Ecoendoscopio di ultima generazione in gastroenterologia a Piacenza

Costato 120mila euro, è il primo di questa generazione in uso in Emilia-Romagna

L’ecoendoscopio di ultima generazione operativo nel reparto di gastroenterologia di Piacenza ha permesso all’equipe di compiere trattamenti mininvasivi di alta specializzazione di cui hanno potuto beneficare diverse decine di pazienti.

“Nel 2020 – fa notare il direttore generale Ausl Luca Baldino – abbiamo acquistato una settantina di ecografi, per un valore di circa 1.200.000 euro, con relativi accessori e software. Ce ne sono stati donati cinque (per un valore di circa 90mila euro) e altri 4 sono stati forniti in comodato d’uso dalla Protezione civile. Queste acquisizioni tecnologiche sono fondamentali per il lavoro delle nostre equipe, fortemente impegnate anche a recuperare tutte le attività sospese durante la prima fase dell’emergenza. La medicina non si ferma mai e, di conseguenza, il nostro sforzo di ricambio e aggiornamento delle strumentazioni è costante e necessario. Mettere a disposizione dei nostri clinici le tecnologie di ultima generazione è cruciale per affrontare al meglio le domande di salute della popolazione”.
In gastroenterologia, in particolare, l’investimento tecnologico ha permesso al team diretto dal dottor Giovanni Aragona di poter fare un vero salto di qualità nell’esecuzione di alcune manovre di alta specializzazione in ambito di endoscopia avanzata.

“Avevamo già un ecoendoscopio a disposizione, ma di precedente generazione; avevamo quindi ben presenti le sue potenzialità, e abbiamo sviluppato nel tempo un’importante clinical competence – spiega il primario – ma ormai l’apparecchio non rispondeva più alle necessità di innovazione richieste dal notevole sviluppo dell’endoscopia digestiva operativa. Il nuovo ecoendoscopio (Pentax J10 su consolle Hitachi Arietta V70) di ultima generazione invece, equipaggiato da un software dedicato e affiancato da un ecografo “top di gamma”, ci ha permesso una rapida espansione delle procedure eseguibili raggiungendo risultati eccezionali”.
Per esempio, sono già una ventina i pazienti che, affetti da colecistite acuta severa e ritenuti ad alto rischio operatorio per età e comorbidità (presenza di più patologie), hanno potuto evitare un intervento chirurgico grazie al drenaggio ecoendoscopico della colecisti. Abbiamo inoltre potuto drenare pericolosissime raccolte peripancreatiche infette secondarie a pancreatiti acute severe che hanno messo in serio pericolo di vita diversi pazienti colpiti da questa grave patologia”.

Costato 120mila euro, è il primo di questa generazione in uso in Emilia-Romagna ed è presente solo in pochissimi centri italiani di riferimento.

“L’utilizzo di questo strumento – sottolinea il dottor Aragona – s’inserisce nello sforzo di ricerca di terapie sempre più efficaci e sempre meno invasive, a vantaggio del paziente. L’ecoendoscopia operativa, infatti, è mininvasiva, sicura, efficace, non necessita di drenaggi esterni, riduce il rischio di complicanze ed è proprio per queste sue peculiarità è la metodica strumentale di più rapida crescita e sviluppo in ambito gastroenterologico, tant’è che vengono a lei dedicati interi congressi internazionali”.

Grazie anche a questa ulteriore acquisizione tecnologica in Gastroenterologia (che si assomma anche a due ecografi tradizionali), l’ospedale di Piacenza dimostra di investire sempre di più in tecnologia e innovazione anche nel difficile periodo di emergenza che stiamo attraversando, per non farsi trovare impreparato sul fronte di tutte le altre patologie non Covid.

 

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