Zanzare positive al West Nile virus nel basso lodigiano e a Cremona

Positività in zanzare catturate in due trappole della rete di monitoraggio collocate a Cremona e a Caselle Landi (LO). Per la nostra provincia al momento il rischio resta medio-basso. Come prevenire il virus e cosa comporta

Non bastava il Coronavirus. La globalizzazione ci regala ogni anno infezioni che arrivano da lontano e che trovano terreno fertile anche da noi.

Fra queste c’è il West Nile virus che provoca la relativa febbre (West Nile Fever).

Come spiega il ministero della salute si tratta di “un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri”.

Zanzare infette a Caselle Landi e Cremona

Ebbene la sorveglianza entomologica e veterinaria, attivata a seguito del Piano regionale di sorveglianza delle arbovirosi per il 2020, ha evidenziato il riscontro di positività in zanzare catturate in data 8 luglio in due trappole della rete di monitoraggio collocate a Cremona e a Caselle Landi (LO). Queste sono state individuate come trappole “parlanti” anche per la provincia di Piacenza. Quindi visto che si tratta ti territori confinanti non è improbabile che zanzare “infette” possano arrivare anche nel piacentino.

Il rischio nella nostra provincia è al momento di livello 2 (probabilità di epidemia bassa/moderata) ma comporta la messa in atto di interventi di controllo del vettore e di prevenzione dell’infezione nell’uomo e negli equini.

In generale valgono le stesse regole generali di “difesa” contro le zanzare. Proprio in questi giorni alcuni operatori della ditta incaricata stanno provvedendo a irrorare i tombini delle strade con sostanze larvicide.

In tale circostanza, ed in analoghe situazioni verificatesi negli anni precedenti, il Comune di Piacenza ha emanato specifiche Ordinanze sindacali, ultima l’Ordinanza sindacale n. 433 del 09.08.2019 che è rimasta in vigore fino al 31 ottobre 2019.

Tali Ordinanze, in considerazione del livello di rischio riscontrato, prevedevano l’adozione di alcune misure precauzionali:

• continuare ad attuare rigorosamente gli interventi di lotta antilarvale;

• effettuare interventi straordinari preventivi con adulticidi qualora sia in programma una manifestazione che comporti il ritrovo di molte persone nelle ore serali in aree all’aperto;

• sensibilizzare i proprietari di equidi a vaccinare gli animali di proprietà.

Anche quest’anno il Piano regionale di sorveglianza delle arbovirosi ha utilizzato una metodologia basata sulla sorveglianza entomologica e veterinaria che prevede la ricerca del virus sia nelle zanzare, che ne sono vettore, sia negli uccelli selvatici, principalmente i corvidi, nei quali il virus si moltiplica fino a renderli “serbatoi” in grado di infettare le zanzare.

Ovviamente, se le evidenze rese disponibili dal Piano regionale dovessero richiederlo, anche quest’anno potranno essere adottate specifiche Ordinanze Sindacali che saranno graduate in base al livello di rischio riscontrato.

Vediamo quali sono i consigli del ministero della Salute per prevenire l’infezione e cosa comporta la malattia

Febbre West Nile: cosa è e come si previene

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.

Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
usando delle zanzariere alle finestre
svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.
Incubazione e sintomi
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

 

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