Agricoltori piacentini spaccati sul futuro del Consorzio Agrario di Piacenza

I giovani di Confagricoltura scendono in campo: "il Consorzio è del territorio non facciamoci rubare il futuro". Girometta, Coldiretti: "Il progetto Cai è la strada giusta per proteggere e sviluppare l’agricoltura piacentina"

Si fa sempre più acceso il confronto scontro sul futuro del consorzio agrario di Piacenza che vede nette divisioni all’interno di Coldiretti e l’opposizione al progetto di Cai da parte di Confagricoltura.

Dopo la presa di posizione del presidente Filippo Gasparini ora scendono in campo anche i giovani dell’associazione.

«Sul futuro di Terrepadane condividiamo la preoccupazione espressa da Confagricoltura Piacenza” – dichiara Corrado Peratici presidente dell’associazione dei Giovani di Confagricoltura Anga. “Anche noi giovani vogliamo che il Consorzio Agrario resti a Piacenza e siamo fortemente contrari ad un suo accorpamento in Consorzi Agrari d’Italia (CAI). Da oltre cento anni il nostro consorzio, realtà cooperativa voluta dai nostri bisnonni, lavora in simbiosi con le nostre aziende e con il territorio. Non siamo disposti a lasciarci rubare il futuro. Le nostre imprese contano sulla collaborazione del Consorzio agrario e sulla competenza delle professionalità che in esso lavorano”. Più in generale – ad avviso dei giovani di Confagricoltura – rinunciare al Consorzio significherebbe anche ridurre le possibilità di crescita per le prossime generazioni di piacentini che senza di esso si vedrebbero derubati di un importante volano dell’economia locale e di posti di lavoro. “La ricchezza e le prospettive di una terra sono fatte dal tessuto economico locale, abbiamo già perso strutture che erano a supporto dell’agricoltura e delle nostre imprese – ricorda Peratici, che parla a nome di tutti i giovani della sua associazione – non ci possiamo permettere che anche questo patrimonio comune ci venga sottratto. Il Consorzio fa parte della storia delle nostre imprese e deve poter far parte anche del nostro futuro. È una struttura che assume risorse qualificate ed eroga servizi importanti alle nostre imprese perché chi vi lavora conosce bene le nostre necessità e peculiarità. È fondamentale che Terrepadane, sia come centro operativo che decisionale, resti la realtà autonoma ed efficiente che conosciamo. Noi giovani siamo i primi a volar innovare e a guardare al futuro – prosegue Peratici – ma in modo chiaro, puntuale e preciso, cosa che il progetto di adesione a Cai non è.  La nostra – conclude – non è una posizione ostruzionistica, anzi, vogliamo che Terrepadane possa contare su un Cda maggiormente rappresentativo del nostro territorio. Ben venga, infatti, la lista pluralista in cui, con spirito di servizio, compaiono nomi importanti di Confagricoltura, a fianco di quelli di altre associazioni: una lista che rappresenta aziende di dimensione e vocazioni diverse, che è rappresentativa della ricchezza e della poliedricità della nostra agricoltura. Auspichiamo, dunque, questo passo avanti verso la trasparenza e in questo senso è fondamentale la nostra richiesta a chi guiderà il Consorzio di mantenere unita e forte la nostra comunità assicurando un futuro ai giovani di questa provincia. Ogni giorno è sempre più difficile affrontare scelte aziendali, abbiamo tanti problemi quotidiani e noi abbiamo bisogno di chi ci aiuti a superarli e non di un carrozzone che li crei».

Girometta, Coldiretti: «Il progetto Cai è la strada giusta per proteggere e sviluppare l’agricoltura piacentina»

«Sono favorevole al progetto Cai (Consorzi Agrari d’Italia) proposto da Coldiretti perché ritengo sia la strada giusta per proteggere e sviluppare al meglio l’agricoltura piacentina». Così dichiara il sindaco di Cortemaggiore Gabriele Girometta, uno dei candidati proposti da Coldiretti Piacenza alle elezioni di rinnovo delle cariche sociali del Consorzio Agrario Terrepadane che si terranno il 14, 15 e 16 maggio. La lista targata Coldiretti, “Per lo sviluppo del territorio ed un rinnovato protagonismo di Terrepadane”, intende portare benefici concreti a tutta la base sociale – spiega l’organizzazione piacentina – in modo che gli agricoltori diventino protagonisti di un nuovo modello di sviluppo nazionale basato sull’innovazione e sulla sostenibilità. «Credo che il progetto d’integrazione in Cai, anche alla luce del Recovery Plan e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, meriti un’attenta valutazione prima di poter esprimere un giudizio definitivo. Senza dimenticare un passaggio importante: sarà poi l’assemblea dei soci di Terrepadane, che è sovrana, a decidere del suo futuro. Un po’ come è avvenuto pochi giorni fa al Consorzio Agrario del Nordest, il cui Consiglio di Amministrazione, guidato dal presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, ha dato mandato per la realizzazione di un progetto condiviso al fine di analizzare e deliberare il conferimento in Cai». In vista delle elezioni del prossimo fine settimana, Girometta esprime rammarico per quella che considera come una compressione dell’esercizio di voto: «Mi auguravo che già questa fase elettorale potesse garantire un’ampia partecipazione dei soci, ma purtroppo non sarà così: il CdA uscente di Terrepadane, a giudicare dalle scelte intraprese sull’organizzazione dell’assemblea, non sembra affatto attrezzato a garantire la partecipazione di tutti i soci al voto». Il riferimento di Girometta è all’assegnazione di tutti i soci a un unico seggio, con il conseguente rischio di concentrazione degli elettori, ma anche al mancato riconoscimento dell’istituto della delega, come denunciato negli scorsi giorni da Coldiretti Piacenza. «In un solo seggio a Piacenza verranno convogliati in tre giorni 1.350 soci, compresi quelli di Milano, Pavia e Lodi, con l’emergenza sanitaria ancora in corso. Una situazione che limita l’espressione del voto, anche a causa del blocco delle deleghe». La decisione di scendere in campo per Terrepadane – spiega Girometta – è maturata a seguito di una richiesta di candidatura da parte di Coldiretti Piacenza; a questo si sono aggiunte alcune valutazioni emerse nel suo partito, Forza Italia, in cui il sindaco di Cortemaggiore riveste la carica di commissario provinciale. «Penso sia giusto chiedersi se all’agricoltura piacentina non serva ragionare in un’ottica più ampia rispetto a quella attuale, attraverso aggregazioni come Cai che sono in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dai fondi europei. I cittadini chiedono agli agricoltori garanzie sempre maggiori sulla qualità dei prodotti, anche dal punto di vista ambientale: siamo sicuri che il localismo sia la risposta giusta a queste esigenze? Il progetto Cai intende innovare e valorizzare i prodotti simbolo del Made in Italy per conferire maggior valore sui mercati ai nostri soci, garantendo al tempo stesso qualità ai consumatori».

 

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