Nessun certificato per tornare a scuola

In attesa di saper se le scuole riapriranno il 2 o il 9 marzo la Regione ribadisce che non è necessario alcun certificato medico per il rientro a scuola. Occorre solo se si è stati malati più di 5 giorni

Banchi scuola

Ancora non si sa quale decisione prenderanno domani il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ed i suoi assessori sul fronte delle scuole, se riaprire lunedì 2 marzo o se rinviare tutto al lunedì successivo. Non è poi da escludere che Piacenza, a fronte del numero elevato di persone positive (65 questa sera e destinate a salire domani) decida di adottare (attraverso un’ordinanza del sindaco) misure più restrittive ed optare comunque per un’ulteriore settimana di chiusura.

In ogni caso è bene sgombrare il campo da informazioni sbagliate, che purtroppo continuano ad accompagnare questa emergenza Coronavirus (anche per colpa di ordinanze e in decreti non sempre chiari).

Come abbiamo già avuto modo di pubblicare (Fonte Ufficio Stampa Regione Emilia Romagna) per essere riammessi a scuola non servirà nessun certificato medico ad eccezione di malattia superiore ai 5 giorni (ed è proprio questo passaggio che ha creato confusione).

La Regione ribadisce che non è necessario alcun certificato medico per il rientro a scuola (di ogni ordine e grado) degli studenti se l’assenza è dovuta alla chiusura forzata delle scuole. 

È necessario invece un certificato se l’assenza da scuola è dovuta a una malattia di durata superiore a cinque giorni: in questo caso, a stabilirlo è il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DPCM 25 febbraio 2020) secondo cui fino al 15 marzo la riammissione a scuola (post malattia) dovrà avvenire, appunto, dietro presentazione del certificato medico, in deroga alle disposizioni vigenti in Emilia-Romagna dove la certificazione di riammissione scolastica è stata abolita da anni.

Una scelta che ha suscitato le proteste dei medici di famiglia e dei pediatri secondo i quali è impossibile certificare con assoluta certezza la non contagiosità di un ragazzo e per di più si corre il rischio di affollare gli studi medici e per assurdo contribuire a diffondere ulteriormente il virus. Quindi un provvedimento che rischia di essere inutile se non dannoso.

Proprio per evitare afflussi eccessivi negli ambulatori dei medici di base e dei pediatri di libera scelta, il consiglio che viene dalla Regione è quello di non presentarsi direttamente ma di contattare preventivamente il medico. E, per i pazienti con la febbre o con sintomi respiratori, rimane valida la raccomandazione di non recarsi negli studi dei medici senza averli contattati prima per telefono.

Naturalmente, anche in questo periodo e come sempre, i medici rilasceranno ai propri assistiti certificazioni sul loro stato di salute che attestino i dati anamnestici raccolti e i rilievi clinici constatati o oggettivamente documentati. Quindi i lavoratori che vogliono fruire del congedo per l’assistenza ai figli minori potranno ottenere gratuitamente dal medico, generalmente il pediatra di base, il certificato che attesti unicamente lo stato effettivo di malattia del figlio.

Ricordiamo che non possono essere chiesti certificati di malattia o di riammissione scolastica se non per i casi in cui lo stato di malattia sia effettivamente intervenuto. Quindi se uno studente non è stato malato il medico non può rilasciare alcun certificato.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome