Stipulato protocollo d’intesa per iniziative culturali tra Fondazione, Curia e Comune. Già idee in cantiere

Stipulato protocollo d'intesa per iniziative culturali tra Fondazione, Curia e Comune

E’ stato siglato questa mattina un protocollo d’intesa importante che mette insieme Comune, Curia vescovile, Fondazione e Camera di Commercio. Un team vincente ed affiatato grazie all’esperienza della candidatura della nostra città a Capitale Italiana della Cultura 2020.

“Oggi con questo tipo di programma che intendiamo intraprendere, – ha iniziato la sindaca Barbieri – vogliamo creare iniziative che si estendono nell’arco di due secoli. Dai tesori nascosti della chiesa di San Sisto, La natura morta tra 17esimo e 18esimo secolo e i simboli della città, ovvero i gruppi equestri del Farnese”. L’idea è quella di un protocollo aperto a tutte le realtà interessate a partecipare (è stata ventilata l’ipotesi di gruppi bancari). Trattandosi di un protocollo d’intesa, ancora nulla di concreto sul piatto, solo una serie di intenzioni comuni che devono trovare riscontro.

Il presidente della Fondazione Massimo Toscani ha voluto rimarcare l’importanza della continuità progettuale. “I risultati si possono vedere non solo nel campo della cultura, ma anche nel welfare. Non è un protocollo vuoto, abbiamo già delle idee. Il nostro scopo è calare la storia nella contemporaneità, in modo che possa essere utile, vogliamo che La natura morta possa essere viva, attraverso l’agroalimentare piacentino”. Altro aspetto importante di questo protocollo sono i cavalli, “ma non focalizzandosi esclusivamente sul Mochi”. “Stiamo pensando a una esposizione che vada a indagare l’utilizzo dei cavalli nei secoli, da Farnese a Bottero, ma si tratta ad oggi di un’ipotesi, per far muovere la gente in città. La cosa bella sarebbe se alcuni di questi progetti si svolgano simultaneamente, in modo che i turisti stiano il più possibile a Piacenza”.

“La cosa importante sarà coinvolgere tutta la comunità – ha sottolineato il vescovo -, tutti siamo chiamati a lavorare e cooperare, perchè ciò che abbiamo di buono e di bello possa creare un senso di appartenenza senza il quale la vita diventa divisa e lacerata, come stiamo sperimentando in molti campi, anche nel nostro Paese, sperimentiamo un incattivirsi che fa male”. La chiusura del protocollo è prevista per il 31 dicembre 2020, fatta salva la facoltà dei sottoscrittori di prorogarne la validità di altri 12 mesi. L’obiettivo rimane comunque quello di ragionare su area vasta, includendo ovvero anche la zona di Parma, e concordare progetti che possano essere territorialmente trasversali. 

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