Commercio e accordi operativi, la Giunta Barbieri: “Basta disinformazione”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Comune di Piacenza sul tema caldo delle varianti urbanistiche.

 “Il silenzio che fino ad oggi ha contraddistinto la Giunta comunale sia sul tema del commercio, sia su quello più vasto degli accordi operativi che a volte si intreccia con il primo, va letto non solo come rispettoso delle prerogative del Consiglio comunale, ma anche – e ancora prima – dell’istruttoria che gli uffici comunali stanno svolgendo al riguardo. A fronte di tempi ristretti e perentori (al massimo 120 giorni) che la legge regionale riserva agli uffici per pronunciarsi, la Giunta comunale si è ben guardata da qualsiasi tipo d’intervento che si configurerebbe come indebita intrusione o, ancora peggio, maldestro tentativo, anche solo surrettizio, di condizionare l’attività dell’ufficio stesso. Ad onore della verità, detta posizione è stata più volte ribadita in Consiglio comunale, nelle Commissioni consiliari di merito e anche, sul piano strettamente politico, nelle riunioni di maggioranza.

Non è certo quindi per compiacere a chicchessia che la Giunta interviene oggi, senza minimamente derogare ad una scelta che innanzitutto è di legalità e di correttezza amministrativa, al solo ed esclusivo scopo di evitare che effluvi di parole e prese di posizione, molte delle quali per nulla documentate, ingenerino – ma forse è questo il solo vero intento – la convinzione nell’opinione pubblica che quella in carica sia la Giunta del cemento o dei supermercati. Una vera e propria falsità, non solo perché la Giunta non è l’organo deputato a definitivamente decidere in materia, ma anche e soprattutto perché questa Giunta non ha mai sottoposto al Consiglio comunale dal suo insediamento una variante urbanistica, eccezion fatta per quella relativa alla individuazione della maxi area da destinare alla realizzazione del nuovo ospedale.

Come in modo inconfutabile attestano i permessi di costruire rilasciati, non conseguenza di interventi diretti che la legge impedisce di vietare trattandosi di diritti consolidati negli anni, il Consiglio comunale di Piacenza – su proposta della Giunta – ha approvato ad oggi due interventi riguardanti piccole e medie strutture commerciali. Segnatamente:

1) quello in via Goitre (angolo via Gorgni) che ha consentito di abbattere un pericolante scheletro di fabbricato che da più di vent’anni faceva orribile mostra di sé, al cui posto sorgerà una superficie commerciale riservata ai giocattoli ed una riservata alla vendita di prodotti di cartoleria, il tutto per una superficie commerciale complessiva di mq. 2970,21;

2) quello in via Calciati – P.le Velleia (area ex Mazzoni) laddove è stata realizzata una media struttura commerciale alimentare e non alimentare avente una superficie complessiva di mq‎ 1334, prevista e conforme alle destinazioni urbanistiche.

In entrambi casi non vi è stato alcun consumo di nuovo suolo risultando lo stesso compromesso: nel primo caso da una costruzione pericolante da più di vent’anni; nel secondo da un corpo di fabbrica‎ non più utilizzato da 30 anni.

‎Non solo, ma la maggioranza di centro-destra, laddove possibile e nonostante ‎le difficoltà incontrate per approvare atti legittimi, ha eliminato ogni possibile automatismo nel rilascio di concessioni commerciali previsto (nel silenzio tombale di alcune categorie e associazioni solo negli ultimi mesi molto loquaci) dal Regolamento Urbano Edilizio, che la Amministrazione di sinistra – non altri – aveva approvato.

‎E’ qui il caso di ricordare  la delibera di Consiglio comunale n.  24   del 03.06.2019 – ancorché meno restrittiva di quella proposta dalla Giunta comunale  – che pone in capo al Consiglio, anziché riservarla agli uffici, la decisione ultima per autorizzare o meno la realizzazione di ‎piccole e medie strutture commerciali che, giova evidenziarlo poiché anche qui volutamente si gioca a fare confusione, non necessariamente trattano generi alimentari.

