Regionali. Tutta in salita la corsa del PD che sarebbe in svantaggio

Secondo alcune indiscrezioni un recente sondaggio commissionato dallo stesso PD darebbe la coalizione del centrodestra in vantaggio sul centrosinistra. Riuscirà Bonaccini, in questi 73 giorni, ad invertire la tendenza e a farsi riconfermare? Salvini intanto si sta spendendo in prima persona ben sapendo le implicazioni nazionali che avrebbe un'eventuale vittoria

Che la conferma di Bonaccini alla guida dell’Emilia Romagna non fosse cosa semplice in casa PD lo si sapeva da parecchio tempo.

Si sperava però che, con il cambio di governo nazionale, quella di Salvini fosse una bolla se non pronta a scoppiare almeno a sgonfiarsi lentamente. Invece le cose sembrano addirittura complicarsi e mai come ora la premiership della regione più rossa d’Italia sembra essere in bilico.

A dirlo sarebbero i sondaggi e non quelli commissionati dal centrodestra (che potrebbero essere sopettati di troppa generosità nei confronti dei committenti) ma quelli fatti realizzare dallo stesso partito di Zingaretti.

Il risultato del più recente è custodito, con massima segretezza, nella sede del partito ma sono uscite varie indiscrezioni, alcune delle quali recentemente pubblicate dal quotidiano La Stampa.

Stando a quanto raccolto dai sondaggisti il centrodestra sarebbe attualmente in vantaggio sul centrosinistra con una forbice compresa fra i 5 ed i 7 punti mentre i due candidati governatori, il presidente uscente Stefano Bonaccini e la leghista Lucia Bergonzoni, sarebbero in equilibrio fra loro.

Una vittoria della coalizione guidata da Salvini sarebbe devastante non solo in una regione che non ha mai visto, nella sua storia, un cambio di maggioranza ma ancor più a livello nazionale.

Se il governo di Giuseppe Conte ha barcollato ma retto davanti alla batosta elettorale umbra difficilmente sopravviverebbe alla perdita dell’Emilia Romagna. Ancora più critica sarebbe la sitauzione in casa PD poiché si tratterebbe della sesta sconfitta consecutiva in una regione e Zingaretti rischierebbe di fare la fine di un cowboy in un rodeo, brutalmente disarcionato e con le terga fra la polvere.

Nulla è ovviamente ancora detto e le chance di rimonta restano ancora alte in questi 73 giorni che ci separano dalle elezioni.

Un conto sono i sondaggi, un conto è il voto vero, quello espresso in cabina elettorale.

L’Emilia Romagna inoltre è una regione senza particolari criticità, fra le prime in Italia per tasso di crescita e fra le ultime per disoccupazione, con una sanità d’eccellenza. Tutti elementi su cui Bonaccini sta puntando nella sua campagna elettorale per cercare di contrastare il caterpillar Matteo Salvini che continua a macinar chilometri su chilometri e girare ogni angolo di questa terra nella speranza di riuscire in quella che sarebbe la vittoria politica più clamorosa di sempre in Italia.

L’iper-presenzialismo di Salvini in regione rischia di contro di rubare la scena alla sua candidata, Lucia Bergonzoni, senatrice, già sottosegretaria al Ministero per i beni e le attività culturali nel governo Conte 1 e  candidata sindaco di Bologna nel 2016, per la coalizione di centrodestra. In quel caso arrivò al ballottaggio ma fu sconfitta dal dal sindaco uscente Virginio Merola. Come andrà questa volta?

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