Come sarà la didattica tra 30 anni? “Scuola e virtuale” del Liceo Gioia prova a dare una risposta

Come sarà la didattica tra 30 anni?

La scuola del futuro, pone alla fine un grosso punto interrogativo. Perchè oggi quello che possiamo fare è immaginare, attraverso studi, film, serie tv, come sarà la scuola di domani e la quotidianità stessa di molti studenti.

Una due giorni organizzata dal Liceo Gioia in collaborazione con ImparaDigitale e INDIRE prova a dare indicazioni, a tracciare una possibile rotta, indicando pericoli e pregi della tecnologia, e in questo caso non c’entra Black Mirror, si parla della realtà.

A introdurre i lavori questa mattina Dianora Bardi di ImparaDigitale e Andrea Benassi di INDIRE, i quali hanno parlato alla folta platea del Teatro Municipale del Mondo immateriale e nuovi modi di comunicare”.

Benassi, ricercatore e tecnologo, ha introdotto in modo soft il tema delle nuove tecnologie in ambito scolastico, prima con qualche citazione, poi prendendo come spunto il film di Steven Spielberg Ready, Player, One, in cui vengono raccontate le vicende di un ragazzo di Columbus, in Ohio, nel 2045, in una realtà distopica in cui tutti gli abitanti della terra sono connessi con visori per la realtà aumentata e vivono in un mondo virtuale chiamato OASIS. Tuttavia virtuale e reale si intrecceranno spesso.

“Le nostre azioni nel virtuale hanno delle conseguenze – sottolinea Benassi –, come nei videogiochi, fanno sentire altrove. Molto spesso i ruoli in un videogioco permettono di intrecciare il giocatore e il personaggio.Difficile è capire oggi che tipo di immersione vivremo domani, qui c’è il rischio di sottovalutare la portata di quello che accadrà, grazie a delle scelte, per lo più etiche […].  C’è già tutto, manca solo la potenza che ci sarà in futuro. 

Ma il punto è: vogliamo davvero una scuola così diversa e tecnologizzata? Ci sono reazioni contrastanti, da un lato fare un gita su Marte con gli studenti è affascinante, dall’altro abbiamo un modello di scuola che si replica, si riproduce. In questa scuola non si entra fisicamente, bensì ci si collega da casa, quindi sarà possibile scegliere una scuola molto lontana geograficamente, che però viene incontro alle esigenze. Alla scuola conviene pensarlo prima questo futuro, perchè il rischio è di rincorrerlo il progresso tecnologico”. 

Dianora Bardi, docente nei licei fino al 2016, poi divulgatrice di progetti multimediali nelle scuole tra cui Tablet School e le Olimpiadi Nazionali del Videogioco nella didattica. Suo è il metodo della Classe scomposta. Nel 2014 diviene membro del Tavolo permanente dell’Innovazione dell’Agenzia digitale italiana (Consiglio dei Ministri).

“La tecnologia ci deve essere – sottolinea Bardi -, la scuola italiana rimane sempre un po’ indietro nella crescita di nuove tecnologie applicate alla scuola, ma attenzione a non elogiare troppo la tecnologia. Questa deve diventare più trasparente, per gli adulti oggi non la è, così come la è per i ragazzi. Qual è il confine tra intrattenimento ed educazione? Ci troviamo di fronte a ragazzi che usano tecnolgie, ma sanno esattamente per cosa le usano?”. 

I lavori proseguiranno anche nella giornata di domani, è possibile vedere tutto il convegno in streaming sul sito http://www.scuolaevirtuale.it/

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