Sforza Fogliani: “. Piacenza la si governa bene se la si ama”

Il leader storico dei Liberali spiega il suo temporaneo passo indietro per non condizionare le trattative con il centro destra, in vista delle amministrative. “Dalla Barbieri nessuna smentita, solo parole generiche e vacue”

Dopo l’annuncio a sorpresa di venerdì l’avvocato Corrado Sforza Fogliani oggi, durante un breve incontro, ha voluto ribadire le ragioni che l’hanno portato ad autosospendersi dall’Associazione Liberali di Piacenza per non essere d’ostacolo alla trattativa con il centrodestra in vista delle prossime elezioni amministrative.

«Mi sono “sfilato” – ha detto – per sgombrare il campo da qualunque ostacolo nella trattativa con il centrodestra ma anche per evitare che la mia presenza venisse usata come pretesto in caso di mancato accordo. Per quanto mi riguarda, “ho la coscienza netta”, come diceva monsignor Tonini».

Lo storico rappresentante dei liberali piacentini non sarà dunque presente dopodomani all’assemblea sociale, quando si potrebbe decidere che strada prendere in vista della tornata elettorale. Le opzioni in campo restano tre: la pace con il centrodestra ed una corsa comune verso la riconferma della Barbieri, il dare vita ad una coalizione alternativa che magari imbarchi anche i tanti scontenti lasciai sul campo dalla giunta uscente (da Putzu a Polledri, passando per Saccardi) o il meno probabile (ma non impossibile) supporto a Katia Tarasconi ed al centrosinistra.

Quella di lunedì potrebbe essere solo una tappa intermedia: si attendono ancora le risposte alle richieste avanzate dalla storica sede di via Cittadella per appoggiare nuovamente un sindaco che non ha per nulla convinto i liberali nel mandato in via di conclusione. Nel centrodestra la mancanza dell’abile ed esperto regista Tommaso Foti, messo temporaneamente fuori gioco dall’inchiesta della procura, si fa sentire tutta, eccome. Tanto più in uno scenario in cui Forza Italia è ormai ridotta alla timida ombra della corazzata politica che fu e finisce la legislatura senza nemmeno uno fra consiglieri eletti nel 2017, nominando come proprio portabandiera (ed unico rappresentante) il grillino pentito Andrea Pugni (già candidato sindaco pentastellato).

Sulla scelta di Sforza di defilarsi finché non si sarà trovata una quadra ha pesato l’atteggiamento della “front woman” Patrizia Barbieri che avrebbe rifiutato di incontrare i liberali proprio per non trovarsi vis-à-vis con l’avvocato. Chiamata a smentire questa voce  – ha detto Sforza – «ha risposto in maniera generica, senza dire cose concrete, pronunciando parole vacue, frasi apodittiche. Se un fatto non si smentisce a chiare lettere, lo si conferma».

«A questo punto – ha proseguito il fondatore dell’associazione – sarà l’Assemblea a decidere cosa fare, se proseguire la trattativa con il centro destra o aprirne altre. Noi liberali siamo gli unici che fanno ancora politica vera, quella di una volta, avendo come unico scopo la ricerca del meglio che si possa ottenere per la città. Piacenza la si governa bene se la si ama. A Piacenza bisogna voler bene. Invece vediamo tante piccole e grandi cose che non funzionano e che si potrebbero risolvere, se solo lo si volesse».

Sforza ha proseguito l’incontro spiegando l’dea di sviluppo e di crescita che i Liberali hanno per Piacenza e di come in questi anni non si sia stati in grado di difendere la nostra provincia. Ad esempio in occasione della scelta della stazione Mediopadana, assegnata a Reggio Emilia grazie a Prodi, che fece “carta straccia” di un precedente accordo sottoscritto con le Ferrovie che prevedeva la fermata dell’alta velocità nella nostra città. «Contro un presidente del Consiglio e senza nessun parlamentare a difenderci si poteva fare poco. Se almeno avessimo protestato, avremmo maturato “un credito”. Invece niente. Tutti zitti».

Situazione analoga a quanto avvenuto con la cancellazione di Piacenza Nord «Ci siamo persino fatti portare via il nome dell’uscita autostradale! Un’ulteriore perdita, non solo simbolica, per il territorio. Nessuno ha reagito. Mi sembra tanto la proverbiale tolleranza dell’asino che ringrazia per le bastonate che riceve. Solo chi non vuole bene alla propria città agisce così».

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