire tutte le telefonate ed i messaggi che il giovane ha inviato all’acquirente, sollecitandolo a saldare il dovuto, non hanno sortito alcun effetto.

A questo punto, rendendosi conto che non sarebbe stato più in grado di gestire la situazione da solo, ha deciso di denunciare l’accaduto ai finanzieri della tenenza di Castel San Giovanni che hanno iniziato ad indagare sull’intera faccenda.

I militari hanno così scoperto che i due giovani, nei quali si è imbattuto il piacentino, avevano diversi precedenti penali specifici e che, pochi giorni dopo, avevano già rivenduto l’auto ad un altro soggetto della stessa etnia, residente ad Udine, ad un prezzo apparente di 3.900 euro.

Sotto la direzione della procura della Repubblica di Venezia le Fiamme Gialle sono riuscite a rintracciare a Udine l’autovettura ed in collaborazione con i colleghi friulani, l’hanno sottoposta a sequestro. Al termine di accurate indagini svolte al fine di appurare se vi fosse stata complicità tra la coppia ed il nuovo proprietario, l’auto è stata affidata in custodia giudiziale al piacentino che, in questi giorni, è riuscito finalmente a portarla a casa, in attesa del dissequestro definitivo.

Tutti e tre i soggetti sono stati denunciati per estorsione e ricettazione ed ora rischiano una condanna sino a 6 anni di reclusione per il reato di ricettazione e sino a 10 anni per quello di estorsione.

Tutti e tre sono risultati nullafacenti e completamente sconosciuti al fisco. Anche l’attività commerciale della donna che ha movimentato negli ultimi 5 anni più di un milione e mezzo di euro in compravendite di auto non aveva mai dichiarato nulla al fisco.

Le indagini sono state dirette dal Dr. Giorgio Gava, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Venezia.

 

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