Scegliere di farsi fare grandi tatuaggi sulle braccia se si veste l’uniforme da carabiniere è certamente sconsigliato e può portare a sanzioni disciplinari ma non è un motivo sufficiente per destituzione dall’Arma.
A stabilirlo è stato il TAR dell’Emilia Romagna che ha accolto il ricorso dell’avvocato Giorgio Carta, difensore di un appuntato dei carabinieri che era stato “licenziato” proprio a causa di vistosi disegni incisi sulla sua pelle. Una pratica che non è vietata fra gli uomini della Benemerita ma sconsigliata, soprattutto se i tatuaggi sono visibili ad esempio quando si indossano camicie a maniche corte.
Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri esprime soddisfazione per la sentenza «che ha reso giustizia al collega destituito dall’Arma dei Carabinieri per essersi fatto alcuni tatuaggi in zone visibili del corpo. Abbiamo sempre sostenuto che la sanzione della destituzione per via di tatuaggi visibili, ledesse il principio di proporzionalità e ragionevolezza della sanzione e che la normativa interna dell’Arma “sconsigli” i tatuaggi, ma non li vieti. In mancanza di chiari divieti, è inammissibile che solo nella Legione Carabinieri Emilia Romagna, negli ultimi tempi, sia divampata una caccia alle streghe nei confronti di chi esibisce i tatuaggi. Chiediamo quindi che anche altri procedimenti disciplinari, seguiti dal nostro Pool Disciplina e pendenti sempre in Emilia Romagna per i tatuaggi, vengano archiviati in autotutela. Credo che la scala gerarchica dovrebbe occuparsi di altri gravi problemi che attanagliano quella Legione, piuttosto che di tatuaggi».