Baldino (Ausl): ”Di normale in questa situazione non c’è nulla, ma non siamo alla scorsa primavera”

“Per numero di positivi ci stiamo avvicinando a marzo, aprile ma si fanno più tamponi e grazie alla cura precoce si è  abbassato notevolmente il livello di complessità della malattia”. I positivi aumentati del 119%. Tre pazienti in terapia intensiva, quattro in UTIR. Nelle scuole 138 positivi, 1.049 in quarantena

Conferenza stampa Ausl

Serviranno le restrizioni imposte dal Dpcm Conte per fermare il dilagare del Covid anche sul territorio della nostra provincia? E’ forse questa la domanda più scomoda a cui hanno dovuto rispondere questa mattina, nella consueta conferenza stampa settimanale per fare il punto della pandemia, il direttore generale dell’Ausl di Piacenza Luca Baldino ed il direttore sanitario Guido Pedrazzini. E’ del resto la domanda che molti, costretti alla chiusura dal Governo, si pongono per capire se il loro sacrificio servirà a qualcosa.

Baldino ha risposto con grande diplomazia, ricordando innanzitutto come proprio Piacenza sia stata una delle prime città d’Italia, ad inizio mese ad aver imposto l’uso delle mascherine in strada. Ha fatto presente che gli eventuali benefici si potranno vedere solo fra una decina, quindici giorni, non prima. Pedrazzini ha spiegato come queste decisioni vengano prese sulla scorta di indicazioni del Comitato tecnico scientifico, che, a sua volta, si basa sui dati statistici provenienti dalle regioni e dalle aziende sanitarie. Queste ultime quando riscontrano una positività cercano di comprenderne l’origine ed evidentemente, ha lasciato intendere Pedrazzini, i riscontri in mano al comitato li hanno indotti a pensare che una stretta su palestre, cinema, bar, ristoranti potesse essere utile per abbassare la curva dei contagi.

Sapere però con esattezza assoluta quali siano i luoghi ed i momenti dei contagi – ha spiegato dirigente Ausl – è quasi impossibile e per avere certezze assolute occorrerebbe compiere indagini genetiche sul virus per ricostruirne l‘esatto “albero genealogico”; un’operazione assolutamente impossibile. Allo stato attuale risulta già difficile condurre le indagini epidemiologiche ed anche la nostra azienda sanitaria è in affanno su questo fronte. Questo spiega, ad esempio, quanto avviene nelle scuole e quanto alcuni genitori e presidi hanno lamentato. La messa in quarantena di una classe non è sempre contemporanea rispetto alla diagnosi di positività di un compagno. Questo proprio perché, davanti all’aumento dei numeri, si sono accumulati ritardi nel tracciamento.

Un inceppamento del sistema che – ha assicurato Baldino – si dovrebbe risolvere nei prossimi giorni grazie al potenziamento dell’ufficio d’igiene dell’Ausl che «abbiamo fortemente rinforzato e che ora è circa 6/7 volte più grande di quello che era prima».

«Stiamo cercando di recuperare la normalità – ha chiosato Baldino – anche se di normale in questa situazione non c’è in realtà nulla».

L’eccezionalità del momento è del resto testimoniata dalla curva di crescita di contagi che, anche a Piacenza, è ormai esponenziale. Si è passati dai 98 nuovi positivi di fine settembre ai 610 della settimana che è andata dal 19 al 25 ottobre, con un aumento del 119%. E’ aumentato, ma meno rispetto ad altre zone d’Italia, anche il rapporto fra tamponi eseguiti (7.669) e positivi riscontrati che è salita all’8% contro il 3,4% della settimana precedente.

Una cosa però il direttore generale dell’Azienda Usl di Piacenza, ing. Luca Baldino l’ha sottolineata: non siamo nella stessa situazione della scorsa primavera. Ci stiamo avvicinando in termini numerici ma oltre ad essere molto più elevato il numero di tamponi che viene eseguito, i tamponi vengono fatti su persone anche asintomatiche. Soprattutto la presa in carico precoce dei pazienti, che avviene oggi, abbassa notevolmente ii livello di complessità della malattia rispetto a marzo e ad aprile.

Come ha ribadito anche il direttore sanitario Guido Pedrazzini la situazione all’ospedale di Piacenza, rispetto ad altre aree del paese, non è ancora emergenziale.

Il numero di accessi giornaliero al pronto soccorso è stabile anche se sono in aumento i casi Covid. Circa il 40% dei pazienti affetti dl virus, dopo gli opportuni controlli, viene avviato al proprio domicilio, mentre un 60% circa viene ricoverato in reparti come malattie infettive, medicina d’urgenza, pneumologia e solo un numero, largamente inferiore, nelle terapie intensive e sub intensive.  I ricoverati sono pazienti che hanno bisogno di un supporto elevato di ossigeno o di cure che a casa sarebbe difficile erogare.

Allo stato attuale sono tre i pazienti in terapia intensiva e quattro quelli in UTIR (Unità di terapia intensiva respiratoria) supportati con il casco d’ossigeno. Fra questi pazienti – che la Regione Emilia Romagna non si sa ancora perché ha deciso di sommare statisticamente fra loro – vi è una netta prevalenza di persone over 70 ma non mancano un paziente di 60 anni ed uno di 47 anni.

I ricoverati Covid in totale nelle strutture ospedaliere piacentine sono 98 di cui 58 con malattia in corso.

A supporto degli ospedali di Piacenza, Fiorenzuola, castello e Bobbio sono operative due strutture Covid per ospitare pazienti dimessi dall’ospedale oppure in isolamento: quella COVID 3 presso Casa della Salute di Cortemaggiore ha  una capacità ricettiva di 7 utenti in stanza singola con bagno e ulteriori 5 stanze singole con bagno (al bisogno duplicabili con bagno in comune). A ieri ospitava 13 persone. La seconda struttura è la COVID 4 presso l’Area Logistica Aeronautica Militare S. Polo. Costituita da due palazzine (“Falco” e “Aquila”) con una capacità ricettiva di 36 posti letto complessivi, Attualmente ospita 21 persone.

La maggior parte dei nuovi positivi è concentrata in pianura e circa il 50% nel capoluogo Piacenza.

Le persone in quarantena sono passate da 1.761 a 2016. Notevolmente aumentati anche gli accessi delle Usca (le unità territoriali) presso i domicili di piacentini passati da 149 di fine settembre a 525 della scorsa settimana.

Nelle scuole sempre più casi di positivi e studenti in quarantena

Per quanto riguarda il capitolo scuola continuano ad aumentare le positività riscontrate. L’incremento settimanale è stato di 43 nuovi positivi di cui 37 sono studenti e 6 fra docenti e personale Ata. In totale i positivi sono 138 di cui 123 studenti e 15 fra docenti e personale Ata.

Gli istituti in cui si sono verificate positività sono 59 in totale di cui 13 Nidi d’infanzia (con 17 classi), 19 Scuole primarie (con 37 classi), 10 Scuole secondarie I grado (con 33 classi) e 17 Scuole secondarie di II grado (con 40 classi). Questa settimana l’incremento è stato di ulteriori 13 istituti e 41 classi.

Secondo l’Ausl le classi per le quali è stata documentata un’effettiva trasmissione sono 20 (2 in più). Negli altri casi le positività potrebbero aver avuto origine all’esterno e non nelle aule.

Le persone in quarantena sono salite a 1049 in larga parte studenti (1.034) ma anche
15 fra docenti e collaboratori. L’incremento di questa settimana è stato di 280 unità di cui
277 studenti e 3 docenti/collaboratori.

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