Emergenza occupazionale nelle Rsa. Il punto di vista del Gruppo Edos

Il che gestisce la Cra Casa San Giuseppe di Piacenza, commenta il comunicato diffuso dai sindacati dei pensionati circa l’emergenza occupazionale del settore sanitario

Il Gruppo Edos, gestore di 17 residenze per anziani in Italia, tra cui Cra Casa San Giuseppe di Piacenza, dopo aver appreso quanto diffuso a mezzo stampa dai sindacati dei pensionati circa l’emergenza occupazionale del settore sanitario, esprime il proprio punto di vista sul tema.

“Condividiamo l’emergenza occupazionale espressa dai sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL, Aldo Baldini, Luigi Baldini e Pasquale Negro, alla quale tutto il comparto sociale e sanitario fatica a far fronte. Questa “emorragia”, come è stata definita a ragione dai sindacati, è iniziata con la fuga verso il massiccio reclutamento da parte delle strutture pubbliche a partire dal marzo 2020 a tutt’oggi, senza che nessuna azione concreta sia stata fatta per porre rimedio a questa carenza strutturale di personale con socio-sanitario, infermieristico e medico in primis.

Anche le strutture del Gruppo Edos, inclusa CRA San Giuseppe, non sono passate indenni da questo fenomeno e le dimissioni sono state molte; tuttavia, grazie anche allo sforzo di tutto il Gruppo nell’attività di reclutamento costante, le nostre residenze hanno potuto continuare la loro attività senza alcuna conseguenza sulla qualità del servizio di cura. Nello specifico anche la nostra struttura di Piacenza, come già confermato dal responsabile della residenza, a fronte delle dimissioni ha sempre provveduto con altrettante assunzioni, se non di più, garantendo qualità e continuità di servizio“.

Il Gruppo conclude con un appello e una riflessione importante: “Ricordiamo altresì come dalla pandemia ha avuto origine il processo definito di Great Resignation o Big quit, comune a tutti i paesi industrializzati e che nel comparto sanitario, in Italia, ha fatto rilevare la percentuale più alta di dimissioni (+44% nel 2021). Certamente, una maggiore attenzione da parte degli organismi governativi verso un settore spesso dimenticato, al quale tanto si chiede e poco si dà in termini economici, aiuterebbe tutto il comparto. Ringraziamo quindi chi – come CGIL, CISL e UIL non ha puntato il dito sui datori di lavoro, che faticosamente tentano di mantenere in vita le strutture dando un servizio adeguato agli Ospiti che ne hanno fatto la loro casa – ma ha segnalato come vi siano motivi profondi alla base delle scelte di cambiare lavoro o addirittura settore.

Il nostro obiettivo come Gruppo è sempre stato quello di mettere al centro Ospiti e operatori, cercando di garantire il massimo possibile ad entrambi, alle condizioni date, nonostante lo Stato deleghi ai privati un servizio così delicato, senza tuttavia fornire le adeguate risorse per poter esercitare tale compito nei termini in cui gli viene richiesto”.

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