Studenti del Romagnosi – Casali di Piacenza tutor in prevenzione contro le droghe

Concluso il progetto di UnionCamere con San Patrignano e Ufficio Scolastico Regionale

Imparare a fare attività di prevenzione contro le droghe e allo stesso tempo a organizzare eventi, assemblee e dibattiti. Gli studenti dell’Istituto “Romagnosi – Casali” di Piacenza hanno portato a termine il progetto “T.O.P Tutor per l’Orientamento e la Prevenzione”, reso possibile grazie al lavoro congiunto tra Comunità San Patrignano, Unioncamere Emilia-Romagna e Ufficio Scolastico Regionale, attraverso il coinvolgimento delle Camere di commercio competenti per ogni provincia coinvolta.

A rendere possibile per gli studenti il raggiungimento di questo risultato sono stati i due anni di formazione teorica e pratica ricevuta. Il progetto ideato da San Patrignano con il duplice obiettivo di arricchire il percorso didattico degli studenti con competenze spendibili nel loro futuro professionale e di contribuire alla prevenzione di dipendenze e disturbi comportamentali tra la popolazione scolastica, è stato articolato in diverse fasi. Un primo momento ha previsto una fase di formazione teorica sul tema del disagio giovanile e sulle possibilità di intervento. Successivamente, i ragazzi sono stati introdotti alla costruzione di un’attività di prevenzione attraverso una visita e un workshop presso San Patrignano, durante i quali hanno potuto partecipare a un incontro condotto dai ragazzi del gruppo di prevenzione della comunità, per poi soffermarsi su tutti i passaggi pratici necessari alla creazione e buona riuscita dell’evento e sulle tecniche di conduzione di un dibattito.

“La Camera di commercio di Piacenza ha aderito per la prima volta a questo progetto, ritenendolo pienamente rispondente agli obiettivi di orientamento dei ragazzi e di avvicinamento del mondo della formazione scolastica al mondo imprenditoriale – sottolinea Filippo Cella, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Piacenza – Il percorso trasmette agli studenti competenze spendibili nel mondo del lavoro, affiancandosi all’esperienza formativa e didattica fornita dalla scuola. Il ruolo attivo che viene riconosciuto agli studenti favorisce, da un lato, l’arricchimento del proprio bagaglio formativo e dall’altro di conoscere tutti gli strumenti utili ad analizzare a fondo le proprie attitudini, orientandosi al meglio nel mondo del lavoro. Infine i ragazzi vengono responsabilizzati nell’intraprendere attività di prevenzione, sensibilizzando anche gli altri studenti. Questa modalità esperienziale acquisisce una rilevanza particolare nel contesto sociale e lavorativo attuale, coniugando spirito imprenditoriale, orientamento e promozione di stili di vita sani, consentendo di affrontare tematiche afferenti la crescita dei ragazzi sia sotto l’aspetto professionale che sociale”.

Un percorso denso di contenuti e abilità, che già al termine del primo anno aveva portato gli studenti a confrontarsi con l’organizzazione e l’esecuzione di un incontro rivolto ad altre classe del proprio istituto, diventando veri e propri protagonisti del progetto e tutor per la prevenzione.  Il grado di responsabilità e autonomia richiesto agli studenti dal progetto ha rappresentato per ognuno di loro una sfida importante. Se infatti da un lato è risultato un elemento di forte motivazione, dall’altro è stato un banco di prova. “E’ stato un piacere vedere con quale passione e intraprendenza gli alunni si siano messi in gioco all’interno di questo progetto – spiega Silvia Mengoli, responsabile del progetto di prevenzione WeFree della comunità – E’ davvero incredibile constatare anno dopo anno la portata di un’attività di formazione come questa”.

Un ulteriore momento di crescita è stato rappresentato dalla conduzione degli eventi, durante i quali i ragazzi hanno dovuto parlare ai loro coetanei raccontando anche una parte di sé e delle proprie fragilità. Dopo la proiezione di un filmato con la testimonianza di uno dei ragazzi della comunità, sono infatti stati gli stessi studenti che, raccontando le loro esperienze, spiegano che tutti hanno delle vulnerabilità e non bisogna aver alcun timore nel chiedere aiuto quando necessario. A scaturirne sono dibattiti di grande intensità, che grazie a un format molto interattivo, permettono di incontrarsi in un clima di condivisione ed empatia in cui è possibile aiutarsi l’un l’altro. “Gli eventi rivolti agli altri studenti della scuola – racconta Carlo Conni, docente dell’Istituto Tecnico Romagnosi di Piacenza – sono stati momenti molto positivi, in cui i ragazzi del progetto hanno saputo coinvolgere e parlare ai loro compagni partendo da se stessi e dalle loro esperienze di difficoltà”.

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