Quartiere Farnesiana, Tarasconi: “Acer e Comune facciano la loro parte”

Il consigliere regionale Katia Tarasconi interviene sul degrado del quartiere Farnesiana

“È impressionante l’effetto domino del degrado urbano che si tramuta velocemente in degrado sociale; quanto da una finestra rotta si arrivi a fatti ben più seri. Le brutture delle cose prendono velocemente le sembianze delle persone che lì ci abitano”. È il commento della consigliera regionale Katia Tarasconi sull’articolo di oggi sulla Farnesiana. “Quello che sta accadendo è una ferita aperta che sanguina, non solo perché in quel quartiere ci sono nata e cresciuta – fa sapere la consigliera dem – ma perché è come un arto della città che si è ammalato.  La cura esiste – garantisce -: si tratta di lavorare su più fronti, in primis, come dicevo, sul degrado urbano, poi sull’integrazione, ma soprattutto su educazione civica e legalità per tutti”.

Tarasconi incalza: “Servono interventi sociali con mediatori culturali costantemente presenti nel quartiere e un impegno da parte di Acer evidentemente maggiore: chi oggi ne è alla guida non fa più quello che dovrebbe fare. Il ripristino di regole del vivere civile per una sana convivenza è indispensabile: Piacenza è sempre stata una bella città in cui si vive bene e non si ha paura. E poi: a chi sembra normale che la carcassa di un’auto bruciata stazioni lì da anni senza che Acer provveda a rimuoverla, oppure si pensa che lo debbano fare i residenti? A sentire chi ci abita – aggiunge ancora Tarasconi – pare pure ci siano grosse perplessità sulle modalità di assegnazione degli alloggi da parte dell’ufficio abitazioni che dovrebbe osservare determinati criteri per tutelare il vivere civile e mettere coloro che arrivano nella condizione di integrarsi”.

“Infine – sottolinea la consigliera piacentina – con la legge regionale 3/2011 (poi sostituita dalla L.R. 18/2016) la Regione Emilia-Romagna ha investito notevoli risorse per la promozione della cultura della legalità e la prevenzione della criminalità organizzata.  Così come con l’articolo 6 della legge regionale 24/2003 grazie a cui sono stati elargiti i finanziamenti relativi alla sicurezza urbana. Sono anni che il Comune di Piacenza non partecipa e mi chiedo il perché. Esorto chi di competenza a partecipare ai bandi con progetti che mirino ad accorciare le distanze tra quello che Piacenza è oggi e quello che si merita”.

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