Due zaini e il sogno di Valentina e Andrea di girare il mondo attraverso le farm ecosostenibili

Sono partiti da oltre tre mesi, hanno visitato Irlanda, Norvegia e attualmente si trovano nelle Isole Azzorre , strizzando l'occhio alla Nuova Zelanda [GALLERY]

Due zaini e il sogno di Valentina e Andrea di girare il mondo attraverso le farm ecosostenibili

Cambiare vita viaggiando, un passo alla volta. Ecco quello che sempre più persone progettano, sognano, ipotizzano dopo stressanti ore in ufficio, nel “logorio della vita moderna”. Anche Valentina Esposto e Andrea Viciguerra, due ragazzi piacentini, hanno deciso di mollare un lavoro in un negozio di prodotti biologici (lei) e come panettiere in un supermercato (lui), e vedere quali altri opzioni la vita aveva in serbo per loro, forse a tempo indeterminato, chissà.

“Siamo insieme da un anno circa, sin dall’inizio avevamo una passione comune per i viaggi ed eravamo abbastanza insoddisfatti della vita che stavamo conducendo, volevamo un’esperienza diversa per noi”.

A cosa era dovuta questa insoddisfazione? 

“In parte dalla routine, e un po’ dalle aspettative che avevamo per il futuro, anche lavorativo. Non avevamo grandi realizzazioni, con uno stipendio misero, correre continuamente senza possibilità di fare quello che volevamo realmente fare. Dovevamo cambiare tutto prima di diventare troppo grandi e stabilirci definitivamente in un contesto che non ci dava quello che stavamo cercando per noi, volevamo vedere un po’ cosa c’è fuori da Piacenza”.

Quando avete cominciato a fantasticare del viaggio pensavate già di stabilirvi altrove o di partire e di vivere alla giornata, vedendo gli sviluppi degli eventi? 

“Quando si viaggia cambia tutto molto rapidamente, ti si presentano opportunità, imprevisti. La nostra idea è di continuare a viaggiare finchè non troveremo il nostro posto nel mondo, ovunque sia. Tra le nostre opzioni ora c’è la Nuova Zelanda o l’Australia e girare in minivan. Vedremo”.

Quali paure vi attanagliavano all’inizio del vostro percorso? 

“All’inizio una delle nostre paure era quella che ci mancasse tanto casa o che dovessimo tornare prima del previsto, visto che avevamo anche un budget molto limitato. Temevamo che, nel caso fossimo tornati a casa, dovevamo ricostruire tutto quello che avevamo lasciato. Ma una volta preso l’aereo pensi solo al viaggio, e capisci che è molto più semplice di quello che si crede, ci facevamo tanti complessi e tante paranoie, fini a se stesse”.

Per i vostri soggiorni vi siete appoggiati all’associazione Wwoof. Di cosa si tratta? 

“Basta iscriversi al loro sito per trovare alcune farm ecosostenibili (in base allo Stato di ricerca) dove poter scambiare qualche ora lavorativa al giorno con vitto e alloggio. Ci sono farm veramente di tutti i tipi, da quella che ha campi coltivati a quella con animali. Ti danno la possibilità di scoprire il Paese che ti ospita. Era l’opzione migliore sotto molti punti di vista, siamo entrati nelle case della gente, facendo un vero scambio, il vero senso del viaggio”.

Siete già stati in Irlanda, Norvegia e adesso vi trovate nelle Isola Azzorre. Cosa vi ha più colpito? 

“In questi tre mesi l’aurora boreale è stata sicuramente l’esperienza più forte, le foto rendono solo fino a un certo punto. Eravamo oltre il Polo Nord, anche la solitudine ha rappresentato per noi una bella sfida, abbiamo lavorato con le pecore. Eravamo nella contea di Finnmark, a nord della Lapponia”.

Tornando all’inizio del viaggio, cosa pensavano di voi le vostre famiglie? Come mantenete i contatti ora? 

“Non tutti condividevano questa nostra scelta, per la mentalità piacentina è difficile capire. Si tende a cercare il lavoro a tempo indeterminato e cercare casa, sembrava un capriccio da bambini. Gli amici ci hanno sostenuto, rimaniamo in contatto tutti i giorni tra videochiamate e chat, ora ci mandano i video delle grigliate! Sembra di essere insieme”.

Per chi volesse seguire le avventure di questi due giovani piacentini, potete trovarli sia su Facebook che su Instagram cercando il loro profilo “Due zaini un sogno”, sono giunti al giorno 107, ma il meglio, come diceva una canzone, deve ancora venire.

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