Secondo il Sole 24 Ore Piacenza prima in Italia per qualità della vita dei giovani fra i 18 ed i 35 anni

Soddisfatti il sindaco Patrizia Barbieri e l'assessore Zandonella. Critica invece l'opposizione che ritiene manchino indicatori fondamentali. Per Cugini questo primo posto "ha un che di presa in giro"

La classifica curata dal Sole 24 Ore e presentata ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento, vede la provincia di Piacenza al primo posto per qualità di vita dei giovani fra i 18 ed i 35 anni. Un dato che sta animando il dibattito politico cittadino, già surriscaldato dallo sprint finale che ci separa dal voto del 12 giugno.

La graduatoria è costruita su dodici parametri statistici ricavati da fonti certificate (Istat, Miur, Centro studi Tagliacarne, Iqvia) e riguarda la provincia (non solo la città capoluogo). Aosta invece è la provincia migliore per i bambini e Cagliari per gli anziani.

Dopo Piacenza si piazzano altre due città emiliano romagnole, Ferrara (2°) e Ravenna (3°).

Ma quali sono i 12 indici presi in considerazione?

  1. Quoziente di nuzialità – Piacenza 44°
  2. Età media al parto – Piacenza 10°
  3. Saldo migratorio totale (differenza fra nuovi iscritti e cancellati) – Piacenza 2°
  4. Aree sportive (metri quadri per residente) – Piacenza 6°
  5. Amministratori comunali under 40 – Piacenza 59°
  6. Canone di locazione (incidenza sul reddito) – Piacenza 56°
  7. Gap affitti centro/periferia – Piacenza 55°
  8. Imprenditorialità giovanile – Piacenza 79°
  9. Bar e discoteche % per giovani abitanti – Piacenza 22°
  10. Imprese che fanno e-commerce – Piacenza 61°
  11. Giovani laureati % su popolazione 25/39 anni – Piacenza 32°
  12. Disoccupazione giovanile – Piacenza 18°

Non è invece rientrato nei parametri di quest’anno il numero di concerti.

In sostanza dunque la provincia di Piacenza ha un forte saldo migratorio (differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza ogni mille abitanti), ha un buon numero di metri quadri di aree sportive per giovane abitante ed una bassa età media al parto del primo figlio (numero spiegabile probabilmentye proprio per l’alto tasso di giovani migranti).  In tutti gli altri parametri la posizione è più bassa ed in alcuni da metà classifica, su 107 province (Amministratori comunali under 40, Canone di locazione, Gap affitti centro/periferia, Imprenditorialità giovanile, Imprese che fanno e-commerce).

Siccome le statistiche sono fatte da medie matematiche Piacenza alla fine risulta prima.

Il commento del sindaco Barbieri e di Zandonella

Il sindaco Patrizia Barbieri non commenta il dato che vede questa volta la citytà al primo posto con un comunicato stampa ma si affida ad un lapidario post su Facebook in cui scrive:

“Abbiamo investito sui giovani, per il loro futuro. Lo abbiamo fatto davvero! Il mio partito è Piacenza”.

Luca Zandonella assessore alle Politiche giovanili commenta soddisfatto questa prima posizione “C’era chi attaccava duramente sulla gestione delle politiche giovanili della città… probabilmente perché mosso da interessi personali e ovviamente riconducibili politicamente. Se invece quotidiani nazionali riconoscono questo, vuol dire che tutto sommato le scelte fatte non sono state così negative”

Di tutt’altro segno sono invece le prese di posizione delle minoranze secondo cui i dati vanno letti bene e per quello che sono e soprattutto la classifica non in serisce fra i parametri né cultura, né verde pubblico tanto per citare due fattori che per le nuove generazioni un qualche peso ce l’hanno.

Cugini: “Piacenza al primo posto per la qualità di vita dei giovani 18-35 anni ha un che di presa in giro”

