Coldiretti Milano e Lombardia all’attacco su Terrepadane: “esclusi i voti di oltre 300 soci”

Secondo Alessandro Rota presidente Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza: “Questa non è democrazia”. Per Paolo Voltini (Coldiretti Lombardia) “Siamo di fronte a un colpo di spugna"

Come era prevedibile il risultato delle elezioni di Terrepadane che ha visto vincitore il consiglio uscente guidato da Marco Crotti non ha per nulla chiuso la questione. La parte uscita soccombente dalle urne  non ci stà e contesta l’esclusione dei voti attraverso le procure. Coldiretti Piacenza ha pubblicato un’immagine in cui dà la propria versione delle elezioni ed assommando ai voti raccolti dai propri candidati quelli delle procure escluse accredita la tesi che l’esito di ieri sia stato condizionato da questa scelta che, ovviamente, contestano.

Se da Coldiretti Piacenza al momento non ci sono giunte prese di posizione ufficiali ad intervenire sulla vicenda sono invece i vicini lombardi con un comunicato a firma del presidente presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, Alessandro Rota e di quello Lombardia Paolo Voltini, che intervengono “sul rinnovo delle cariche del Consorzio agrario Terrepadane, che opera nelle province di Piacenza, Pavia, Milano, Lodi e Monza Brianza”.

“Non solo – sostiene Rota – non è stata accolta la richiesta, inoltrata agli organi amministrativi da svariate centinaia di associati al Consorzio, di accettare i voti tramite subdelega o posta elettronica certificata, ma si è addirittura decisa l’esclusione dei voti di oltre 300 soci consegnati al rappresentante delegato tramite una legittima procura. Tenuto tra l’altro conto che da statuto ogni socio può avere diritto di esprimere fino a 5 voti”.

“L’obiettivo di chi ha voluto agire così – prosegue Rota – appare solo quello di ostacolare una lista che ha saputo raccogliere oltre 400 firme di presentazione in rappresentanza di tutti i territori coinvolti. Questo non è certo il modo di mettere al centro la base associativa e di salvaguardare i principi della democrazia interna. Siamo stati messi davanti a scelte incomprensibili e ingiustificabili”.

“Siamo di fronte a un colpo di spugna – afferma Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia –, arrivato a urne chiuse, con il quale si cancella la volontà di centinaia di soci che hanno partecipato alle elezioni”. In questo modo – conclude la Coldiretti– si mette a repentaglio l’unità del mondo agricolo e la rappresentanza dei territori nella gestione consortile”.

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