Annamaria Arcelli e le sue “Stanze dell’Anima”

Inaugurazione della mostra personale di pittura il 4 marzo alle ore 17:30 presso gli Amici dell'arte in via San Siro

SI intitola “Le stanze dell’anima” la mostra personale di Annamaria Arcelli che si terrà presso l’Associazione Amici dell’Arte in via San Siro 13 (presso il complesso monumentale della Ricci Oddi). Sarà aperta il 3, 4  e 5 marzo 2023 dalle ore 16:00  alle ore 19:00 ed ancora i giorni 10, 11 e 12 marzo 2023 sempre dalle 16:00 alle 19:00. L’inaugurazione si terrà il 4 marzo alle ore  17:30 con presentazione di Roberto Meni.

Attratta dall’arte fin da piccola, l’artista ha la fortuna di godere di una notevole creatività, come dimostrano le sue primissime prove. Attorno ai 12 anni frequenta Bruno Cassinari nel suo atelier e lo ammira al lavoro. Da lì sboccia una passione che la porta a conoscere altri maestri ed esperti d’arte, a misurarsi con le prime prove, fino a frequentare un anno dell’Istituto Gazzola dove ha modo di seguire maestri come Scrocchi, Donà e Misseri, per acquisire tecniche quali l’acquaforte, l’incisione, l’acquerello, l’acrilico, l’olio e poi la creta e il collage.

Inizia così una produzione che è un incessante confronto con tecniche e motivi dell’arte, che lei in qualche modo interiorizza e fa suoi, ridefinisce e combina insieme. Leggibili nelle sue prove sono i rimandi al naif e a Ligabue, che lei ama, ma dai quali non si lascia imbrigliare. Poi l’impatto con l’impressionismo francese e con alcune tecniche, come il puntinismo, che però presto entrano in relazione con l’astrattismo e alcuni richiami concettuali, fino a risultati molto materici e pop, combinazioni di bidimensionalità e tridimensionalità, divertimento e gioco.

Da questo excursus, che il visitatore può ripercorrere personalmente, risalta però sempre l’aspetto ludico, che attraversa tutta la sua produzione e le permette di non farsi legare da una disciplina o da un credo, una leggerezza che le dà modo di individuare, al di là degli stili e con qualsiasi stile, il gioco dei riflessi simbolici che attraversano il reale.

Annamaria Arcelli rappresenta il mondo che la circonda che è fonte di molti interrogativi, ma che con i suoi rimandi emotivi e sensuali, nella composizione, trova la sua armonia e leggerezza. In ogni sua tela l’ambiente circostante, le cose del mondo, hanno sempre un riflesso umano, un intervento del desiderio e della soddisfazione che cancella ogni freddezza. Anche nei momenti difficili, cui lei non si sottrae.

Mirabile, come esempio l’ultimo quadro Ucraina, in cui le bombe di un nero aereo, in un cielo blu, cadono verso un prato e si trasformano in fiori colorati, prima che tocchino terra. Quello che tutti noi vorremmo. Pur agli esordi della sua attività espositiva, Annamaria Arcelli non ha mai smesso di creare e ha raccolto un suo gruppo di affezionati collezionisti, alcuni dei quali hanno messo a disposizione le opere per questa mostra e che vogliamo ringraziare.

Le opere di Annamaria Arcelli sono ben descritte da Roberto Menin

«Guardando (e riguardando) le opere di Annamaria Arcelli si è incuriositi da un normale meccanismo della mente, di cui però non sempre abbiamo consapevolezza: si tratta del meccanismo dello specchio. Il cervello umano è dotato di particelle speciali, dette neuroni a specchio appunto, che sono alla base dell’apprendimento del linguaggio e soprattutto dell’interazione sociale. Il suo funzionamento è semplice ma ha molte implicazioni: in breve, tutto ciò che vediamo lo immagazziniamo e cataloghiamo nella mente legandolo a volte a sentimenti ed emozioni. Noi non solo vediamo le cose, ma sappiamo riconoscerle in modo automatico, perché in qualche modo le proiettiamo fuori di noi. Così siamo in grado di riconoscerci negli altri e di interagire nel linguaggio e in ogni contatto sociale con l’altro che viene interiorizzato. Se non ci fosse questo meccanismo, non avremmo quella realtà stupefacente che è l’animo – o l’anima – umana. Ora, nello specifico: Annamaria Arcelli gioca con questo meccanismo e riflette quindi la realtà filtrata dalla sua mente, ma al contempo ci mostra il meccanismo stesso. Prendete l’opera L’arca dei ricordi: è una ricostruzione onirica dei suoi affetti, dove persone e animali sembrano essersi scambiati di ruolo: gli occhi dei cani sono puro sentimento mentre gli umani hanno una bella dose di ambiguità. Oppure nel quadro Sinfonia d’estate, dove un pianoforte rosso è al centro di quella creazione, la musica come cuore pulsante, l’armonia dei colori che si lega al sentimento, ma allude anche a ciò che si nasconde dietro a tanta bellezza. E poi: non ho mai visto un Tramonto come quello di Annamaria, un tramonto strepitoso nella sua dialettica. C’è un pallido astro in un cielo quasi nero. E’ proprio il sole? E’ irrealistico o solo funambolesco? A pensarci bene, di lì a poco sarà così, poco dopo il tramonto. O come concludeva Goethe in una delle sue liriche più note: “Warte nur, balde ruhest du auch” ossia: “Aspetta, avrai pace tra poco anche tu”. E dopo il tramonto può nascere una luna, su un mare nero. Avrete capito che i quadri di Annamaria Arcelli sono estremamente dinamici, ma nel momento in cui interagiamo con loro una sorta di percorso nello specchio, come in Alice, ci offre, oltre il turbamento, prodotti di felicità e di leggerezza».

 

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