Altre aperture di piccole e medie superfici comunali sul territorio comunale non sono state neppure visionate dalla Giunta, essendo state presentate ed eventualmente autorizzate dai responsabili dello sportello unico delle imprese, trattandosi o di trasferimento di licenze in aree compatibili sotto il profilo urbanistico o di completamenti di piani urbanistici attuativi approvati diversi anni fa e per i quali – secondo legge e non chiacchiere – non è possibile porre in essere divieti di sorta.

Proprio rispetto ai piani urbanistici attuativi approvati negli anni passati come per quelli che la legge definisce <interventi diretti> meglio sarebbe stato se le contrite voci di protesta di oggi si fossero elevate in un passato neppure recente, quando con specifici atti amministrativi vennero assentiti, risultando vana l’opposizione dei consiglieri comunali del centrodestra, allora in minoranza e non supportati nella loro azione di contrasto da alcuna categoria e/o associazione.

Quanto poi al dibattito apertosi in occasione della avvenuta presentazione da parte di privati di proposte di accordi operativi, che solo qualche nostalgico del sistema politico che edificò il Muro di Berlino vorrebbe impedire, giova ripetere che si tratta di proposte e non di autorizzazioni come qualcuno si sforza di far credere.

Al riguardo, è qui doveroso evidenziare che:

a) con una precisa scelta politica l’amministrazione di centrodestra, come disposto dall’articolo 4 della Legge Regionale n. 24/2017, ha deciso di selezionare una parte delle previsioni del vigente Piano Strutturale Comunale cui dare immediata attuazione previa presentazione di proposte di accordi operativi e la valutazione degli stessi secondo principi di imparzialità e trasparenza;

b) a seguito dell’avviso pubblicato con determina dirigenziale n.385 del 19 marzo 2018, in esecuzione della delibera di Giunta comunale n. 67/2018 , sono pervenute al protocollo del Comune 83 manifestazioni di interesse da parte di privati, interessati a formulare proposte in linea con il vigente PSC, la cui attuazione si concretizza solo a seguito della presentazione e approvazione dei relativi accordi operativi;

c) per coerenza con la politica perseguita in consiglio comunale dal centrodestra in materia di commercio, in verità mai adeguatamente supportata su questi temi dalle categorie interessate, e sulla base delle manifestazioni di interesse presentate, il Consiglio comunale ha approvato con deliberazione n. 8 del 25 febbraio 2019  criteri rigorosi e selettivi  per la presentazione dei predetti accordi operativi;

d) nonostante le catastrofiche previsioni di coloro che annunciavano, a più riprese, imminenti colate di cemento che avrebbero seppellito la città, ‎risultano presentate -entro i termini perentori indicati dall’avviso – 9 proposte di accordi operativi aventi una superficie complessiva pari a circa 215.000 metri quadrati.

Nei fatti, gli accordi operativi presentati rappresentano numericamente il 10% delle manifestazioni di interesse a suo tempo depositate e il 5% della superficie totale risultante dalle manifestazioni di interesse che riguardavano una superficie di 5.171.000 metri quadrati. Un raffronto che già di per sé dovrebbe consigliare prudenza quando si parla di sconvolgimento del tessuto urbano, di cementificazione della città, di Giunta dei supermercati, con un ricorso sistemico ad affermazioni diffamatorie e buone solo per creare ingiustificati allarmismi;

e) per dette proposte di accordi operativi è in corso, come prevede l’art. 38 della vigente legge regionale, l’istruttoria di merito dei competenti uffici, che si auspica rigorosa e formale;

f) solo dopo che gli uffici ne avranno accertato la conformità urbanistica rispetto alle previsioni del PSC, la Giunta – ben avendo presente che deve comunque essere perseguito l’interesse pubblico – si esprimerà su ogni singola proposta e quest’ultima verrà pubblicata al fine di presentare osservazioni. Una volta acquisite e decise le osservazioni e previa espressione del parere del Comitato Urbanistico, il Consiglio comunale autorizzerà o meno la stipula dell’accordo operativo.

In conclusione: la Giunta ringrazia tutti gli intervenuti per le opinioni che hanno voluto esprimere,‎ rivendicando a volte posizioni e/o delineando scenari interessanti. Spiace però che vi sia stato anche chi abbia voluto esprimere critiche e giudizi sommari che i fatti, prima che gli atti, attestano essere ingiustificati, essendo frutto esclusivamente di futili pregiudizi”.

 

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