“Ci mancava solo di scoprire a pochi giorni dalla campagna elettorale che Piacenza è una città per giovani.
I giornali economici, questa è la volta del Sole 24 Ore, amano molto le classifiche, che però danno spesso in pasto a un pubblico di lettori esperti, con gli strumenti per interpretare i dati.
Il problema è quando questi studi vengono riassunti in titoli a effetto che stravolgono la realtà alla gente comune, quella che non occupa il giorno a controllare l’andamento dei mercati finanziari sul quotidiano.
Ebbene, premesso che faremmo i salti di gioia se fosse vero, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti, mettere Piacenza al primo posto per la qualità di vita dei giovani 18-35 anni ha un che di presa in giro.
Prima di tutto i parametri utilizzati: zero considerazione per il tasso di occupazione lavorativa, che pure qualche importanza dovrebbe averla; niente di niente sul rapporto verde pubblico/giovani, sul numero di alloggi disponibili per gli universitari, quello di biblioteche e musei. Spazio invece alla concentrazione di bar e discoteche e agli acquisti on-line.
Il paradosso si raggiunge infatti quando logistica e e-commerce, appunto, con tutto il carico dei problemi ambientali e sociali che producono, diventano magicamente un fattore positivo, in grado di determinare un “ambiente” e uno stile di vita positivo per i giovani, in una sorta di eterogenesi dei fini.
Gran cosa lo svago e il carrello virtuale da riempire davanti al monitor del computer, ma ergerli a indicatori, disinteressandosi invece di cultura, educazione, lavoro, insomma…bene, ma non benissimo.
Non foss’altro che poi scopri che Piacenza è al 42° posto per la qualità della vita degli anziani e addirittura al 75° per quella dei più piccoli. Altro che “città dei bambini”: nero su bianco la mancanza di spazi verdi, posti negli asilo nido, possibilità diffusa di praticare sport.
La domanda sorge spontanea: ma qualche giovane piacentino o studente universitario che vive la città lo avranno davvero intervistato quelli del Sole?
Perché le richieste che come Alternativa per Piacenza abbiamo ascoltato in questi mesi di incontri dal punto di vista di attrattività generale, fermento artistico e culturale, alloggi a prezzi contenuti, trasporti pubblici e piste ciclabili per raggiungere scuole e università, orari prolungati per le biblioteche, parchi per jogging e attività sportive non a pagamento, centri di aggregazione per attività creative e musicali, ci raccontano una storia ben diversa dal posto d’onore che leggiamo dal titolo.
La sfida è sempre la solita. Guardare le amate carte nei comodi uffici ma non prenderle per oro colato e cercare dunque di capire la realtà vivendola tra la gente, ascoltando e dando un senso vero al concetto di partecipazione.
Ah, queste sono considerazioni in primis critiche rispetto alle classifiche in sé, che mirano a rilevare la differenza tra percepito e registrato, non a buttarla in caciara elettorale”.

Piacenza Coraggiosa: “Primo posto per i giovani soprattutto grazie ai migranti. Peccato che la sindaca ometta di dirlo”

“E’ quantomeno originale l’approccio della sindaca uscente sulle classifiche redatte dal Sole24ore, usate à la carte a seconda della convenienza. Se oggi magnifica il primo posto di Piacenza nella qualità della vita dei giovani, risultato che dipende in gran parte dall’apporto dei migranti, come spieghiamo in seguito, non abbiamo letto commenti – per esempio – sulla classifica della qualità dell’aria redatta dallo stesso quotidiano nazionale. Forse perché ci pone al 99esimo posto su 107 capoluoghi di riferimento?”.

Così Piacenza Coraggiosa, ecologista e solidale commenta le affermazioni della sindaca rispetto alla classifica uscita sul quotidiano di Confindustria.“Abbiamo la percezione di vivere in un’altra città. Una città in cui i giovani chiedono spazio, ascolto e cogestione. Invece, guardando i criteri, vorremmo condividere alcune puntualizzazioni che speriamo la destra sappia far proprie soprattutto quando parla di cittadini stranieri in modo sferzante, utilizzati per scalare classifiche nazionali ma che qualcuno della coalizione che sostiene la sindaca vorrebbe addirittura escludere dall’assegnazione delle case popolari”.
Sono 3 gli indici in cui Piacenza viaggia nelle parti alte di classifica: il saldo migratorio (secondi in Italia), grazie agli stranieri che cercano qui un futuro migliore; la bassa età media al parto, dove si osserva una netta diminuzione dei nati con entrambi i genitori italiani e un aumento esponenziale di quelli con almeno un genitore straniero (1 su 2, dati Regione Emilia-Romagna) e le aree sportive, un lascito del passato, perché non si ricordano investimenti significativi dell’attuale amministrazione. Altri due indici (laureati e disoccupazione) sono una manna per la classifica ma l’algoritmo del Sole24ore ha fatto una media “in base ai dati medi nazionali e ai dati delle province vicine” perché non recuperati dal quotidiano. Si tratta della media dei laureati 25/39 anni e soprattutto della disoccupazione giovanile che il Sole24ore non recepisce, ma che – in realtà – risulta al di sotto della media: “A Piacenza si registra un calo del tasso di occupazione che nel 2020 è pari al 68,8% e la crescita di quello di inattività che arriva al 27%”, si legge nel rapporto Ires 2021.

“La cosa più coerente che la sindaca dovrebbe fare è ringraziare chi scappa da fame e conflitti e sceglie Piacenza per rifarsi una vita, trovando ascolto nell’ambito sociale ma troppe chiusure da parte dell’amministrazione in carica, che speriamo per i giovani lo sia ancora per poco”.

Il commento di Michele Giardino (Buona Destra)

“Stamattina il Sole 24 Ore apre in prima pagina con una notizia interessante e davvero incoraggiante per la nostra provincia.
Al Festival dell’Economia di Trento è stata ieri presentata la classifica delle province per qualità della vita, declinata su tre fasce d’età: bambini, giovani e anziani.
La provincia di Piacenza è risultata prima nella classifica dei giovani.
A determinarne l’ottimo piazzamento sono stati, in particolare, due aspetti demografici e uno infrastrutturale: è seconda dopo Trieste per saldo migratorio positivo e decima per l’età media delle primipare; ed è sesta per disponibilità di aree sportive.
Per contro, scende al 42esimo posto per gli anziani e drammaticamente al 75esimo posto per i bambini (Piacenza dovrebbe essere città UNICEF per i più piccoli).
L’unica provincia che cresce in tutte e tre le classifiche è Trento, seguita da Parma che resta sempre tra le prime quindici”.

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