Foti (FdI): i divieti di Natale “vanno aboliti subito”

Secondo il parlamentare l'ultimo Dpcm non solo è privo dei requisiti di necessità e urgenza richiesti dall’articolo 77 della Costituzione, ma palesemente ne viola quanto meno l’articolo 3

Il gran chiasso che, soprattutto sui social, si sta facendo sulle dichiarazioni di Sara Soresi, con sermoni ora ispirati alla filosofia – non a quella del diritto, però – ora alla becera polemica politica, merita qualche riflessione. Se non altro perché il Decreto legge con cui vengono vietati gli spostamenti da comune a comune, anche della stessa provincia, in occasione di alcune festività tra le quali quella del Santo Natale, non solo è privo dei requisiti di necessità e urgenza richiesti dall’articolo 77 della Costituzione, ma palesemente ne viola quanto meno l’articolo 3.

Non si vede quindi una sola ragione per la quale un avvocato, lungi dal confondere l’attività professionale con quella amministrativa e politica, non possa annunciare un atto di disobbedienza civile, facendosi carico delle sanzioni relative e promuovendone poi la successiva impugnazione.

Siamo, infatti, prossimi a vivere un’assurda situazione nella quale il giorno di Natale non sarà possibile ad un figlio residente a Bobbio fare visita ai propri genitori residenti a Marsaglia, mentre si potrà tranquillamente uscire dall’Italia per andare nelle spiagge delle ridenti località tropicali.

Chiunque abbia letto il post di Sara Soresi non può non avere ben chiaro che il suo intento non è quello di venire meno ad una norma per il gusto di farlo, ma per potere poi far valere in giudizio – e cioè nel contraddittorio delle parti – le proprie ragioni, così come in uno stato di diritto è consentito di fare. Evidentemente, attaccando Sara Soresi, si vuole difendere una misura che di cautelativo non ha assolutamente nulla ai fini sanitari, ma che invece e per contro discrimina i cittadini in ragione della residenza – chi ha la fortuna infatti di risiedere nello stesso comune dei genitori potrà tranquillamente trascorrere, a differenza di tutti gli altri, il Santo Natale con loro – il tutto in assenza di alcuna evidenza scientifica che giustifichi una siffatta disparità di trattamento.

E’ pur vero che la cancellazione del Santo Natale, dopo avere cancellato il presepe, è ciò a cui ambiscono i megafoni del pensiero unico e gli eredi dello stato etico, ma un minimo di buon senso, nel caso di specie, non guasterebbe.

Le censure di un fronte più tragicomico che trasversale ad un annunciato atto di disobbedienza civile, mal si coniugano infatti con la tradizione politica, più libertina che libertaria, dello stesso, che da tempo, ad esempio, sostiene il libero utilizzo delle droghe leggere. Non sorprende quindi che vi sia ancora oggi chi si mostra  impiegato a bruciare sul rogo dell’inquisizione chi vuole potere celebrare il Santo Natale con i suoi cari, pur nel pieno rispetto di quel principio di precauzione che l’emergenza sanitaria impone. E ciò sostengo in assenza di qualsiasi conflitto d’interessi, essendo i miei genitori entrambi deceduti.

Siamo purtroppo di fronte, in ambito locale, ad un maldestro tentativo di demonizzare ora l’avversario politico, ora l’alleato dalla schiena dritta, senza neppure informarsi sulle iniziative che, in ordine ai divieti imposti, stanno assumendo non solo i parlamentari del centro-destra, ma anche quelli del Partito Democratico. Non appena si è diffusa la notizia dei divieti di passaggio da comune a comune, anche all’interno della stessa provincia o regione, in alcuni specifici giorni delle festività natalizie, vi è infatti stata – ad esempio – la lettera inviata da numerosi deputati e senatori del gruppo del PD ai rispettivi capigruppo di Camera e Senato, volta a chiedere al presidente Conte di abolire da subito quei divieti medesimi. E così pure hanno fatto i presidenti di Regione.

Fa dunque molta tristezza vedere personaggi in cerca d’autore farsi portabandiera dei divieti imposti dal Governo per il giorno di Natale, anziché propugnarne l’abolizione.

Ma tant’è: c’è chi per fame di polemica, oltre che per invidia politica, non perde occasione per mostrarsi del tutto indifferente al dramma che i divieti imposti il giorno di Natale provocano, impedendo – ad esempio –  ad un nonno che abita a Vallera di potere abbracciare il nipote che vive a Gossolengo, cioè a 400 metri di distanza!!!”

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